La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

I vecchi e cari quotidiani che sfuggono alla "rete"




Ogni anno si dice che i vecchi e cari quotidiani hanno la vita contata. Si profetizza addirittura che il più importante quotidiano d'Occidente, intorno al 2028, il prestigioso New York Times verrà assorbito totalmente da internet, la vecchia carta diventerà un ricordo da album di un passato che non ci sarà più. La carta è nata maledetta, da quando esiste non si fa altro che prevederne la fine, un pò come accade con il nostro mondo, dove pur essendo ovvio che un giorno non esisterà più perchè nulla è eterno, non si fa effettivamente  altro che sognarne o anticiparne o fantasticarne o pronosticarne la fine precoce. Sindrome di Cassandra si potrebbe dire. I vecchi e cari quotidiani continuano a resistere alla rete, si sono sicuramente adattati, ma sfuggono, ad oggi almeno alla rete. Certo, leggendo i dati di ADS e guardando quello che accade in FVG, questi esprimono una consistente riduzione di copie dei principali quotidiani come il Messaggero Veneto ed il Piccolo. Il primo è passato da una media di una tiratura di 61 mila copie del 2003 a 46 mila copie dei primi mesi del 2018, il Piccolo da una tiratura media di 55 mila copie ad una tiratura attuale di 25 mila copie. Una riduzione importante ma che si pone in linea con il quadro generale che interessa anche i principali quotidiani nazionali. E comunque si tratta di giornali che sono letti se non da tutti quasi da tutti, a partire dai bar, ciò a significare come la rete, nonostante alcuni decenni della sua esistenza, non è riuscita ancora a spazzare via la vecchia e tradizionale carta, che esiste e resiste e si spera ancora per lungo tempo. 

Marco Barone

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