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Visualizzazione dei post da giugno, 2015

Maggio 1948: il primo treno d'Italia a Monfalcone dopo la guerra

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Poche ore dopo l'insediamento del primo Presidente della Repubblica, a Trieste, giungeva il primo treno d'Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Treno che passava chiaramente anche dalla stazione di Monfalcone, come testimonia un breve fermo immagine tratto dal prezioso video dell'archivio dell'Istituto Luce. Il video interessa l'i naugurazione della linea ferroviaria Venezia-Trieste. Fu un fatto storico di estrema importanza, un piccolo segnale di ritorno alla normalità in un Paese ridotto in macerie a causa della seconda guerra mondiale. Le ferrovie sono sempre state importanti nel nostro territorio, soprattutto grazie agli investimenti originari effettuati dall'Impero asburgico. Nel 1854 venne infatti aperta la linea da Trieste a Vienna  attraverso il Semmering. Il progettista fu il veneziano Carlo Ghega, a cui a Trieste è dedicata una via in città, linea di 14 gallerie, una delle quali raggiungeva la lunghezza di  ben 1431 m, con 16 viadotti e

Ecco i motivi che hanno portato alla "chiusura" dei cantieri di Monfalcone

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La Corte di Cassazione Sezione III Penale con la Sentenza Num. 5916 Anno 2015 illustra i motivi che porteranno in questo fine giugno,al sequestro preventivo di alcune aree del cantiere navale di Monfalcone,destinate alla selezione dei residui di lavorazione, strategiche per il regolare svolgimento del ciclo produttivo dal quale poi deriverà, come comunica la Fincantieri " in ottemperanza al predetto provvedimento del Tribunale" la sospensione dell’attività lavorativa di tutto il personale coinvolto nel ciclo produttivo del cantiere di Monfalcone. Il Tribunale di Gorizia, confermando il provvedimento reso dal locale Gip in data 12 giugno 2013 nell'ambito di una indagine che vede inquisiti taluni dirigenti della Fincantieri e di alcune ditte subappaltatrici di questa nei servizi connessi alla realizzazione di navi e con il quale era stato negato il sequestro preventivo, richiesto sulla base della ipotizzata violazione dell'art. 256, comma 1, lettere a) e b), de

Isontino dormiente? Svegliamolo con la zona franca "provinciale" e transfrontaliera

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Il Piccolo di Gorizia ha lanciato una proposta volta a sollevare dibattiti ed iniziative per risvegliare non solo la città di Gorizia ma l'intera area territoriale isontina. Certo, a livello  ordinamentale  verrà meno la provincia di Gorizia e nasceranno, teoricamente, le anti-democratiche UTI che divideranno questo territorio in basso ed alto Isontino. Ma l'Isontino non necessita di frammentazione, di divisione, ma di sinergia, collaborazione, pur difendendo l'autonomia vitale e costituzionale dei singoli Comuni. A Trieste, in passato, vennero raccolte, ben 65 mila firme per una zona franca integrale. Come sappiamo Trieste, per diverse ragioni, non ha saputo fare tesoro di questo strumento. Ad aprile 2013 per il porto di Livorno ed Ancona venne depositata la richiesta per l’istituzione della zona franca, ad aprile 2015, invece, è stata depositata altra proposta di Legge, che prevede sempre l'istituzione di una zona franca per lo sviluppo e la legalità per il terri

Nel ddl scuola non esiste la fantomatica teoria Gender, ma esiste il contrasto all'omotransfobia

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Nel ddl ‪#‎scuola‬ ovviamente non si può parlare di alcuna teoria od ideologia Gender semplicemente perché la teoria od ideologia Gender non esiste, ma è una mera invenzione strumentale e rispondente a chiare logiche che hanno lo scopo di mantenere lo status quo, negando diritti civili e libertà a chi oggi vive enormi discriminazioni.  Invece è stato recepito, quanto doveva essere recepito da lungo tempo, ovvero il contrasto alle discriminazioni che riguarderanno anche quelle fondate sull'orientamento sessuale o l'identità di genere e contro ogni omotransfobia. Trattasi di una delle poche norme da salvaguardare, che in ogni caso non legittimano e mai potranno legittimare  l'intero impianto e disegno della scuola azienda.Giusto per essere chiari e precisi.  Su Orizzonte Scuola pubblicato mio parere sul punto questo il link Marco Barone 

