Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta croazia

L'operazione Blechi e le testimonianze raccolte da Paolo Zonta, Elda Soranzio e Mario Candotto

Immagine
Ci sono storie che lasciano il segno e nel corso dei decenni continuano ad essere ricordate, raccontante, con sfumature diverse e dettagli sempre nuovi, andando alla ricerca di perchè che ancora oggi non hanno una risposta esaustiva. Una di queste è sicuramente quella della "spia" Blechi, di cui non si ha neanche memoria fotografica, come è emerso durante uno scambio di battute nel corso della storica cerimonia con la quale si onora la storia della Brigata Proletaria. Ma il personaggio è esistito, eccome se è esistito.     La così detta operazione Blechi, degna della migliore regia hollywoodiana, ma quando si dice che la realtà supera l'immaginazione, c'è poco da fare se non raccontare la storia. E questa è la storia di Walter Garlaschi nato a Ronchi il 19 ottobre del 1922, residente a Monfalcone, storia che mi è stata raccontata da Mario Candotto nei seguenti termini: " Garlaschi, era stato fatto prigioniero dai tedeschi in Grecia, era con la marina. Venne im...

La Croazia e quei capricci nazionalistici fuori da ogni tempo sul bilinguismo

Immagine
  La Croazia è una nazione splendida, ricca di contraddizioni, fortemente cattolica, orgogliosa dei propri colori, della propria bandiera, che primeggia dal turismo, allo sport, pur essendo un Paese grande quanto una regione italiana, eppure, ci sono delle cose che continuano a far storcere il naso. Come il bilinguismo. Se in città come Fiume, Rijeka, che è impossibile veder chiamate Fiume con un cartello bilingue, come accade d'altronde similmente a Trieste, dove Trst, lo si può leggere solo fuori dalla città, dei tentativi azzardati  vi sono, come alcune targhe poste per ricordare i nomi storici delle vie, bisogna constatare però che è molto complicato riuscire a trovare dei cartelli, delle indicazioni, in italiano. Eppure la minoranza italiana esiste, ha delle proprie comunità, che faticano ad ottenere delle concessioni, dei diritti. Balza all'occhio ad esempio una segnalazione che giunge dalla splendida Lussino. E non è l'unico caso che accade in Croazia. Dove un cartel...

L'italiano esodato... da Cherso

Immagine
  Prima del famigerato esodo, Cherso, come Lussino e come tanti altri posti del Quarnero, dell'Istria croata oltre che slovena, della Dalmazia, la presenza degli italiani autoctoni era importante, in alcuni casi si arrivava ad avere la maggioranza assoluta, poi, quello che è stato, è stato, i diritti però del bilinguismo, finalizzati a tutelare tanto l'italiano, quanto le radici e l'identità storica e culturale di questi luoghi, in un certo senso anche se con fatica sono sopravvissuti e difesi con battaglie quasi quotidiane da decenni da parte degli abitanti della minoranza del luogo. Però a volte capita di dover fare i conti con la legge dell'assurdo. Come a Cherso. Dove se da un lato emerge la sede della comunità italiana, con tanto di tricolore, dall'altro, il bilinguismo è praticamente inesistente. Anzi, ridicolizzato. Ci sono cartelli in inglese, sloveno e tedesco e non in italiano, altri, pochissimi, una manciata, in italiano, solo messi forse come accontentin...

La minoranza italiana in Slovenia e Croazia tra qualche decennio non esisterà più ? Si pagano le conseguenze del crollo dell'Impero Asburgico

Immagine
Scongiuri a parte, si intende, c'è un dato statistico importante, che da un lato vede sempre incrementare l'emigrazione dalla Croazia e dalla Slovenia, in particolar modo in Croazia si sta assistendo ad un vero e proprio tracollo demografico, ed in tutto ciò, mentre si continua a dibattere sul passato, palla al piede ancora in queste terre per un '900 che ha lasciato profonde cicatrici, bisogna fare i conti con i numeri che non perdonano. Certamente è stato significativo l'esodo istriano, fiumano e dalmata, migliaia di italiani andarono via dalla Jugoslavia, principalmente perchè non accettavano di vivere in una terra che non fosse più italiana ed in uno stato politicamente comunista e che verso gli italiani, in relazione a quanto accaduto con il ventennio fascista, aveva delle pregiudiziali inevitabili, come accadde un pò ovunque, nelle terre contese, in quella che si può chiamare la tipica coda delle guerre. Impressionante fu sicuramente l'esodo da Pola dove dichi...

