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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

Maggio 1948: il primo treno d'Italia a Monfalcone dopo la guerra

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Poche ore dopo l'insediamento del primo Presidente della Repubblica, a Trieste, giungeva il primo treno d'Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Treno che passava chiaramente anche dalla stazione di Monfalcone, come testimonia un breve fermo immagine tratto dal prezioso video dell'archivio dell'Istituto Luce. Il video interessa l'i naugurazione della linea ferroviaria Venezia-Trieste. Fu un fatto storico di estrema importanza, un piccolo segnale di ritorno alla normalità in un Paese ridotto in macerie a causa della seconda guerra mondiale. Le ferrovie sono sempre state importanti nel nostro territorio, soprattutto grazie agli investimenti originari effettuati dall'Impero asburgico. Nel 1854 venne infatti aperta la linea da Trieste a Vienna  attraverso il Semmering. Il progettista fu il veneziano Carlo Ghega, a cui a Trieste è dedicata una via in città, linea di 14 gallerie, una delle quali raggiungeva la lunghezza di  ben 1431 m, con 16 viadotti e

Tra avversità e giudizi nei confronti degli "slavi" in primavera a Trieste di Quarantotti Gambini

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Tanti sono gli scrittori, che in Italia, vengono coltivati, coccolati, e guai ad osare a criticarli, perchè diventati punto fermo di una sorta di nazionalismo ottocentesco che alla fine dei conti cosa ha prodotto di costruttivo, benefico, per il nostro mondo e per la nostra società? Pensiamo agli insulti di Slataper nei confronti dello sl oveno , nel suo sopravalutato ogni oltre ragionevole comprensione il mio Carso, e che dire del disprezzo di D'Annunzio nei confronti del croato ?   Veniamo a Pier Antonio Quarantotti Gambini . Qualcuno ha lamentato che questo scrittore in Italia sia stato dimenticato troppo in fretta. Non è detto che ciò sia stato un male, anche se nelle scuole viene studiato con un giudizio critico inesistente, perchè nei confronti di alcuni autori, punti chiave per le questione nazionalistiche nostrane, nessuna critica deve essere osata. Il suo primo romanzo fu la Rosa Rossa , ultimato negli anni '30, noto anche per aver diretto la storica radio Venez

Regionali 2018 FVG. Mai tanto disinteresse vi fu

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Si vota per la dodicesima vota da quando esiste la Regione del FVG nata nel 1963. E si vota durante quello che sarà il ponte del primo maggio, si vota con una legge reputata antidemocratica nella misura in cui ha determinato l'esclusione a priori di tante liste che non sono riuscite o neanche ci hanno provato a raccogliere il numero minimo di firme necessarie a presentarsi, circa 5000 mila, ne servivano 500 circa solo per presentarsi invece alle politiche. Logica di un sistema che ragiona per escludere e non includere, la democrazia rappresentativa non è per tutti e non tutti possono concorrere. E' un dato di fatto evidente, incontestabile, giusto o non giusto saranno i cittadini a valutarlo.  Ed il tutto o forse questo nulla segue un periodo elettorale inizialmente turbolento, che porterà l'Italia ad essere giallo-verde, ed il FVG mettere la freccia in modo deciso e decisivo a destra. L'astensione sarà sempre in crescita, è un dato fisiologico, umano. Ma quell

Passeggiando, in 15 minuti, dal centro di Ronchi alla stazione di Ronchi-Trieste Airport

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In 15 minuti si può cambiare il mondo. Anche meno a dire il vero. 15 minuti possono segnare un racconto, una narrazione, possono tanto o anche semplicemente essere un nulla. Come quando vai al tuo bar preferito, il tempo che ordini un caffè, sfogli il quotidiano, sorseggi il caffè caldo appena servito, e leggi qualche articolo che i 15 minuti son letteralmente decollati. Come gli aerei che decollano dallo scalo di Ronchi- Trieste Airport, il cui nome farà certamente discutere soprattutto in Friuli più che nella " Venezia Giulia" chissà per quanti decenni ancora, decolli che comunque al momento sono pochini.  15 minuti è il tempo effettivo che distanzia il centro di Ronchi, partendo dal suo cuore, piazza dell'Unità, dal palazzo sede del Comune edificato nei primi anni '20, ovvero non appena a Ronchi venne associato l'infelice dei Legionari in ricordo dell'occupazione militare della città di Fiume che verrà annessa dal fascismo nel 1924, alla nuova stazi