A Ronchi il 3 luglio iniziativa contro il referendum per la fusione e contro le UTI

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Venerdì 3 luglio alle ore 18.00 presso la sala del consiglio comunale di Ronchi promossa da Rifondazione Comunista e la Lista l’altra Europa con Tsipras in collaborazione con il gruppo facebook ‪ #‎RonchiPodemo ‬, si terrà una assemblea pubblica che ha lo scopo di evidenziare tutte le criticità della nuova legge regionale in materia di riordino di enti locali, i cui effetti saranno devastanti per la democrazia e l'autonomia costituzionale dei Comuni, e si illustreranno le ragioni del no alla fusione di Ronchi, Staranzano e Monfalcone. Il titolo dell'assemblea è il seguente: Quale autonomia comunale e quali spazi di democrazia e partecipazione per i cittadini con l’introduzione della Legge Regionale di riordino degli enti locali del Friuli Venezia Giulia, la nascita delle Unioni Territoriali Intercomunali e la proposta di referendum di fusione dei Comuni di Monfalcone, Ronchi e Staranzano ? Intervengono: Marco Barone avvocato e blogger Ottavio Romano avv

Comunque andrà è l'Europa a voler la Grecia fuori

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A volte si deve avere il coraggio Istituzionale di dire no. No ai ricatti, no a condizioni devastanti per il proprio popolo, no al nuovo schiavismo finanziario di questo secolo. L'Europa dopo aver messo al sicuro i capitali che contano dei privati, ha scaricato gli ultimi debiti della Grecia sulle casse degli Stati. La Grecia ora può anche andare via dall'Europa, o dall'Euro, tanto i capitali importanti privati sono al sicuro. Certamente il sistema greco paga responsabilità di una corruzione imponente ma che ha avuto strada libera con il vedo ma non vedo di quella Europa che ora si eleva a bibbia della grande moralità. No. Non è la Grecia ad andare via dall'Europa, ma è l'Europa che sta letteralmente cacciando via la Grecia. Da convinto europeista, ma non di questa Europa di austerità, dove viene prima il profitto, poi la merce e forse alla fine vi troviamo le persone, ma non tutte, quelle che richiedono asilo o protezione vengono gestite come pacchi posta

L'Italia ed il declino di Trieste. Una denuncia di Manlio Cecovini negli anni '70

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Ho letto “un discorso di un triestino agli italiani” A cura di Manlio Cecovini, che come è noto è stato anche Sindaco della città dal '78 al 1983. Un libro che ha avuto tre edizioni, la prima nel 24 maggio del '68, anniversario dell'entrata in guerra dell'Italia, poi, l'ultima, nel novembre del '77. Un Libro destinato ai Senatori e Deputati della Repubblica Italiana, perché : “nessuno possa più dire non sapevo”. Ovviamente dal punto di vista storico e politico è a dir poco nazionalista, dove Trieste era praticamente italiana ancor prima della nascita dell'Italia, e posso lasciare immaginare tutte le baggianate che si propongono in chiave retorica e demagogica e nazionalistica a partire dai numeri esorbitanti della foiba di Basovizza, non meno di 1500 vittime, scriverà Cecovini. Ovviamente la storia e gli studi hanno dimostrato ben altro. Ma quello che qui interessa è la denuncia forte che colui che diventerà poco dopo Sindaco di Trieste, effettuerà

Sei senatori su sette del FVG hanno votato il ddl sulla scuola ecco i nomi

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Battista di Trieste gruppo per le autonomie e poi quelli del PD quali la Fasiolo di Gorizia, Maran di Grado, Pegorer di Tavagnacco, Russo di Trieste e Sonego di Cordenons hanno votato a favore del ddl sulla scuola. L'unico che ha votato contro è Bocca di FI e PDL. Nel giorno in cui nel 1946 si insediava l'Assemblea Costituente , viene votata una nuova scuola, e non una semplice e banale riforma, una nuova scuola che demolisce la scuola della Costituzione. Il territorio e la scuola non dimenticano e non dimenticheranno le responsabilità politiche di questi Senatori. Marco Barone

