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Redipuglia e la storia di quel nome del re che non c'è...

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Dedicare un nome di una località ad un re che non c'è potrebbe essere un primato veramente notevole. Non siamo nel mondo delle favole, non siamo nel mondo di Peter Pan, con la sua isola che non c'è. Siamo in Italia, tra il Carso ed il fiume Isonzo e l'Adriatico. Siamo a Redipuglia, località appartenente a quella che un tempo fu Fogliano di Monfalcone, poi diventata sotto il fascismo Fogliano Redipuglia. Il nome Fogliano Redipuglia ha avuto origine in relazione alla domanda del podestà, di Fogliano di Monfalcone, in  quel tempo in provincia di Trieste, con la quale si chiedeva al re Vittorio Emanuele ed a Mussolini in esecuzione della deliberazione 27 ottobre 1938-XVI, l'autorizzazione a modificare la denominazione del comune in Fogliano Redipuglia. Dopo il parere favorevole espresso dal Rettorato della provincia di Trieste,  del 25 novembre 1938, su proposta di Mussolini, con regio decreto del 9 maggio 1939, n. 886 si sancì: "Il comune di Fogliano

La fontana del "Falco" dovrebbe vestire i colori della Monfalcone multietnica

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Sono una novantina pressoché le nazionalità rappresentate a Monfalcone. Tenendo conto che nel mondo sono quasi 200, si può dire che a Monfalcone vi è mezzo mondo rappresentato. Tutti i continenti hanno un cittadino che vive qui.  Nello statuto della città dei "cantieri" si legge che il Comune tutela i valori culturali, sociali e ambientali che rappresentano il patrimonio di storia e tradizioni della comunità e costituiscono motivo determinante per il suo sviluppo e rinnovamento per realizzare, nel presente e nel futuro, condizioni degne del suo passato.     Il Comune si riconosce nei valori della Resistenza e della vita nazionale espressi nella Costituzione Italiana. Ritiene la pace un diritto fondamentale delle persone e dei popoli. Ora, la nostra bandiera, come tutelata dalla Costituzione è il tricolore, che va sempre tutelata e rispettata, abbiamo la bandiera europea, e nello statuto del Comune non a caso si legge che Monfalcone è città aperta all’Europa. Partecipa attivam

L'Isonzo il fiume più diabolico del mondo

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L'Isonzo è un fiume strepitoso, dai colori più affascinanti del mondo, un verde smeraldo tanto unico quanto raro. Ma nello stesso tempo può vivere una metamorfosi stravolgente per somigliare a quel color castagna proprio del Tamigi. Un fiume che ora può essere quasi in secca ed ora in piena. Un fiume che sa ingannare, sembra tranquillo, sembra un lago, ma lago e tranquillo non è. Perchè le sue correnti sono potenti, nel giro di un refolo di bora l'acqua può salire e senza capire come potresti trovarti immerso nel tremore della paura. Un fiume transfrontaliero che sfocia nell'Adriatico, un fiume che si è macchiato di color sangue, tanto, nel corso della sua storia. Sangue di guerra, e sangue di solitudine o disgrazia. Abbondano le cronache nel corso del tempo di eventi,  di drammi e tragedie che hanno avuto proprio questo immenso fiume come attore e spettatore. Come accadde nel 1884 quando persero la vita dei ragazzini tra Sagrado e Pieris, come accadde nel 1885 quando una p

A Monfalcone il diritto al lavoro non fa rima con donna, la quasi totalità delle donne bengalesi sono emarginate