Mireille Knoll, uccisa perchè ebrea al solito grido Allah Akbar. Ma nel mondo non è choc

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Sopravvissuta all'Olocausto, uccisa al grido forsennato che insulta, per come usato lo stesso Dio che vorrebbero lodare, Allah Akbar, è omicidio antisemita. Una violenza scatenata all'interno delle mura domestiche del suo appartamento di Parigi. Ma ciò che impressiona è che pur le indagini muovendosi in una direzione chiara, quello dell'odio razziale, antisemita, pur essendoci le "passeggiate" di protesta per la Francia, nel mondo non vi è stata una reazione da choc. Come se quanto accaduto fosse una robetta da ordinaria cronaca nera, forse nerissima, ma nulla di più che possa meritare un trafiletto, mezza paginetta di giornale, o qualche secondo nei Tg nazionali. Perchè? Questo è ciò che ci si deve domandare in un mondo sempre più incattivito dall'odio razziale. Uccidere in quel modo brutale un testimone vivente di una storia disumana, è come aver completato quell'Olocausto alla quale Mireille riuscì a fuggire, lei e tutte e tutti coloro che

I vecchi e cari quotidiani che sfuggono alla "rete"

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Ogni anno si dice che i vecchi e cari quotidiani hanno la vita contata. Si profetizza addirittura che il più importante quotidiano d'Occidente, intorno al 2028, il prestigioso New York Times verrà assorbito totalmente da internet, la vecchia carta diventerà un ricordo da album di un passato che non ci sarà più. La carta è nata maledetta, da quando esiste non si fa altro che prevederne la fine, un pò come accade con il nostro mondo, dove pur essendo ovvio che un giorno non esisterà più perchè nulla è eterno, non si fa effettivamente  altro che sognarne o anticiparne o fantasticarne o pronosticarne la fine precoce. Sindrome di Cassandra si potrebbe dire. I vecchi e cari quotidiani continuano a resistere alla rete, si sono sicuramente adattati, ma sfuggono, ad oggi almeno alla rete. Certo, leggendo i dati di ADS e guardando quello che accade in FVG, questi esprimono una consistente riduzione di copie dei principali quotidiani come il Messaggero Veneto ed il Piccolo. Il primo

Sapore d'estate a Sistiana

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Domenica delle palme, la prima domenica di questa primavera e la prima domenica con il ritorno di quella stramaledetta e forse anacronistica come non mai ora legale. Una domenica dai tanti primati, e non poteva mancare una giornata dai sapori d'estate. Perchè quel lungo inverno che si è scagliato in questa fetta di costa italiana sembrava proprio non voler più andar via. Tra sfuriate della Bora, nevicate, ghiaccio e gelate. Non se ne poteva più. E da buone lucertole, al primo sole, la costa è stata letteralmente invasa... Una domenica cosmopolita, italiani, sloveni, croati, austriaci, tedeschi, cinesi, rumeni, e chissà ancora da dove. Tutti a passeggiare lungo la spiaggia di Sistiana fino a quel Porto Piccolo che a dire il vero pare essere sempre più grande, perchè si ha la sensazione che si stia ingrandendo giorno dopo giorno, metro dopo metro. Tutti i ceti sociali insieme, dal ricco con la Porsche Cayenne  senza più confine al cittadino medio con l'immancabile uti

Oltre la notte, audace attacco all'ingiustizia tedesca in una Germania sempre pronta all'autocritica

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La Germania ha avuto Norimberga. Processo più che sostanziale sicuramente dal grande valore simbolico che altre realtà, a partire dall'Italia, che con il suo fascismo è stato da "musa" per il nazismo tedesco, non hanno avuto. E le conseguenze si son viste soprattutto nel periodo dello stragismo degli anni '70. Oltre la notte, è un film che ha ricevuto diversi premi, candidature, riconoscenze. Nulla di eccezionale, regia semplice, zero effetti speciali, una storia lineare ma profondamente drammatica che colpisce al cuore l'individuo ed il senso dell'ingiustizia e quella necessità di giustizia che arrivati ad un certo punto, quando verrai tradito dal sistema, che governato dal dubbio garantista, preferirà assolvere piuttosto che condannare, non avendo più nulla da perdere, perchè hai perso tutto, diventerai tu il giustiziere o meglio la giustiziera del mondo e sarà l'unico modo con il quale potrai raggiungere il tuo senso di pace. E nessuno potrà dirti

