Andare avanti con il passo del gambero..c'erano una volta i bunker della guerra fredda e GLADIO

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L'organizzazione GLADIO fu voluta non tanto dalla NATO ma dagli americani per costituire un gruppo paramilitare, clandestino e incostituzionale, di migliaia di persone, prevalentemente civili, pronto ad intervenire in caso di invasione da parte dei comunisti jugoslavi od eventualmente sovietici. Come la storia ha insegnato non ci fu alcuna invasione, ma i rapporti tra pezzi di GLADIO e la strategia della tensione rimangono una delle pagine più nebulose della storia repubblicana italiana su cui probabilmente non ci sarà mai piena verità. Collisioni tra massoneria, servizi deviati, neofascisti, con l'obiettivo unico di non consentire l'avanzata del comunismo in Italia ed in Europa, perchè Stay Behind era presente ovunque non solo in Italia, ma quello che accadde in Italia non ebbe eguali nel resto d'Europa.    Attraversando il Carso, devastato dalle trincee, può capitare di imbattersi anche in  alcuni bunker della guerra fredda che dovevano essere utilizzati per cercare d

Il nuovo Prefetto di Gorizia che sappia ascoltare e gestire la questione migranti con dignità

Prefetto dal 2012, la dott.ssa Isabella Alberti, è stata nominata Commissaria per il comune di Bagaladi (Reggio Calabria) sciolto per infiltrazioni mafiose, ha amministrato, sempre in qualità di Commissaria anche il Comune Viadana ( Mn). Dunque ha certamente esperienze particolari alle sue spalle, ed ovviamente è stata segnalata anche quella riguardante il pregresso servizio alla direzione per l’amministrazione generale e per gli affari del personale, alla direzione generale dei servizi civili, al dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, alla commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale. In tale ambito, facendo una ricerca su Internet, il suo nome compare anche tra alcune intercettazioni telefoniche pubblicate dal Fatto Quotidiano in merito al caso del Cara di Policoro, dove lei, da quello che risulta e pare di comprendere, fu l'unica all'interno delle strutture burocratiche e ministeriali a manifestare preoccupazioni per una reale accoglienza dignitosa per i migranti, in una situazione, come venne annotato dagli investigatori in merito a quel caso di Policoro, ove da parte delle strutture ministeriali nessuna tempestiva verifica preventiva venne eseguita  per accertare che effettivamente la struttura fosse in possesso di tutti i requisiti necessari e per verificare la sicurezza e la salubrità dei luoghi. 
Insomma Gorizia avrà un nuovo Prefetto, in una situazione ove l'argomento degli argomenti è certamente quello dell'accoglienza, e ci si augura che il nuovo Prefetto possa adoperarsi in tal senso, affinché sia Gorizia che tutti i Comuni della Provincia possano operare e cooperare in modo coordinato, per garantire una dignitosa accoglienza, e vivo processo di solidarietà nei confronti di chi fugge da persecuzioni politiche, da guerre e da situazioni emergenziali. Così come ci si augura che il nuovo Prefetto possa farsi garante a livello “centrale” di tutte quelle istanze che interessano il nostro territorio, che da Roma viene visto, in modo miope, come estremamente periferico, e che la confinante Slovenia possa essere una importante risorsa e non un problema. 
Purtroppo non sempre la politica è in grado di rappresentare gli interessi del territorio, dei lavoratori, penso, per esempio alla questione conflittuale del mondo della scuola, dove Gorizia e provincia da mesi manifestano tutta la contrarietà assoluta verso la riforma renziana, ma i politici sordi, continuano sulla propria strada proponendo emendamenti, quando in realtà l'unica cosa che è stata chiesta è di votare in modo contrario. Certamente di tutto questo, perché i nomi dei deputati e senatori che voteranno a favore sono e saranno noti, se ne terrà conto per presentare il giusto conto politico al momento opportuno, i Prefetti dovranno ascoltare, e non sentire, le istanze e le preoccupazioni dei propri cittadini e farsene anche carico nelle dovute sedi, questo, almeno è l'auspicio.
Marco Barone

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