Breve nota dopo il disastro del ‪ 25 giugno‬ per la ‪ scuola‬ pubblica

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Immagino il sentimento e lo stato d'animo di molti, anzi dei tanti che in questi mesi hanno lottato, con più scioperi, con più iniziative, per la scuola della Costituzione. Oggi, questa scuola, teoricamente, non esiste più. Non eravamo in tale drammatico 25 giugno in molti per le strade, perché? A parte qualche località, non mi pare di aver visto ondate oceaniche. Sarà stato lo sconforto? Il senso di sfiducia? Il tanto oramai non vi è più nulla da fare? In un mese abbiamo già perso tutto lo slancio del maggio nostrano? La lotta per la difesa per la scuola pubblica è una cosa seria, è lunga, molto lunga, e nei momenti cruciali deve vedere la massima partecipazione. Alcune realtà anche sindacali hanno abbandonato il terreno di lotta, hanno fatto poco o nulla, perché? Cosa è cambiato da maggio ad oggi? Un fico secco marcio, se non che questa non riforma, ma riscrittura ex novo della scuola è passata al Senato. Certo, non è passata liscia, questo è vero, e ciò brucia all'a

Il 25 giugno '46 si insediava l'Assemblea Costituente,25 giugno 2015 si attacca la scuola della costituzione

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Correva l'anno 1946 ed in quel 25 giugno si insediava L'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana, organo legislativo elettivo preposto alla stesura della Costituzione. Oggi, 25 giugno 2015, la scuola nata da quella Assemblea Costituente, della nostra Costituzione, rischia di vivere il suo ultimo respiro. Perché se sarà fiducia governativa, pur essendo venuta meno quella del mondo sveglio e vigile della scuola, si chiuderà quasi un secolo di storia della scuola pubblica italiana. Il testimone passerà alla scuola azienda. La libertà d'insegnamento sarà solo una mera formalità, forma che non sarà sostanza, il diritto allo studio sarà solo forma, forma che non sarà sostanza, così forma e non più sostanza sarà la pari dignità sociale il contrasto alle diseguaglianze in ordine alle condizioni personali e sociali, l'arte e la scienza e l'istruzione libera ed aperta lasceranno il posto alle competenze, alla competizione, alla concorrenza. Una scuola che avrà poch

Il popolo della scuola, da ‪Trieste‬ a Palermo, a Roma, sfiducia il Governo e difende la scuola pubblica

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"Il Governo, questo Governo, che ha già massacrato i diritti dei lavoratori con il Jobs Act, minato la giustizia, con il sistema della responsabilità civile dei magistrati che compromette l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, e nello stesso tempo incrementa il contenzioso, che ottempera neanche in via tanta mascherata i voleri della Troika, cosa da non dimenticare, rischia,concretamente, di cadere il 25 giugno sulla scuola. D'altronde quale miglior lezione di democrazia se non quella conferita dalla scuola e per la scuola? In rete, sui profili facebook dei senatori, siano essi di destra, che sinistra, vi sono una marea di appelli, votate contro il ddl scuola,s e non voterete contro sarete complici e questo non lo dimenticheremo, mai.  Ma anche sul profilo facebook del Pd, centinaia e centinaia di commenti di condanna e la cosa interessante è che la maggior parte arrivano da chi dice aver votato Pd evidenziando che non lo farà più.  Questa sinistra

Nel giugno del'45 nascevano su impulso del CLN i sindacati scuola, dopo 70 anni continua la lotta per la scuola pubblica

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Storico è  l'annuncio  di Sandro Pertini nel 25 aprile del 1945 «Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.»   Così come storico sarà l'annuncio, in quel giorno del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, “oggi 25 aprile, in nome del popolo e dei volontari della libertà e delegato del solo governo legale italiano, ha assunto i poteri di governo”. Liberazione dall'occupazione nazifascista, che in realtà ebbe inizio ben prima del 25 aprile e che in alcune località, come Trieste o Gorizia, avverrà il primo maggio del 1945.  Libertà, antifascismo, solidarietà, unità.  E nasceranno su iniziativa ed impulso del CLN anche i primi sindacati liberi della scuola. Scuola che inizierà l'avvio di un processo di de-fascistizzazione, anche se a dirla t

