L'operazione Blechi e le testimonianze raccolte da Paolo Zonta, Elda Soranzio e Mario Candotto

L'Italiano lo si parla, ma prevalentemente si preferisce il dialetto istroveneto, quello su cui in Istria ad esempio si spende e spande forse più che per salvaguardare l'italiano stesso. Così come si parla il tedesco e l'inglese oltre che ovviamente il Croato. La bandiera croata sventola con orgoglio in una zona che da Trieste, alla Dalmazia, passando per Fiume e Capodistria, sarebbe stato forse bene rendere di nessuno per renderla di tutti.
Né Italia, né Jugoslavia, o Slovenia e Croazia. Ma una regione autonoma Mitteleuropea. Ma così non è stato, e chissà che così un giorno non sarà, chi vivrà, vedrà. Attraversando i cimiteri di Lussino incontri la storia dell'isola. Ed i cimiteri son visitati anche dai turisti. Le tombe monumentali più importanti sono di famiglie ricche "italiane" come quella dei Stuparich ad esempio, che domina dall'alto dell'isola in modo suggestivo il mare.
Il cimitero di Lussingrande ha tombe in italiano, come in croato, come in tedesco, si potrà vedere anche un piccolo monumento dedicato al soldato ignoto, realizzato il 4 novembre del 1921 e totalmente nascosto dal fogliame, come un cippo, che lo precede ma realizzato solo negli anni 2000, che ricorda gli esuli.
Anche nel cimitero di Lussinpiccolo si ripeterà la stessa storia, diverse tombe monumentali in italiano, alcune tombe in tedesco che raccontano diverse storie, oppure anche in italiano ma orgogliosamente appartenenti all'impero come un controammiraglio della marina austriaca,
così come non sfuggirà all'attenzione la tomba che ricorda la vicenda di alcuni fuggitivi dalla Lussino jugoslava verso l'Italia che incontrarono la morte, una vicenda che ancora oggi ha dei punti oscuri.
mb
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