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Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

L'esercito al confine tra Italia e Slovenia rimarrà fino al 31 dicembre e poi probabile proroga

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Benvenuti in Italia.  Ti aspetteranno militari, mitra, tute mimetiche, e forze ordinarie dell'ordine. Sono lì tra Italia e Slovenia, tra la provincia di Udine, Gorizia e Trieste, dicono per una questione di sicurezza, per i fatti di Parigi, per l'Isis. Certo. Come no. Sono lì soprattutto per un motivo chiaro. Disincentivare l'ondata di profughi, che al momento pare essersi fermata, ma prima o poi riprenderà, anche se dovrà affrontare muri sempre più rigidi e difficili quali quelli che sorgono in Ungheria, in Slovenia , in Croazia, in Austria ed ora anche in Italia.  Ed a dirla tutta la rotta Balcanica non ha neanche sfiorato l'Italia, ma questo Paese deve rincorrere la logica dei muri. Già, perché l'esercito come collocato in alcune zone strategiche altro non è che il primo passo per il muro italiano. Magari non sorgerà, o forse sì, intanto l'esercito è lì. Militarizzazione dell'Europa che continua dopo l'assurdo 13 novembre 2015, e ritornano i c...

Si devieranno risorse destinate ai rifugiati per la sicurezza interna?

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In quella che ho definito come la Carta dei Musei Capitolini  si è comunicato che si investiranno due miliardi di euro, dopo i fatti del 13 novembre, uno per la sicurezza ed uno per la cultura ed identità italiana.  Pare, che la somma destinata in particolar modo alla sicurezza, dai noti 80 euro, ad altri investimenti in tale comparto, abbia origine dalla clausola di flessibilità Ue che consente un  0,2% in più. Si tratterebbe della così della clausola Ue sull'immigrazione, o migranti, che deve ancora essere concessa e del cui utilizzo eventuale se ne parla già dal mese di ottobre, dunque ben prima dei fatti drammatici del 13 novembre.  Il Trattato di Lisbona introduce all’articolo 352 TFUE una clausola di flessibilità che consente all'Unione europea di adottare le azioni ritenute necessarie nei settori definiti nei trattati al fine di conseguire gli obiettivi dei trattati. Il Consiglio, deliberando all’unanimità su proposta della Commissione e previa appr...

La carta della Sala degli Orazi e Curiazi dei Musei Capitolini

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La possiamo ben definire come la Carta della Sala degli Orazi e Curiazi quella del 23 novembre 2015 . Una carta ove, a livello governativo, si esprimono principi ed intenti significativi e che hanno anche un peso economico, di due miliardi. D'altronde è noto che la Commissione europea ha confermato che l’economia italiana si è rimessa in moto nel 2015 e che la crescita si rafforzerà nel 2016. Ed ora è il momento di spendere, o meglio inserire qualche goccia di danaro pubblico in più in un sistema Paese che ha patito diversi anni di crisi e che ora deve fare i conti con i postumi della così detta crisi.   Nella carta della Sala degli Orazi e Curiazi, o brevemente dei musei Capitolini, si dichiara espressamente da che parte vuole stare il nostro Paese: “L'Italia si riconosce nella coalizione internazionale più ampia possibile, in cui il ruolo degli Stati Uniti d'America è cruciale, per sconfiggere il fanatismo, l'estremismo, il terrorismo”. Una carta che vuole ...

Siamo in guerra, ma in Italia non possono dirlo,altrimenti non la possono fare

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E' innegabile che l'Occidente è in guerra. Una guerra non iniziata dopo il 13 novembre, e neanche dopo l'11 settembre. Una guerra iniziata ben prima, che continua, frammentata. Non è una guerra globale, e neanche la terza guerra mondiale, anche se la Siria è il terreno ove si scontrano gli interessi delle principali potenze mondiali oggi militarmente in guerra. In Italia è vietato usare la parola guerra, non sia mai. Altrimenti si scatenano i soliti sentimenti conformi alla nostra Costituzione. Maledetta quella Costituzione che non legittima la guerra, che rifiuta la guerra, no? Ed allora no, non siamo in guerra, ma per fare la guerra dobbiamo dire che è solo una lotta contro il terrorismo, una battaglia, ma non una guerra.  D'altronde le fregature delle missioni di pace non funzionano più e neanche quelle delle guerre umanitarie.  Per fare la guerra, non si deve dire che si è in guerra e si deve preparare l'inesistente opinione pubblica a legittimare scelte in ...