Dal tempio di Monte Grisa,faro per l'Istria, alla torre futuristica di Capodistria, faro per l'Italia

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Vi è un momento speciale sulle alture che sovrastano la bella addormentata d'Italia, principessa dell'Impero caduto, Trieste. All'ora del tramonto, dal triangolare e pseudo-esoterico, per la  sua forma, formagin di Trieste, noto anche come il tempio "della concordia" di Monte Grisa si intravede una luce speciale. Un tempio edificato ad una altitudine di 330 metri sul livello del mare, un Tempio che ha un volume complessivo di 50 mila metri cubi, con 8.500 metri cubi di strutture in cemento armato, 4 mila metri quadrati di pavimentazioni in marmo e 1.800 metri quadrati di enormi vetrate. È stato progettato dall’architetto Antonio Guacci. La prima pietra venne posta nel lontano 19 settembre del 1959, ma sarà solo il 22 maggio 1966 che si realizzerà la solenne consacrazione del Santuario a Maria Madre e Regina alla presenza dell’allora ministro Giulio Andreotti. Andreotti, presente lì ove doveva essere presente. E giungerai all'ingresso di quel Tempio d

La questione mafie in FVG ma è percepita realmente come un problema?

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Da un lato film, slogan, ritualità, dall'altro chi combatte, giorno e notte, silenziosamente le mafie, mettendo continuamente a rischio la propria vita, perchè la lotta contro le mafie è una cosa seria, non un qualcosa da banalizzare o mediatizzare. Purtroppo dei cortocircuiti sono avvenuti anche all'interno del più complesso e variegato mondo dell'antimafia, le denunce in tal senso sono state diverse,da chi ne ha evidenziato il carattere del business da chi ha evidenziato in alcuni casi come le stesse mafie abbiano fatto ricorso al mondo dell'antimafia per perseguire i propri fini. In FVG il problema delle mafie c'è, esiste. Lo si scopre ad ondate, passando dalle inchieste, dalle pubblicazioni delle relazioni degli organi preposti che anno dopo anno evidenziano come in modo sistematico e con maggiore costanza le mafie da radicamento possibile sono passate ad un significativo accrescimento in FVG, a a partire da Camorra e 'Ndrangheta che pare non essere lont

Ma quanto si sta bene con un non Governo e un non Parlamento? Il chi se ne frega del dopo 4 marzo

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Purtroppo la santa e benedetta pace giunge al termine. Dopo il voto del 4 marzo, con il non vincitore, perchè praticamente hanno vinto tutti anche coloro che avrebbero preso delle bastonate elettorali ufologiche e sarebbero in teoria sconfitti ma alla fine dei conti sono proprio coloro che possono determinare l'ago della bilancia, senza maratone, senza niente, si ritorna alla solita noiosissima scorreria di bla bla bla.  Inizia la diciottesima legislatura, probabilmente la più sfigata di sempre. Esiste un governicchio, pacato, compromesso con i compromessi nell'Italia che ha fatto del compromesso la sua non virtù esistenziale, che va avanti, fa le sue cosettine, senza clamore, senza niente. Quando in TV vedi i soliti politici cambi semplicemente canale, quando nei giornali si parla di politica, vai a cercare l'unica notizia che ti può interessare, la cronaca o lo sport, quando alla radio senti un politico parlare cambi subito frequenza. Si farà o non si farà il Governo

Il peso delle parole nelle due Italie su Giulio Regeni

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Che non tutte le parole fossero uguali lo si sapeva. Dipende cosa si dice, come lo si dice e soprattutto chi lo dice. Se un comune cittadino dice che l'Italia delle stragi, della strategia della tensione, divorata dalla mafia, massoneria deviata, corruzione e clientelismo becero, non può pretendere verità da Paesi che hanno massacrato i propri cittadini o dove sono stati massacrati dei propri cittadini, è un dato di fatto che scalfirà per qualche attimo la riflessione, il momento fatidico della tua quotidianità. Poi, come la vita comanda, o non comanda, riprendi il tuo percorso, con la spada di Damocle di quell'ingiustizia che giorno dopo giorno peserà sempre di più sulla tua coscienza. Perchè comprenderai che vivere in un Paese i cui rappresentanti eletti "democraticamente" se ne fottono della verità, della giustizia, di tutelare l'onore e la dignità di un proprio concittadino che ha perso la vita in quello che potrebbe essere un classico omicidio di Stato, c