Se Fiume guarda a Ravenna e non a Trieste

Immagine
Sarà anche la città del sepolcro di Dante, sarà anche una delle città più affascinanti d'Italia che affacciano sull'Adriatico, ma Ravenna non è Trieste guardando alla storia che ha legato, nell'animo, nello spirito, e attraverso l'Impero perduto, la bocca di Vienna sull'Adriatico, Trieste appunto, e la bocca di Budapest sull'alto Adriatico, Fiume. Due città il cui destino è legato al 18 marzo del 1719 quando Carlo VI pose le basi per il porto franco fiumano e triestino. Come raccontano i fiumani il decennio che precedette la prima guerra mondiale ha favorito per il porto di Rijeka un legame speciale con l'Adriatico, Mediterraneo e Atlantico. Pare che questo porto per molti viaggiatori ed emigranti,  fosse anche più conveniente di Trieste o di altri porti europei italiani e occidentali . Poi, con i disastri della prima guerra mondiale, passando dalla scellerata occupazione dannunziana ed i suoi 500 giorni di dittatura, per arrivare al fascismo, il porto d...

La Mitteleuropa a Lussino è sopravvissuta solo nei cimiteri...

Immagine
In poco più di cent'anni di dominio austriaco l'isola splendida di Lussino ha visto profondamente mutare il proprio ruolo nell'Adriatico. Fu con gli austriaci che si inventò il turismo a Lussino, nel 1868 era al secondo posto alle spalle di Trieste nella cantieristica navale dell’Impero austroungarico. Ma soprattutto si respirava quell'aria mitteleuropea con mescolanza di culture italiane, austriache e slave che dalla prima guerra mondiale in poi verranno spazzate via. Oggi la Mitteleuropa a Lussino esiste solo nei cimiteri di Lussingrande e Lussinpiccolo. Si possono trovare delle indicazioni nei cartelli in italiano, tedesco, croato ed inglese, ma ciò avviene più per ragioni turistiche che per salvaguardia dell'identità e delle radici che qui vi erano. Le indicazioni ufficiali, come quelle stradali non sono bilingue, ma in croato, la lingua ufficiale di Lussino, d'altronde appartiene ora alla Croazia.   L'Italiano lo si parla, ma prevalentemente si preferis...

Radio Capodistria, modello straordinario di come sia possibile una regione transfrontaliera senza confini

Immagine
  72 candeline. Son tante, per una radio che ha attraversato buona parte del ‘900 e i primi anni venti di questo nuovo millennio, affrontando turbolenze geopolitiche di ogni tipo. C’era una volta la Jugoslavia, nata nel 1949 dopo il Trattato di Pace di Parigi del 1947, nata nel momento in cui la Jugoslavia era filo sovietica,   conoscerà il periodo della rottura tra Tito e Stalin, con lo shock enorme per molti comunisti che erano andati a costruire il socialismo che vivranno sulla propria pelle l'incubo degli incubi, conoscerà il periodo d’oro della Jugoslavia, terra cuscinetto tra l’Occidente e l’Unione Sovietica,   vivrà la fine dell’utopia socialista con una guerra tra popoli tenuti insieme più che dall’ideale forse da un contenitore voluto soprattutto dagli inglesi, un contenitore che andrà a pezzi, la prima a filarsela sarà proprio la Slovenia, si inventerà Stato, verrà seguita dalla Croazia e poi da quelle guerre degli anni ’90, le ultime tradizionali sul suolo eu...

La Croazia sotto attacco?

