La Croazia e quei capricci nazionalistici fuori da ogni tempo sul bilinguismo


 


La Croazia è una nazione splendida, ricca di contraddizioni, fortemente cattolica, orgogliosa dei propri colori, della propria bandiera, che primeggia dal turismo, allo sport, pur essendo un Paese grande quanto una regione italiana, eppure, ci sono delle cose che continuano a far storcere il naso. Come il bilinguismo. Se in città come Fiume, Rijeka, che è impossibile veder chiamate Fiume con un cartello bilingue, come accade d'altronde similmente a Trieste, dove Trst, lo si può leggere solo fuori dalla città, dei tentativi azzardati  vi sono, come alcune targhe poste per ricordare i nomi storici delle vie, bisogna constatare però che è molto complicato riuscire a trovare dei cartelli, delle indicazioni, in italiano. Eppure la minoranza italiana esiste, ha delle proprie comunità, che faticano ad ottenere delle concessioni, dei diritti. Balza all'occhio ad esempio una segnalazione che giunge dalla splendida Lussino. E non è l'unico caso che accade in Croazia. Dove un cartello pensato per i turisti è stato tradotto in inglese, tedesco, addirittura sloveno, ovviamente c'è la lingua madre croata, ma manca l'italiano. Incredibile a dirsi, ma è così. Sono scelte volute, non casuali. Nonostante Lussino sia frequentata da anni da migliaia di italiani, nonostante vi sia una storia che l'ha vista legata all'Italia, dal 1918 al 1943,  nonostante popolazioni italofone  abitarono per secoli la penisola dell'Istria e le coste e le isole del Quarnaro e della Dalmazia, territori che appartennero alla Repubblica di Venezia, nonostante vi sia ancora oggi la presenza di una minoranza italiana con tanto di comunità, la situazione è ancora oggi questa. Capricci nazionalistici che non hanno alcun senso soprattutto oggi che condividiamo insieme il percorso europeo. Ma se l'Europa non si attiva, se da parte della Repubblica italiana non vi sono dei dialoghi costruttivi, non si può pretendere che le minoranze italiane possano da sole riuscire ad ottenere quello che sarebbe il minimo sindacale, ma evidentemente non lo è. Ma in Italia, alla politica italiana, interessa tutto ciò? 

mb  

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