24 novembre.
Una data attesa, non disattesa dalla
voglia di chi crede che un mondo migliore sia possibile, disattesa
invece da chi, per ragioni ovvie e politiche, ha addomesticato il
conflitto sociale che velocemente piombava verso una tensione a dir
poco esplosiva.
Appelli e timori, ed alla fine,
rispetto al 14 novembre, si sono registrate in sostanza la metà
della metà dei manifestanti in piazza. Per esempio a Trieste dai
3000 reali del 14 novembre si è passati ai 600 reali del 24
novembre. Così come accaduto nel resto d'Italia.
Certo i numeri sono importanti, sono lo
specchio del dissenso o del consenso, ma nello stesso tempo devono
indurre alla riflessione seria.
E' emersa una copertura mediatica
eccezionale, i Cobas, per la prima volta dopo anni di pessima
informazione e censure, hanno avuto una visibilità incredibile,
oltre ogni previsione.
La Cgil è sparita dalle piazze, non ha partecipato al corteo con gli studenti, ma non
è stata l'unica.
Vuoi per direttive anomale, vuoi per
ragioni di opportunità elettorale, il principale sindacato italiano
che ha il potere di contrattare a livello nazionale, in base alle
leggi poco democratiche oggi esistenti, ha tirato i remi in barca.
Il motivo?
Le primarie del PD.
Ed ecco una foto, diffusa su twitter,
immortalare la Camusso mentre vota per le primarie del Partito
Democratico. (Per la cronaca ha votato per Bersani. )
Stesso discorso vale per la stampa.
La Federazione Nazionale della Stampa
ha sospeso lo sciopero del 26 novembre, accogliendo la richiesta del
Presidente del Senato, consistente semplicemente nell'attesa delle
risultanze del voto al Senato, prima di attuare lo sciopero.
Ovviamente è una scusa, poiché lo sciopero serve proprio a creare
pressione, ed il motivo del rinvio è, ed altro non può essere, che
quello di dare copertura mediatica alle primarie del PD.
Insomma, un dato chiaro e certo che
deve far capire come le cose funzionano in questo Paese.
I motivi che hanno determinato lo stato
di agitazione nella scuola persistono.
I tagli continuano ad esistere, perché
si parla di somme contabilizzate che per forza di cose verranno
“prelevate” dal bilancio della scuola ma colpendo altre voci dei
vari capitoli di spesa, il problema delle 24 ore è stato solo
rinviato, così come è stato rinviata la questione ex Aprea ora
Ghizzoni, ma nello stesso tempo aumentano i contributi sia nazionali
che regionali alle scuole private, mentre nel solo Friuli Venezia
Giulia il 40 % delle scuole pubbliche necessita di interventi di
manutenzione urgente.
La Cgil è il braccio sindacale del Pd,
questo è un dato di fatto incontestabile e nello stesso tempo un
problema con cui tutti dobbiamo fare i conti, perché pagheremo ed in
modo caro, questo modo di addomesticare il conflitto sociale.
Certo, vi sarà una parte della base della Cgil che non si ritroverà in questo modo di fare, ma la gerarchia di quel sindacato è talmente ben strutturata e potente che riece a governare ogni conflitto interno, ed alla fine quello che passerà all'esterno sarà solo la decisione maturata dal vertice, con la Camusso che vota alle primarie del Pd, cosa a dir poco grave ma non sorprendente.
Dunque il 24 novembre ha segnato la ritirata
strategica per molte componenti sociali, sindacali e politiche, le
quali hanno deciso che il momento del conflitto deve tacere, adesso è
il turno della politica elettorale, della campagna elettorale.
Ma è questo che noi tutti vogliamo?
Dobbiamo essere sempre travolti dalle
decisioni del sistema? Dobbiamo sempre adattarci alle loro decisioni?
Se veramente vogliamo ribaltare le
cose, dobbiamo predeterminare noi il cammino della rivolta e della
lotta, senza chinare la testa a sterili promesse o a concertazioni
sociali finalizzate ad addomesticare il conflitto.
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