Immagine
Ha iniziato la Slovenia, e la cosa non deve stupire visto che i rapporti tra sloveni e croati non sono buoni, a partire dalla questione delle acque di Pirano, nonostante siano tanti gli sloveni che si recano ogni anno in vacanza in Croazia, ora si sono aggiunte alla lista l'Olanda e l'Austria e poi chissà ancora chi. L'economia croata si basa principalmente su quella del turismo. Se salta il turismo il Paese rischia il ko. A causa della situazione del coronavirus la situazione nel Paese è difficile, come quasi ai tempi della guerra degli anni '90. E' nei momenti di difficoltà che si deve esercitare la giusta solidarietà. Ma in questo momento si è in presenza, comprensibilmente o meno, di una sorta di guerra del turismo nazionalistico. Ognuno si faccia le vacanze a casa propria in sostanza. Cosa che nel tempo lascerà il segno. Altro che essere tutti europei. La Croazia sta diventando lista rossa o arancione per diversi Paesi. E incredibilmente i turisti che fuggono d...

La Slovenia ha in pugno il futuro della stagione turistica della Croazia

Immagine
Salvo che non si voglia entrare dalla Croazia passando dall'Ungheria, dalla Serbia, dalla Bosnia o dal Montenegro,  o via mare, la maggior parte degli europei per andare in Croazia devono attraversare il confine sloveno. La Croazia è una nazione che vive soprattutto di turismo, questo incide per oltre il 20% del PIL croato. Una roba enorme. E se si ferma il turismo, si piega la Croazia. La Croazia quest'anno sperava di entrare nello spazio Schengen, per poi adottare l'Euro. Dovrà aspettare ancora. Il coronavirus ha diviso l'Europa più che mai, sono ritornati per ragioni di sicurezza nazionale i confini, i controlli alle frontiere, cosa che in Croazia c'erano già. Sarà difficile riuscire a spostarsi oltre il proprio confine nazionale questa estate, ma è evidente che se la Slovenia dovesse impuntarsi potrebbe creare un danno economico alla Croazia enorme, senza dimenticare che i due Paesi sono ai ferri corti per la questione della contesa delle acque del golfo di Pira...

Solidarietà agli amici e alle amiche della Croazia tra terremoto e quarantena da Coronavirus

Immagine
Quanto accaduto all'alba del 22 marzo rimarrà impresso nella memoria dei croati e non solo dei croati, per lungo tempo. Sarebbe potuta andare peggio, danni materiali ci sono stati, si parla di oltre 20 mila segnalazioni di case danneggiate, danni nelle strutture ospedaliere, nei musei, nelle strutture pubbliche e private, danneggiate chiese, come luoghi laici, decine di feriti, poteva essere un disastro, ma così non è stato. Nuovi problemi  che vanno ad aggravare un Paese già profondamente sotto stress per la questione coronavirus, che si interroga se le misure restrittive adottate siano giuste o meno. Forse, paradossalmente, la "quarantena" in casa ha evitato che ci potesse essere una strage, la maggior parte dei danni sono dovuti ai crolli esterni, più che interni, per quello che le immagini hanno mostrato. La Croazia si è rialzata subito, qualche mezzo di solidarietà è partito anche dall'Italia e non si può che condividere l'appello della Comunità Croata...

Per ora sono tutti d'accordo. Slovenia, Austria e Italia non chiuderanno le frontiere

Immagine
Tra le buone notizie che arrivano vi è quella del vertice tra i ministri della salute di Italia, Austria, Germania, Francia,Svizzera, Croazia e Slovenia dove è emerso un chiaro intento. No alla chiusura delle frontiere. Misura reputata sproporzionata ed inefficace. Che rischierebbe di dare la mazzata finale all'economia di questi Paesi, a partire dall'Italia che sta vivendo un momento terribile della sua storia per come la vicenda del coronavirus è stata anche complessivamente affrontata su più livelli. Ci saranno controlli, sicuramente, ma le frontiere ad oggi rimarranno aperte. Il coronavirus o meglio chi ha pensato di usarlo per raggiungere il suo sogno nel cassetto di ritornare ai vecchi confini e  alle frontiere chiuse, dovrà rimandarlo alla prossima sventura con cui poter esercitare la propria opera politica di sciacallaggio e meschina speculazione.   mb

A Fiume si sceglie la nuova bandiera. Ritorna quella storica dell'Impero con il motto "Indeficienter"