Scuola: avanza il sistema dei mascalzoni

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Il diritto al lavoro esiste? Sulla carta, sì, esiste. Bello normato, costituzionalizzato. Un tempo per lavorare dovevi essere iscritto al Partito nazionale fascista, avere la tessera per non morire di fame, si diceva. Molti preferivano morire di fame che piegarsi al fascismo, ma non furono la maggioranza degli italiani. No. Oggi, per lavorare devi accettare le condizioni, indecenti, indegne, che la politica del ricatto di pone sul banco della macelleria dei diritti civili e dei lavoratori. Governo che non è espressione di alcun tipo di processo democratico elettorale, che non ha avuto alcun mandato popolare e democratico per intervenire nel settore della scuola, bene primario comune da salvaguardare anche con le unghie. Unghie affilate. Unghie anche colorate. Ma sempre unghie sono. E le unghie possono anche graffiare. E graffieranno in modo indelebile la decadenza della politica esistente. Dicono che la scuola non deve diventare assumificio. Ma chi ha creato un sistema di precarifi

Con la soppressione delle Province in FVG quali saranno gli ambiti territoriali della cattiva scuola?

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Al Senato della Repubblica, è in fase di discussione il provvedimento legislativo che prevede “Modifiche alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 (Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia), in materia di enti locali, di elettorato passivo alle elezioni regionali e di iniziativa legislativa popolare”.  Tale disegno di legge costituzionale intende consentire alla regione Friuli Venezia Giulia la soppressione del livello ordinamentale delle province e la definizione di un nuovo modello istituzionale regionale, attraverso apposite modifiche allo Statuto di autonomia. Come è noto, la soppressione ordinamentale delle province non riguarderà solo il FVG, ma presto anche l'intero assetto territoriale dell'Italia.  Le province della regione Friuli Venezia Giulia esistenti sino all'approvazione della legge costituzionale citata verranno soppresse a decorrere dalla data stabilita con legge regionale . Come si armonizzeranno le disposizioni di cui al DDL sull

Proposta di legge per ripristinare festività religiose soppresse

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Alcuni deputati, è facile immaginare l'orientamento politico, con la proposta di legge n° 3064 vogliono il ripristino di alcune festività religiose con l’obiettivo di adeguare la materia del riconoscimento delle festività ufficialmente riconosciute dalla Chiesa cattolica e di quelle di forte tradizione cattolica popolare all’attualità degli altri Paesi membri dell’Unione europea. In questo forse l'Italia riuscirà bene, sarebbe bello notare lo stesso zelo ed entusiasmo per i diritti civili, ad esempio, ma così non è.  Dopo aver ricordato che “ le feste a carattere religioso che definiscono lo scorrere del tempo e il calendario rinsaldano le appartenenze e attribuiscono identità e condivisione al gruppo”, dopo una brevissima parentesi di laicità, affermando che “anche le feste civili e nazionali hanno lo scopo di ritessere i legami comunitari, di far sentire ognuno partecipe di una celebrazione che riguarda un territorio, la sua identità e gli eventi che hanno segnato la sua

L'ANPI di Ronchi (Go) in gita con la scuola all'ospedale partigiano di Franja

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E' iscritto nella lista sperimentale del patrimonio mondiale dell'UNESCO, ha conseguito il premio del patrimonio culturale europeo, è monumento culturale e storico dalla grande valenza non solo per la Slovenia ma per l'umanità tutta. E' nella resistenza che i popoli hanno ritrovato l'unità, la condivisione, la fratellanza, lottando, al prezzo della propria vita, per la libertà, quella che il regime fascista prima e nazifascista poi, hanno semplicemente negato, colpendo prima di tutto gli sloveni ed i croati, i comunisti, gli anarchici, gli antifascisti, chi si opponeva al regime, per poi, dopo la proclamazione delle leggi razziali, attuare quello che la storia ci ha tristemente insegnato. Con l'avvio dell'occupazione nazista in Italia, nel settembre del '43, venne realizzato nei pressi di Dolenji Novaki, con l'aiuto determinante della popolazione locale un campo ospedaliero. Durante la guerra l'ospedale prese il nome della dott.ssa Franja Boj