La relazione sulla politica della sicurezza e la questione terrorismo

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Intorno a febbraio 2015, come da normativa, è stata depositata la relazione sulla politica della sicurezza il cui organo è costituito dal complesso di realtà ed autorità che hanno il compito di assicurare le attività di informazione per la sicurezza, allo scopo di salvaguardare la Repubblica da ogni pericolo e minaccia proveniente sia dall’interno sia dall’esterno del Paese. Una relazione che invitava l'Italia e l'Occidente a mantenere elevata l'allerta in merito alla nota minaccia terroristica di matrice jihadista che si è attestata negli ultimi anni su livelli significativi. Nel 2014 ha fatto registrare un trend crescente, passando nel gennaio 2015, nell’attentato di Parigi al Charlie Hebdo, rivendicato da al Qaida nella Penisola Arabica (AQAP), e negli omicidi di Montrouge e Portes de Vincennes, compiuti in nome dello Stato Islamico (IS), dalla bomba esplosa sull'aereo russo, dalla strage del 13 novembre di Parigi, all'attentato di Mali, senza dimenticare Bei...

Non è con l'esposizione dei crocifissi nei luoghi pubblici che si contrasta il fondamentalismo

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Dopo i drammatici fatti del 13 novembre in Europa si vive una versa psicosi del terrore, una deriva securitaria, incrementano atti e comportamenti razzisti, si affermano pseudo Stati di polizia, militarizzazioni diffuse, ritorno dei muri.  Stato di paura, verrebbe da dire. I fondamentalismi religiosi sono stati sempre un male, si è ucciso e tanto,ad esempio, nel nome del cristianesimo, dalle crociate ai roghi, per arrivare all'ultimo folle gesto di Oslo. Dove colui che si definiva come anti-multiculturalista, anti-marxista, anti-islamista, e sionista, salvatore del Cristianesimo, e difensore della "razza norvegese", nel 2011 ha compiuto un massacro. Colpendo anche tanti giovani, radunati nel campus politico laburista. Quasi un centinaio di morti. E si uccide nel nome del fondamentalismo islamista od islamico. La religione deve essere un fatto privato, che non deve né minare né turbare né condizionare l'operato di un sistema pubblico, la gestione della cosa pubbl...

Dopo Parigi è psicosi securitaria e razzista

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Dopo il 13 novembre si era capito subito che nulla in Europa sarebbe stato come prima. Che si sarebbe affermato una sorta di stato di polizia diffuso, una militarizzazione diffusa nelle nostre città. E così è ed in qualche misura l'avevo scritto già il 14 novembre . Ora cosa si vuole proporre? Controlli rilevanti alle frontiere esterne, controlli per i cittadini che arrivano da alcune  località  sensibili dei Paesi Schengen, o meglio ben potremmo dire ex Schengen, un registro europeo dove schedare tutti i passeggeri dei voli interni, registrare e prendere le impronte in modo sistematico a tutti i migranti che entrano nell’area (ex)Schengen e farle confluire in tutti i database di sicurezza europei, potenziare i servizi di informazione. Nel mentre di tutto ciò continua la psicosi della paura in Europa ed anche in Italia che legittima lo stato di polizia.  Controlli pesanti negli stadi ad esempio, ma anche comportamenti razzisti sempre più rilevanti nei confront...

L'Unione Europea agirà come gli USA dopo l'11 settembre

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L'articolo  42 (ex articolo 17 del TUE)  comma 7 del Trattato sull'Unione Europea afferma espressamente che: "Qualora uno Stato membro subisca un'aggressione armata nel suo territorio, gli altri Stati membri sono tenuti a prestargli aiuto e assistenza con tutti i mezzi in loro possesso, in conformità dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Ciò non pregiudica il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati membri." Il punto successivo, invece che "gli impegni e la cooperazione in questo settore rimangono conformi agli impegni assunti nell'ambito dell'Organizzazione del trattato del Nord-Atlantico che resta, per gli Stati che ne sono membri, il fondamento della loro difesa collettiva e l'istanza di attuazione della stessa". Dunque è evidente che anche l'Italia sarà pienamente e militarmente coinvolta.  L'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite afferma: "Nessuna disposizione d...

Dopo aver cantato l'inno alla vendetta francese, in Europa si canterà quello russo?

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I colori della francia, che poi sono i colori che accomunano tante bandiere, hanno, in segno di lutto e rispetto e condivisione del dolore, trovato spazio in diverse città del nostro Occidente. E si è cantato l'inno francese. Forse neanche senza conoscere il testo, il senso di quelle parole. Inno che invita i cittadini a prendere le armi, a formare i battaglioni, a marciare, a sostenere le braccia vendicatrici , la vendetta nel sublime orgoglio. Questo si è cantato. Spirito di vendetta comprensibile, umanamente comprensibile. Qualsiasi padre di famiglia reagirebbe nello stesso modo. A rischio di sacrificare altre vite, le libertà che la Francia dice di voler rivendicare. La vendetta sarà vendetta, all'interno della guerra. Una guerra dichiarata, non si capisce da chi per primo, senza carta e bolli. Ma non è più il tempo della formalità o della galanteria guerrafondaia questa. E' già successo altre volte. Il 6 aprile del 1941, senza dichiarazione di guerra alcuna, inizie...