E ora diamo un nome al "ponte" di Ronchi-Trieste Airport

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A Ronchi si è sempre parlato del suo storico ponte romano, tanto si è fantasticato, poco o nulla è rimasto oltre a ciò che la memoria ha tramandato nel corso dei secoli. Ma ora Ronchi ha il suo nuovo ponte e forse ne diventerà se non il simbolo sicuramente uno dei simboli che identificherà Ronchi ed il Trieste Airport. Un ponte dove si respira aria di internazionalità dove sembra di essere al centro di una metropoli internazionale, ma sei tra il Carso, l'Adriatico e l'Isonzo e il Timavo, in Bisiacaria, tra il Friuli e Trieste, tra le Alpi ed il golfo di Trieste, un ponte che scivola verso l'Est Europa senza mai slegarsi dall'Ovest. Un ponte lungo 425 metri, 425 metri di storia, come sarà questa storia lo scopriremo tutti noi vivendola, giorno dopo giorno. Una scommessa che non si può permettere di perdere il territorio perchè sarebbe un disastro per tutti. Non voglio chiamarla passerella, perchè tale definizione rischia di sminuirne la effettiva consiste

Il nuovo ponte di Ronchi. 425 metri di storia (foto)

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A Ronchi si è sempre parlato del suo storico ponte romano, tanto si è fantasticato, poco o nulla è rimasto oltre a ciò che la memoria ha tramandato nel corso dei secoli. Ma ora Ronchi ha il suo nuovo ponte e forse ne diventerà se non il simbolo sicuramente uno dei simboli che identificherà Ronchi ed il Trieste Airport. Non è una semplice passerella anche se tecnicamente è stata presentata la struttura che collega l'aeroporto con la nuova fermata ferroviaria del polo intermodale come quella linea retta rappresentata dalla passerella pedonale aerea che, dopo aver attraversato la strada statale, collega, appunto, l'aerostazione ai parcheggi, alla stazione degli autobus e alla fermata del treno. E' la vera regina, la vera attrazione, questa struttura, dell'intera area che unisce il polo intermodale all'aeroporto. In realtà si tratta di un vero ponte che unisce due mondi apparentemente distanti, strada ferrata e via aerea, ma complementari tra di loro, un ponte

Fatti i cazzi tuoi, ca campi cent'anni, mai detto più sincero ci fu nell'Italia di ieri e di oggi speriamo non di domani

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Altro che un bel tacer non fu mai scritto» o «il bel tacer non fu mai scritto, Fatti i cazzi tuoi, ca campi cent'anni. Questo è il vero motto dell'Italia di ieri, di oggi e si spera non del domani. Non vedo, non sento, non parlo,  un detto che rappresenta tre scimmie, le tre scimmie sacre anche se poi in realtà sarebbero quattro ed hanno anche dei nomi. Si racconta di "Mizaru", “scimmia che non vede”, "Kikazaru", “scimmia che non sente il male” e "Iwazaru", “scimmia che non parla del male”, "Shizaru" la quarta scimmia, quella non sempre presente che a detta di molti simboleggia il principio del “non compiere il male”ì e viene  raffigurata con le mani incrociate verso il basso. L'Italia per la sua cultura è da tempo millenario,ancor prima della nascita dell'Italia politica, caratterizzata dal motto tutto nostrano che nella sua semplicità e banalità è di una profondità unica e poeticità volgare notevole. Quel fatti i cazzi t

Ogni volta che l'Egitto apre bocca su Giulio, si gonfia il fiume dell'indignazione

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Altro che esondazioni del Nilo. Ogni volta che l'Egitto, e per Egitto si intende il sistema di potere che lo rappresenta, dentro e fuori i suoi confini nazionali, apre bocca su Giulio, esondano le acque di quel fiume di rabbia ed indignazione che si gonfiano giorno dopo giorno, ora dopo ora, semplicemente perchè si sta prendendo in giro la dignità di una famiglia a cui è stato strappato nel peggiore dei modi, il proprio figlio, un Paese, al quale è stato sottratto un suo cittadino che non ha saputo tutelare né prima e né durante e né dopo, dai fatti tremendi, diabolici, malefici, accaduti in quel maledetto gennaio e febbraio del 2016 nella terra delle piramidi. Siamo entrati nel terzo anno di questa vicenda. E le parole, fiumi di parole, di convenienza, di stile, di formalità, continuano a perdersi ogni volta che i rappresentanti dei due Paesi si parlano. Eppure una cosa potrebbero farla. Avere la decenza di starsene zitti. Perchè l'Egitto non è interessato a scoprire la ve