Dall'esodo calabrese ed istriano a quello del XXI secolo nell'Italia dove il diritto umanitario è clandestino

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Uno dei fenomeni più significativi e certamente più dimenticati, nell'ambito della emigrazione, che ha conosciuto l'Italia, è stato quello che ha riguardato la Calabria, che per paradosso sistemico, pare si chiamasse Italia ancora prima che tale nome fosse fatto proprio dall'intera penisola. Due i periodi di riferimento, che sono successivi comunque alla nascita del Regno d'Italia, quale quello 1871/1951 con 773 mila calabresi emigrati nelle Americhe, e 1951/1971 con 741 mila calabresi emigrati tra il nord Europa ed il Nord Italia (fonte  Fondazione Migrantes - Servizio Migranti).  Dunque 1 milione e 514 mila persone che hanno abbandonato la propria terra di origine, fenomeno che ancora oggi, pur  in ovvia misura ridotta, continua.   Le ragioni sono state variegate, principalmente collegate ad un sistema quale quello italiano che non è stato in grado di risolvere la questione meridionale,che la stessa Italia ha se non cagionato certamente aggravato in modo decisivo

Come smontare i 10 punti di Cittàcomune,Ronchi. Monfalcone, Staranzano

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Sorvoliamo su alcuni progetti allucinanti, ultra futuristici che circolano in rete in merito a questa fantomatica fusione di Monfalcone, Ronchi e Staranzano, cioè colate di cemento, assolutamente incompatibili con il nostro ambiente. Ronchi deve essere borgata di sole di questo nuovo secolo, punto. Altro che robacce  faraoniche , futuristiche che altro poi non sarebbero che una  noiosissima  ripetizione ed omologazione di città ultra-capitaliste che in comune hanno la speculazione edilizia. E poi chi sceglie di venire a vivere a Ronchi lo fa  perché  è un piccolo centro, non caotico, accogliente, senza traffico, e con tanto verde. Chi sceglie Ronchi è  perché  non è la solita città con tutti i suoi riflessi negativi, e poi Ronchi è al centro tra Udine, Gorizia, e Trieste e neanche tanto lontana da Pordenone, pensando alle principali città del FVG, se uno vuole andare in città, bastano pochi minuti ed è ben servita dai mezzi pubblici.   Detto questo veniamo al dunque. Proverò ora in

Da Cent'anni a Nord Est al monumento ai disertori in Ronchi per la grande guerra

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Come è noto la Giunta del Comune di Ronchi il 18 marzo 2015 all'unanimità di voti espressi in forma palese ha deciso di sostenere la richiesta di riabilitazione dei fucilati di Cercivento e di chiedere anche che sia adottato un provvedimento di clemenza a carattere generale, a favore di tutti i condannati a morte del Primo conflitto mondiale, chiedendo altresì che l'istanza di riabilitazione “venga allargata a tutti i condannati dai tribunali militari per reati in qualche modo connessi con le “fucilazioni per l’esempio” e le decimazioni, sulla scorta di quanto fatto da Francia e Inghilterra e in ragione della mutata sensibilità nazionale nei confronti della guerra.  Nel libro Cent'anni a Nordest di WuMing1, Rizzoli editore, dove si parla anche di Ronchi e dell'impresa razzista,militarista, ante-fascista di occupazione di Fiume di D'Annunzio, si dedica grande attenzione alla questione della diserzione nella prima guerra mondiale. Si ricorda che a Rovereto n

Scuola: basta ricatti

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Prima una fuorviante consultazione in rete, poi un ddl che va oltre quanto proposto nella versione originaria della cattiva, o meglio pessima scuola azienda renziana, perché il modello che si vuole imporre è semplicemente quello tipico operante nel settore privatistico ed aziendale. Poi uno sciopero epocale a maggio, poi ancora scioperi contro le prove Invalsi con risultati imponenti, poi quello contro gli scrutini, per non parlare di tutte le iniziative poste in essere in tutta Italia e che ancora continueranno in questo periodo. Renzi scarica la responsabilità, per quanto concerne la mancata assunzione dei precari, alle opposizioni, troppi gli emendamenti presentati, dice. Baggianate, se voleva andare avanti avrebbe ben potuto ricorrere allo strumento della ghigliottina come già è stato fatto. Strumento pessimo, autoritario, antidemocratico, ma già usato. Questa è una chiara ed evidente operazione di vendetta e di ricatto, con lo scopo di voler spaccare il fronte. D'altronde