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      A Monfalcone forse è preferibile parlare di fiori, di estetica discutibile ai limiti del tamarro, di identità medioevale, di tutto e di più, che del vero tema nodale. Il lavoro. Lo abbiamo ripetuto fino alla nausea che Monfalcone è la città dei cantieri, non esistono solo i cantieri, ma se chiude la Fincantieri, salta il mandamento. La città può reinventarsi tutte le distrazioni che vuole, diventare un fantomatico polo crociere, il punto più a nord dell'Universo mondo, ma senza un lavoro ben pagato, senza diritti, senza la rottura del tabù che qui esiste e persiste ed ha fatto ripiombare la città della Rocca nel medioevo, questa volta quello vero, non ci sarà alcun futuro che potrà tenere e reggere dovendo fare i conti con una situazione sociale a dir poco imbarazzante ed ingestibile. Il primato nazionale è ben noto a tutti, il 31% di incidenza di cittadini stranieri con il boom proveniente dall'area del Bangladesh. Così ha deciso Fincantieri, così è. Quando deciderà di a

Quella sonora sconfitta subita dalla Wehrmacht a Monfalcone...

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Il 31 ottobre del 1943 a Monfalcone si consumò un evento importante, per giorni pubblicizzato sui giornali locali, sui canali radio locali. La sfida tra la  Wehrmacht che occupava la Venezia Giulia e il CRDA di Monfalcone, la squadra del cantiere cittadino. Sfida che venne anticipata già da una partita che la rappresentativa dei nazisti svolse a Trieste, contro la rappresentativa della Triestina, che finì in rissa, tanto che vennero radiati anche gli arbitri, ritenuti incapaci di gestire la situazione in campo ed alcuni giocatori sanzionati e lasciati senza stipendio. La propaganda presentava la formazione nazista, il cui esercito dall'8 settembre del '43 occupava queste terre, come favorita, sia per la forza fisica che per lo stile di gioco.  La partita venne organizzata dal Dopolavoro ferroviario cittadino e fu il primo evento sportivo calcistico che si tenne a Monfalcone dopo un lungo periodo di sospensione a causa dei fatti bellici. Il calcio si è dimostrato un veicolo form

Quando bastava farsi un giro in macchina per Trieste per finire nei campi di concentramento

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  Il periodo dell'occupazione nazista è stato uno dei più nefasti della storia recente italiana, con gli italiani che si son trovati di punto in bianco a dover fare i conti con una situazione sconcertante e misure oppressive pesantissime. Dal coprifuoco sempre più stringente ai divieti di movimento, come testimonia ad esempio il comunicato del comandante di campo del 22 settembre 1943. Mentre da un lato si tacevano le azioni di resistenza dei partigiani nel nostro territorio, si dava invece ampio spazio alle disposizioni naziste. Si vietava il traffico veicolare a Trieste e zone circostanti vietandone espressamente l'utilizzo di veicoli privati per tutti colore che avevano dai 16 ai 60 anni di età. Disposizione che entrò in vigore alle ore 18 del 25 settembre e tutti coloro che avrebbero violato il divieto sarebbero stati spediti direttamente nel campo di concentramento. Insomma, farsi un giro in macchina per Trieste poteva avere come conseguenza quella di finire direttamente n

Quei conflitti tra operai nei cantieri di Monfalcone

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Monfalcone si è appiattita nel tempo in quella retorica che la vuole come città dei cantieri, la cui storia risale ai primi del '900 con tutte le vicissitudini che hanno connotato l'epopea del Cantiere navale triestino, poi  Cantieri Riuniti dell'Adriatico, poi Italcantieri – Cantieri Navali Italiani, oggi Fincantieri. Città dei cantieri, nel senso che appartiene proprio ai cantieri che ne hanno plasmato l'identità e la fisionomia, con una realtà che secondo l'ultimo grande censimento asburgico vantava 6500 abitanti italiani e 1500 i cittadini di nazionalità straniera per arrivare ai quasi 9000 cittadini di nazionalità straniera di oggi su una popolazione di circa 30mila abitanti. Incidenze storiche sempre importanti di "stranieri" a Monfalcone. Questa è l'identità vera e la storia vera della città. Il monfalconese "doc" è  storicamente un frullato di nazionalità. Una città portuale, perchè qui si nascono le navi, approdo di operai proveni