Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

Il nuovo Prefetto di Gorizia che sappia ascoltare e gestire la questione migranti con dignità

Prefetto dal 2012, la dott.ssa Isabella Alberti, è stata nominata Commissaria per il comune di Bagaladi (Reggio Calabria) sciolto per infiltrazioni mafiose, ha amministrato, sempre in qualità di Commissaria anche il Comune Viadana ( Mn). Dunque ha certamente esperienze particolari alle sue spalle, ed ovviamente è stata segnalata anche quella riguardante il pregresso servizio alla direzione per l’amministrazione generale e per gli affari del personale, alla direzione generale dei servizi civili, al dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, alla commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale. In tale ambito, facendo una ricerca su Internet, il suo nome compare anche tra alcune intercettazioni telefoniche pubblicate dal Fatto Quotidiano in merito al caso del Cara di Policoro, dove lei, da quello che risulta e pare di comprendere, fu l'unica all'interno delle strutture burocratiche e ministeriali a manifestare preoccupazioni per una reale accoglienza dignitosa per i migranti, in una situazione, come venne annotato dagli investigatori in merito a quel caso di Policoro, ove da parte delle strutture ministeriali nessuna tempestiva verifica preventiva venne eseguita  per accertare che effettivamente la struttura fosse in possesso di tutti i requisiti necessari e per verificare la sicurezza e la salubrità dei luoghi. 
Insomma Gorizia avrà un nuovo Prefetto, in una situazione ove l'argomento degli argomenti è certamente quello dell'accoglienza, e ci si augura che il nuovo Prefetto possa adoperarsi in tal senso, affinché sia Gorizia che tutti i Comuni della Provincia possano operare e cooperare in modo coordinato, per garantire una dignitosa accoglienza, e vivo processo di solidarietà nei confronti di chi fugge da persecuzioni politiche, da guerre e da situazioni emergenziali. Così come ci si augura che il nuovo Prefetto possa farsi garante a livello “centrale” di tutte quelle istanze che interessano il nostro territorio, che da Roma viene visto, in modo miope, come estremamente periferico, e che la confinante Slovenia possa essere una importante risorsa e non un problema. 
Purtroppo non sempre la politica è in grado di rappresentare gli interessi del territorio, dei lavoratori, penso, per esempio alla questione conflittuale del mondo della scuola, dove Gorizia e provincia da mesi manifestano tutta la contrarietà assoluta verso la riforma renziana, ma i politici sordi, continuano sulla propria strada proponendo emendamenti, quando in realtà l'unica cosa che è stata chiesta è di votare in modo contrario. Certamente di tutto questo, perché i nomi dei deputati e senatori che voteranno a favore sono e saranno noti, se ne terrà conto per presentare il giusto conto politico al momento opportuno, i Prefetti dovranno ascoltare, e non sentire, le istanze e le preoccupazioni dei propri cittadini e farsene anche carico nelle dovute sedi, questo, almeno è l'auspicio.
Marco Barone

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