Celeste come il cielo, bianco come le nuvole, il nuovo aeroporto di Ronchi, una scommessa da non perdere

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Polo intermodale e utili portano il valore di Trieste Airport a 70 milioni „ Ne ha fatta di strada lo scalo di Ronchi o del Friuli Venezia Giulia anche se il nome attuale internazionale è Trieste Airport. Rimane aperta la questione dell'intitolazione, che andrà probabilmente rivista. Brazzà nasce a Roma in via dell’Umiltà 82, nel 1852 e morirà a Dakar nel 1905, di famiglia aristocratica originaria del Friuli, prenderà anche la cittadinanza francese, opererà per l'interesse della Francia, divenne ufficiale della Marina di Francia, sarà sì esploratore ma nell'ambito del colonialismo, ed infatti è noto come il colonialista buono o gentile od “illuminato”, come se vi possa essere un colonialismo cattivo ed uno buono. Dal 1935 quando le prime tracce ufficiali dell'aeroporto vennero rinvenute all'interno di un rapporto scritto dal Comando dell'aeroporto "F. Grego" di Gorizia, al 2018, anno del suo profondo rinnovamento, di strada ne è stat

La Bisiacaria conquistata dai giganti del cielo e del mare

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I giganti hanno sempre fatto parte della storia dell'umanità a partire dalla mitologia, da Poseidone a Crono,senza dimenticare i temibili titani, e poi i ciclopi gli ecatonchiri, Cotto, Briareo e Gige. Per arrivare a quelli più noti da David che sfida Golia, un gigante di coraggio ed ideali che sfiderà un gigante fisico, ai giganti che caratterizzeranno la tradizione, ancora oggi, che esiste e resiste dalla Sicilia alla Calabria, non unite da Scilla e Cariddi, ma dallo spirito di Mata e Grifone, che ricordano le incursioni dei spagnole ,turche e dei saraceni ed avvicinano questi luoghi alla Catalogna dove il culto dei giganti è vivo più che mai in una terra fortemente identitaria. E poi i giganti della modernità, frutto dell'operosità dell'uomo, dell'ingegno e del sudore umano. Ed in una fetta di terra d'Italia, cuscinetto tra il Friuli e Trieste, tra i due fiumi, Timavo e Isonzo, che ha le proprie radici storiche in una pluri-cultura dalla latina alla slava,

L'Italia, un Paese che ha ancora paura della verità sul caso Moro

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Ci sono dei punti fermi che rimarranno tali per sempre nella travagliata storia della Repubblica italiana. Come il rosso, color sangue, della Renault 4 nota come la Renault 4 di Moro, con quel N5 e numero 90 a segnare la memoria di una storia che non conosce pace. Come la via Fani, come via Gradoli, come l'operazione militarmente perfetta che porterà alla mattanza di via Fani, compiuta da chi non aveva alcuna esperienza militare,  ma a quanto pare era sufficiente il solo "ideale" la sola convinzione, senza dimenticare i depistaggi, le trattative, le miriadi di cose non dette per arrivare a vedere molti dei protagonisti di quella stagione essere oggi quasi dei vip. Moro probabilmente è "morto" nel giorno stesso in cui ne è stato deciso il sequestro. I motivi saranno plurimi, non esiste mai un solo motivo, così come gli interessi sono plurimi e plurime le soggettività coinvolte. Una pluralità di realtà che si sono adoperate perchè la Verità non arrivasse mai,

Il milite ignoto ed il dolore delle cinque madri, ma solo una poteva essere quella giusta

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Undici furono le salme che caratterizzarono l'epopea del milite ignoto, una sola poteva essere scelta ed una sola venne scelta. E doveva essere una donna, una madre a compiere l'ennesimo atto "votivo" alla causa nazionale. Nell'imbarazzo di tale incredibile situazione ci fu una vera e propria selezione, per scegliere la madre giusta, il dolore giusto, con il figlio giusto, perso in guerra. L'Italia veniva rappresentata come una donna, la vittoria veniva identificata come una donna. Che mezzo milioni di madri persero i propri figli e poco più di un milione videro i propri figli essere gravemente feriti, o maciullati, era un qualcosa che doveva trovare il giusto coronamento con la giusta scenografia, iconografia, estetica nazionale di stato. Ci fu una vera e propria selezione. Venne nominata una commissione che aveva il compito di scegliere la madre giusta. Non poteva essere Anna Visentini Feruglio, udinese, la prima madre scelta , madre di ben due fi

