La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

La carta della Sala degli Orazi e Curiazi dei Musei Capitolini



La possiamo ben definire come la Carta della Sala degli Orazi e Curiazi quella del 23 novembre 2015. Una carta ove, a livello governativo, si esprimono principi ed intenti significativi e che hanno anche un peso economico, di due miliardi. D'altronde è noto che la Commissione europea ha confermato che l’economia italiana si è rimessa in moto nel 2015 e che la crescita si rafforzerà nel 2016. Ed ora è il momento di spendere, o meglio inserire qualche goccia di danaro pubblico in più in un sistema Paese che ha patito diversi anni di crisi e che ora deve fare i conti con i postumi della così detta crisi.  

Nella carta della Sala degli Orazi e Curiazi, o brevemente dei musei Capitolini, si dichiara espressamente da che parte vuole stare il nostro Paese: “L'Italia si riconosce nella coalizione internazionale più ampia possibile, in cui il ruolo degli Stati Uniti d'America è cruciale, per sconfiggere il fanatismo, l'estremismo, il terrorismo”.
Una carta che vuole compensare la politica securitaria con quella culturale. In realtà sarebbero due opposti, cultura e sicurezza. Eppure in questa Carta si legge che “per ogni arma, un canestro per le strade. Ogni denaro speso in sicurezza diventerà un investimento se ci ricordiamo cosa stiamo difendendo: la nostra identità, fatta di pluralismo e di dialogo, di tolleranza e di confronto, di radici e valori”. 

Eppure il problema è proprio quello. L'arma. Le armi sono il problema e non si può compensare l'arma con un canestro. 
Ma è la tipica logica statunitense, che è quella che noi seguiamo fin dai tempi della liberazione di questo Paese dall'occupante nazifascista. 
Due miliardi destinati in due  direzioni opposte e contrarie che mai potranno compensarsi.

Un miliardo alla sicurezza così articolato negli intenti: un investimento di 150 milioni di euro sulla cyber security. Nel rispetto della privacy possiamo e dobbiamo fare di più per verificare e controllare potenziali sospetti. • L'estensione del bonus 80 euro – misura già approvata un anno e mezzo fa dal Governo per chi guadagna meno di 1.500 euro – a tutte le donne e gli uomini che lavorano per le forze dell'ordine a cominciare da chi sta sulla strada. • Un investimento di 50 milioni di euro per rinnovare la strumentazione delle forze dell'ordine a fronte di un processo di riorganizzazione (abbiamo cinque forze di polizia. Sono troppe. Devono diventare quattro. Entro l'anno la Forestale entrerà nei carabinieri. Abbiamo troppa gente negli uffici dei palazzi romani. Chiederò con forza ai comandanti di aumentare la presenza in strada diminuendo quella in ufficio. Abbiamo troppo patrimonio pubblico. Ci sono caserme abbandonate o semi occupate che vanno restituite rapidamente alle comunità territoriali, anche con processi di valorizzazione urbanistica) • Cinquecento milioni per la difesa italiana, con investimenti efficaci finalizzati a dare una risposta immediata alle esigenze organizzative e di rilancio. Siamo orgogliosi dei nostri militari, non faremo mancare loro il nostro sostegno
Ed un miliardo non tanto sulla cultura, ma sulla identità italiana. 
Si ritorna alle origini, ad una sorta di made in Italy socio-culturale. “Il miliardo su identità italiana. Ma fedele al principio italiano per cui ogni centesimo sulla sicurezza chiama un centesimo sulla cultura impegneremo un altro miliardo su queste linee guida. • 500 milioni alle città metropolitane per progetti di intervento sulle periferie con interventi di riqualificazione e “rammendo” per usare le parole del maestro Renzo Piano. Questi progetti dovranno essere presentati entro la fine dell'anno e dovranno essere spesi entro il 2016. • 300 milioni di euro per i diciottenni cui verrà estesa la Carta già predisposta per i professori e che potrà essere spesa per consumi culturali. Teatri, musei, concerti, libri. Un bonus per chi diventa maggiorenne perché abbia anche simbolicamente la consapevolezza di cosa significhi diventare maggiorenne in Italia: protagonista e coerede del più grande patrimonio culturale del mondo. • 50 milioni di euro per il diritto allo studio e le borse di studio degli studenti universitari meritevoli di studiare ma non in condizione di farlo per questioni di reddito • 150 milioni di euro per donare a tutti i cittadini la possibilità di dedicare il due per mille a un'associazione culturale. Già oggi i cittadini possono dare il due per mille ai partiti. Ma non possono darlo al Teatro della Scala o alla scuola di musica di periferia. Al teatro sperimentale cittadino o all'associazione culturale. Ciò che è possibile per i partiti, dovrà essere possibile anche per le realtà della cultura”.

Marco Barone

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