Ronchi Podemo è per la libera esistenza del Comune di Ronchi

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Da qualche settimana è nato in rete un gruppo pubblico che si chiama #ronchipodemo https://www.facebook.com/groups/ronchipodemo/ Lo scopo principale di questo gruppo è proporre progetti, idee per Ronchi (FVG). Ma anche segnalare cosa non funziona nella nostra città. Avviare dibattiti, iniziative, co nfrontarsi sul futuro della nostra città, ed ovviamente lo scopo è anche quello di andare oltre la rete e prevedere iniziative nei nostri spazi, luoghi, per coinvolgere anche chi non ha accesso ad internet ecc. Ronchi Podemo vuole difendere la libera esistenza del Comune di Ronchi, la sua autonomia, la sua democrazia ma armonizzandosi con l'Europa dei diritti, contro ogni nazionalismo. Ronchi Podemo è contro la fusione della nostra città con altri Comuni. Tra i propri scopi ha anche quello di eliminare il suffisso "dei legionari" per il mantenimento del solo Ronchi. E' innegabile che la battaglia più importante che ci troviamo ad affrontare ora è proprio q

Quella targa faziosa al Parco della Rimembranza di Trieste sul 12 giugno 1945

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“Il 12 giugno in seguito agli accordi di Belgrado le truppe jugoslave si ritirarono da Trieste dopo 40 giorni di occupazione”. Poi uno spazio, voluto, di sospensione e continua “ Il popolo triestino iniziava una lunga e difficile fase di attesa riconquistando con il suo schietto impegno libertà e democrazia. Trieste 12 giugno 2015”. Questo è quanto è stato inciso sul cippo, costato più di 8 mila euro, collocato al parco della Rimembranza di Trieste. Una corsa contro il tempo, per non perdere l'appuntamento per il 70esimo del 12 giugno del 1945. Incisione che ha creato diversi malumori soprattutto a coloro che sostenevano la revisionistica teoria quale il 12 giugno come la data della liberazione di Trieste se non addirittura della fine della seconda guerra mondiale per la città. Alla fine vi è stato un compromesso, un compromesso che se da un lato parla semplicemente della fine dell'occupazione dopo 40 giorni, anche se in realtà i giorni di permanenza e di amministrazion

Il nuovo Prefetto di Gorizia che sappia ascoltare e gestire la questione migranti con dignità

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Prefetto dal 2012, la dott.ssa Isabella Alberti, è stata nominata Commissaria per il comune di Bagaladi (Reggio Calabria) sciolto per infiltrazioni mafiose, ha amministrato, sempre in qualità di  Commissaria  anche il Comune Viadana ( Mn). Dunque ha certamente esperienze particolari alle sue spalle, ed ovviamente è stata segnalata anche quella riguardante il pregresso servizio alla direzione per l’amministrazione generale e per gli affari del personale, alla direzione generale dei servizi civili, al dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, alla commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale. In tale ambito, facendo una ricerca su Internet, il suo nome compare anche tra alcune intercettazioni telefoniche pubblicate dal Fatto Quotidiano in merito al caso del Cara di Policoro, dove lei, da quello che risulta e pare di comprendere, fu l'unica all'interno delle strutture burocratiche e  ministeriali  a manifestare preoccupazioni per u

Se nella scuola si introduce il lavoro domenicale, il caso degli scrutini

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In questo intervento pubblicato per Orizzonte Scuola , affronto la questione che riguarda il lavoro domenicale per i docenti, non contemplato nella normativa di settore, che ha trovato compimento in alcuni casi, come a Trieste, in relazione alla questione degli scrutini. In tale intervento, ricordo, tra le tante cose che " si guarda tanto al modello aziendalistico, che di questo si prendono solo le situazioni reputate più convenienti, ma quando si tratta di riconoscere diritti, come maggiorazioni ecc per lavoro domenicale,che comunque nella scuola va respinto a prescindere, come sussistenti nella quasi totalità dei contratti collettivi di lavoro operanti nel privato, vige il vuoto". Marco Barone