Se un giorno non lontano dovesse a Monfalcone "sbaraccare" il cantiere navale

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La storia non la si scrive con i se e non la si fa con i se. Ma i se nella società di oggi, più che mai, sono fondamentali, perchè nell'ambito di una globalizzazione selvaggia di certezze non ve ne sono. Il caso Eaton ha fatto tremendamente scuola. Non è stata la prima azienda a chiudere in un territorio depresso e difficile come l'area dell'Isontino, nonostante le potenzialità che avrebbe per la sua collocazione geografica, che a causa di vicende storiche ottocentesche pare essere stata alla fine dei conti più una penalizzazione che una virtù. Si chiude e si apre, si sposta la produzione lì ove il "costo del lavoro" è minore ed i profitti possono diventare più consistenti. In tale società ad alta competizione il sistema è cinico, non perdona. Tanti saluti, grazie ed arrivederci o meglio addio. Chi lo avrebbe detto che la FIAT che ha fatto la storia della classe operaia italiana sarebbe diventata ciò che oggi è? Eppure è successo nel giro di un niente. Quando

Ecco il calendario scolastico in FVG per il 2018/2019

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La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato il calendario per l'anno scolastico 2018-2019.  Si parte, dopo le vacanze estive ed il periodo in cui il personale scolastico esercita le proprie ferie come da contratto, il 10 settembre 2018. In tutte le scuole, statali e paritarie, le lezioni avranno inizio lunedì 10 settembre 2018. Nelle scuole dell'infanzia, statali e paritarie le lezioni termineranno sabato 29 giugno 2019 , per un totale - tenuto conto dei giorni di festività e di sospensione regionale delle lezioni - di 227 giorni utili. Al calendario così stabilito, andrà eventualmente sottratta la festa del Santo Patrono, qualora ricada in un giorno coincidente con le lezioni. Nelle scuole primarie, nelle scuole secondarie di primo grado e nelle scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie, le lezioni termineranno mercoledì 12 giugno 2019 , per un totale - tenuto conto dei giorni di festività nazionale e di sospensione regionale delle

Se ritornasse...

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La chiamano nostalgia. Ma in realtà è un qualcosa di più, più profondo, e mai effettivamente indagato. Un se che ritorna, che forse non è mai andato via specialmente nelle zone di confine crocevia di civiltà diverse, storie diverse. Siamo sempre stati insoddisfatti dalle condizioni del nostro tempo. Ed allora ecco fuggire per andare alla ricerca di un tempo che non esiste più, che non hai conosciuto, che appartiene alla memoria della tua famiglia, della tua terra occupata da soggettività che reputerai sempre estranee rispetto a quell'essere di un tempo che non c'è più. Un frullato di tutto, si parlerà di patriarcato di Aquileia, di Serenissima, di Napoleone, di Impero Austro-Ungarico, di Regno d'Italia, di alabarda o aquila friulana o di Jugoslavia. Una miscela di storie diverse, in conflitto tra di loro ed in continuità tra di loro, a volte. Non potendo cambiare la storia del presente ti perdi in quel iera una volta. In quel se ci fosse oggi l'Impero, la Sereniss

I segnali che raccontano un tempo che non c'è più

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Lamiera che viene rottamata per dare spazio alla modernità, con la sua grafica sottile nelle stesso più grezza rispetto a quell'eleganza e rotondità che caratterizzava i segnali di un tempo. Come quello che ti indicava all'altezza della cava che si divora il Carso, nota come cava di Doberdò, la svolta verso Gorizia o Trieste. Ha attraversato tutto il dopoguerra ed è stato rottamato oggi nel 2018. L'unico elemento positivo è stata l'aggiunta del bilinguismo, ora si leggerà Trieste e Trst, Gorizia e Gorica. Storia che viene rottamata come il cartello storico di cui si è persa traccia che avvisava i passanti nei pressi delle zone di confine di non fotografare verso di là, come si suol ancora oggi dire, quel là che oggi è in Europa come il qui. O la fermata delle autocorriere di Ronchi, un cartello che continua a sopravvivere non si sa ancora per quanto tempo, conquistato dalla ruggine che ne divora forma e sostanza, chissà quante passioni, dolori, emozioni e vicissitu