Immagine
A Fiume si fa sul serio. Si recupera lo spirito del suo autonomismo, che ha segnato la ricchezza di Rijeka, e lo si fa anche attraverso il simbolo della bandiera della città. Quella che dovrà essere esposta nelle occasioni ufficiali, anche se non sarà la bandiera ufficiale della città di Rijeka, che continuerà a rimanere con lo sfondo blu e l'aquila a due teste. Ma la bandiera che verrà esposta nelle occasioni ufficiali probabilmente sarà quella con la corona imperiale austriaca e croata e il motto "indeficienter". Sul sito della città croata, che lancia il sondaggio per scegliere la nuova bandiera, si ricostruisce la storia della bandiera della città di Fiume. Ed è una storia interessante, lunga che parte dal 1813 ad oggi. Il 14 luglio 2016, il consiglio comunale della città di Fiume aveva deciso all'unanimità di ripristinare l'aspetto della bandiera della città istituita nel 1870. Il 7 giugno 2018 lo Stato centrale respingeva la richiesta della città d...

Il 2020 è l'anno della Croazia

Immagine
Il 2020 è l'anno della Croazia. Da gennaio a giugno guiderà la presidenza del Consiglio dell'Unione europea che viene esercitata a turno dal governo dei vari stati membri dell'Unione Europea per una durata di sei mesi. La Croazia, durante il suo mandato, vuole ospitare un vertice UE-Balcani occidentali. Sarà l'anno dell'entrata, si spera, nello spazio  Schengen  anche della Croazia, cosa che renderebbe solo un ricordo le fatidiche code ai confini con la Slovenia. Quello della Croazia potrebbe essere il primo allargamento territoriale da oltre un decennio, come viene ricordato dall'UE, a questa parte (l'ultimo Stato ad aderire è stata la Svizzera nel 2008). Da annotare che Francia, Danimarca, Norvegia, Svezia, Germania e Austria hanno reintrodotto controlli temporanei di frontiera (ancora attivi al 26 ottobre 2019).  Sarà l'anno della città di Rijeka/Fiume, capitale europea della cultura. Insomma, il 2020 si prospetta a livello po...

In Istria sono realmente a rischio estinzione l'italiano e il dialetto istroveneto?

Immagine
Ogni anno puntualmente si ripete sempre la stessa manifestazione di pensiero, italiano e istroveneto in Istria sono a rischio estinzione. Ma è realmente così la situazione? In regioni dove il bilinguismo, sulla carta, è certamente più avanzato rispetto a quello contemplato nella vicina Venezia Giulia per gli sloveni, ad esempio. Certo, poi nella realtà pratica ci sono molte situazioni di facciata, di apparenza, e di ostruzionismi, i diritti delle minoranze italiane non sono in piena vitalità, uno su tutti la questione dello spegnimento del segnale satellitare di Tv Capodistria, le riduzioni di personale, gli investimenti non al top. Ma si può realmente parlare di rischio estinzione dell'italiano e del dialetto istroveneto che ultimamente pare essere più meritevole di attenzione addirittura rispetto alla stessa lingua italiana?  Nell'Istria italiana ci sono circa 20 mila abitanti, il 94% sono italiani. Nell'Istria slovena si contano circa 80 mila abitanti, il 4% sono it...

Ma ha ancora un senso l'Università popolare di Trieste?Non sarebbe preferibile sostenere direttamente la CNI?

Immagine
L’Università Popolare di Trieste è un Ente Morale istituito nel 1899 per difendere, sostenere e incrementare la cultura Italiana a Trieste e in Istria, a Fiume e in Dalmazia . Nel loro sito si legge che l’Università Popolare di Trieste opera con il sostegno finanziario del Ministero degli Affari Esteri del Governo Italiano e della Regione Friuli Venezia Giulia, in stretta collaborazione con gli organi e le strutture della Comunità Nazionale Italiana, organizzazione che raccoglie trentamila connazionali residenti in Croazia e Slovenia . Una storia secolare, che probabilmente sta conoscendo in questi anni la peggiore della sua lunga esistenza. E' commissariata e soprattutto, come evidenziato dall'inchiesta del Piccolo di Trieste del 6 dicembre, è in rosso. " Il totale delle perdite iscritte a stato patrimoniale (perdita conseguita dall'esercizio + perdite pregresse) risulta essere pari a 671.721 ." Ora, come è noto, non si sono riusciti a trovare meno...