La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

La Digos di Milano e la mostra fotografica sulla sua storia



Sul sito del Ministero dell'Interno viene pubblicizzata la mostra inaugurata presso la Scuola superiore di Polizia la mostra fotografica sulla storia della Digos di Milano. Ben 42 foto la prima sarà quella di Piazza Santo Stefano del 1968, l'ultima quella del 29 maggio 2012 sul Processo d’Appello ai membri del Partito Comunista-Politico Militare a colori, mentre la maggior parte saranno in bianco e nero. La quasi totalità delle foto sono state fornite dall'archivio del Corriere della Sera, solo due saranno dell'archivio della Questura e si riferiscono agli eventi del giorno 11 marzo 2006 le barricate di corso Buenos Aires, ovviamente è stata omessa la vicenda Pinelli, mentre ben tre foto ricordano Calabresi. E' da evidenziare altresì come la mostra ben rappresenta la repressione unilaterale verso le forze antagoniste, autonome,comuniste,anarchiche, sindacali di sinistra, nulla su quelle di destra. Insomma una mostra che ben evidenzia, specialmente con le omissioni, con le non foto, la linea "politica" della Questura di Milano.
E' singolare notare che il logo della Scuola superiore di Polizia, fondata nel 1902 che collabora con La Sapienza ed ha una biblioteca con oltre 4000 mila volumi, sia uno stemma araldico che rappresenta un libro ed una sciarpa tricolore. Il logo viene così spiegato: Il libro è simbolo della cultura e dello studio ed al suo interno è raffigurato l'emblema della Repubblica Italiana. La sciarpa tricolore rappresenta il magistero di cui è investito il funzionario di polizia nei servizi di maggiore rilevanza e rappresentatività. Il logo è contornato dalla frase 'Scientia Alitur Libertas', per evidenziare che la libertà, la cui tutela è compito della polizia, si nutre del sapere e della cultura.
Quale libertà e cultura quando si omette, in detta mostra, l'omicidio di Pinelli? Quale libertà e cultura se non si vuole scoprire la verità dal velo dell'omertà di Stato? Quale libertà e cultura con una mostra fotografica dalle grandi omissioni e dalla linea politica ben chiara?
Libertà di rappresentare l'apparenza che poi è stata anche sostanza.
Il non mostrare è certamente significativo. La non foto parla più di ogni foto pubblicata.



Seguono alcune foto della mostra fotografica:




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