Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Dal tempio di Monte Grisa,faro per l'Istria, alla torre futuristica di Capodistria, faro per l'Italia



Vi è un momento speciale sulle alture che sovrastano la bella addormentata d'Italia, principessa dell'Impero caduto, Trieste. All'ora del tramonto, dal triangolare e pseudo-esoterico, per la  sua forma, formagin di Trieste, noto anche come il tempio "della concordia" di Monte Grisa si intravede una luce speciale. Un tempio edificato ad una altitudine di 330 metri sul livello del mare, un Tempio che ha un volume complessivo di 50 mila metri cubi, con 8.500 metri cubi di strutture in cemento armato, 4 mila metri quadrati di pavimentazioni in marmo e 1.800 metri quadrati di enormi vetrate. È stato progettato dall’architetto Antonio Guacci. La prima pietra venne posta nel lontano 19 settembre del 1959, ma sarà solo il 22 maggio 1966 che si realizzerà la solenne consacrazione del Santuario a Maria Madre e Regina alla presenza dell’allora ministro Giulio Andreotti. Andreotti, presente lì ove doveva essere presente. E giungerai all'ingresso di quel Tempio dopo aver superato le due colonne portanti che metaforicamente ricorderanno le colonne del Tempio di Salomone, rappresentate dagli alberi del vialetto. Un Tempio dominato, dopo alcuni fatti reputati come satanici, da una enorme croce, un Tempio che ha avuto sempre un suo ruolo fondamentale, quello di essere il faro di quella terra ritenuta come perduta, l'Istria, dopo 25 anni di permanenza italiana, un Tempio realizzato dopo la prima pietra tombale posta sulla questione dei confini con il Memorandum di Londra del '54 quando Trieste ritornerà all'Italia e l'Istria rimarrà alla Jugoslavia di un tempo . Se da una parte c'era il faro dell'Istria, dall'altra mancava il faro dell'Italia o meglio per l'Italia. Ed ora, almeno nelle intenzioni, arriverà, come si apprende dal Piccolo di Trieste. Una torre super-galattica, spettacolare, che si inserisce in quel progetto che ha ridisegnato Capodistria in modo impattante, dal nuovo lungomare alle palme in stile Miami Beach che forse hanno anche ispirato il centro di Milano. Gli architetti sono due mostri di questo settore, l'italiano Massimiliano Fuksas ed il collega sloveno Sandi Pirs.Un torre alta 111 metri, una struttura a doppia ellisse, che dovrà collegare la spiaggia di Giusterna al Monte San Marco.Una torre che dovrebbe avere un ruolo simbolico volto a sancire l'unione tra italiani e sloveni all'interno di Capodistria, anche se a dirla tutta i recenti fatti della Piazza Tito, a cui venne aggiunta solo in italiano la targa piazza Duomo, ha segnato momenti di frizione significativi tanto da far durare la nuova targa meno di 24 ore praticamente. E a ciò si aggiungerà anche un ponte lungo 100 metri. Un ritorno al futuro in chiave transfrontaliera, insomma che unirà idealmente quell'ammasso di cemento noto come faro dell'Istria al futuro faro dell'Italia?

Marco Barone

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