Immigrazione: dopo i fatti di Parigi un motivo in più per accelerare l'approvazione della legge 99 in FVG

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Cosa propone parte della destra in FVG dopo i drammatici fatti del 13 novembre? Il ritiro, o meglio il congelamento della proposta di legge 99 sull'integrazione degli immigrati, poi propongono, come sempre, l'intervento dell'esercito per i controlli alle frontiere, e strumentalizzano per fini politici le parole del Procuratore di Trieste Mastelloni, che, secondo quanto riportato dai politici della destra, della Lega nord, di Alleanza Nazionale e Fratelli d'italia "evidenziano un serio rischio di infiltrazioni terroristiche dalla rotta dei Balcani e una ridotta forza di contrasto da parte delle nostre forze dell'ordine". E dunque, per questo motivo ultimo, sarebbe a detta loro, fuori luogo discutere la proposta di legge 99 che interviene in modo compiuto, per alcuni aspetti, sulla voce dell'immigrazione. Ora, premesso che su migliaia di migliaia di persone in transito sulla rotta balcanica, vi può essere sempre la pecora nera, ma questo non ...

Dall'attentato del fondamentalista cristiano di Oslo a quello fondamentalista islamico di Parigi

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Neanche una virgola di richiamo. Eppure l'analogia con la bestialità del 2011 sussiste. Colui che, in base a quello che emerse nei principali siti d'informazione, si definiva come anti-multiculturalista, anti-marxista, anti-islamista, e sionista, salvatore del Cristianesimo, e difensore della "razza norvegese", ad Oslo nel 2011 ha compiuto un massacro. Colpendo anche tanti giovani, radunati nel campus politico laburista. Quasi un centinaio di morti.  Parigi 13 novembre 2015. Chi ha colpito, lo ha fatto seguendo principi similari, non difensori del cristianesimo, ma dell'islam, ed anche loro anti multiculturalisti, ecc ecc. Due estremismi non contrapposti, ma identici che hanno trovato casa nella follia della ignoranza, dell'odio, nella religione estremizzata che lede la stessa religione che si vorrebbe difendere a colpi di arma da fuoco. Magari i fini più grandi, di Oslo e Parigi, saranno anche più rilevanti e nascosti rispetto alla banalità del...

Questa volta in Europa non sarà veramente nulla come prima

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Lì dove non sono riusciti i maledetti atti di guerra terroristica di Madrid, Londra, e Bruxelles Copenaghen e Parigi con Chalie Hebdo, probabilmente riuscirà la notte del 13 novembre 2015 con quello che in rete è diventato il #ParisAttacks. L'immagine simbolica di questa strage, in piena Europa, è sicuramente quella che vede migliaia di tifosi correre sul campo di calcio, per trovare lì protezione. Probabilmente in Europa nulla sarà realmente come prima.  Ogni atto ha una causa, una reazione, non mi interessa in questo momento dire o scrivere cose che potrebbero essere scontate per molti, come il fatto che il mostro che ha ucciso a Parigi è figlio delle guerre umanitarie occidentali. O che le politiche razziste, di xenofobia, di estremo nazionalismo ora cresceranno e forse avranno maggiore consenso, perché l'odio aumenta, e l'odio mina ogni buon senso e ragione, e che le prime vittime dell'effetto a catena che verrà saranno i migranti in marcia sulla rotta balc...

13 novembre la scuola in sciopero contro la cattiva scuola renziana

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Sono passati pochi mesi dallo sciopero del 5 maggio del 2015. Uno sciopero storico per la sua portata, per l'adesione di quasi l'80% del personale scolastico. Poi, viene approvata, nonostante il tutto, le proteste, le contrarietà, la Legge 107 del 2015. Una legge sulla scuola scritta contro il mondo della scuola. E come dimenticare le lacrime di chi ha pianto, e non per gioia, quando questa è stata approvata?  Arriva l'estate, si parla e si discute molto di scuola, ma qualche segnale di cedimento lo si respira. Doveva essere un primo settembre infuocato nelle scuole. Dovevano partire assemblee nel primo giorno di scuola in tutta Italia. Si doveva proporre un referendum. Certo, vi è stato chi ha cercato di strumentalizzare la lotta della scuola per i propri fini elettorali. Ma è stato punito. Perchè la lotta per la difesa della scuola pubblica è una cosa seria e non uno spot elettorale. Il referendum è una cosa delicata, una carta molto importante che se giocata male v...