Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

La Digos di Milano e la mostra fotografica sulla sua storia



Sul sito del Ministero dell'Interno viene pubblicizzata la mostra inaugurata presso la Scuola superiore di Polizia la mostra fotografica sulla storia della Digos di Milano. Ben 42 foto la prima sarà quella di Piazza Santo Stefano del 1968, l'ultima quella del 29 maggio 2012 sul Processo d’Appello ai membri del Partito Comunista-Politico Militare a colori, mentre la maggior parte saranno in bianco e nero. La quasi totalità delle foto sono state fornite dall'archivio del Corriere della Sera, solo due saranno dell'archivio della Questura e si riferiscono agli eventi del giorno 11 marzo 2006 le barricate di corso Buenos Aires, ovviamente è stata omessa la vicenda Pinelli, mentre ben tre foto ricordano Calabresi. E' da evidenziare altresì come la mostra ben rappresenta la repressione unilaterale verso le forze antagoniste, autonome,comuniste,anarchiche, sindacali di sinistra, nulla su quelle di destra. Insomma una mostra che ben evidenzia, specialmente con le omissioni, con le non foto, la linea "politica" della Questura di Milano.
E' singolare notare che il logo della Scuola superiore di Polizia, fondata nel 1902 che collabora con La Sapienza ed ha una biblioteca con oltre 4000 mila volumi, sia uno stemma araldico che rappresenta un libro ed una sciarpa tricolore. Il logo viene così spiegato: Il libro è simbolo della cultura e dello studio ed al suo interno è raffigurato l'emblema della Repubblica Italiana. La sciarpa tricolore rappresenta il magistero di cui è investito il funzionario di polizia nei servizi di maggiore rilevanza e rappresentatività. Il logo è contornato dalla frase 'Scientia Alitur Libertas', per evidenziare che la libertà, la cui tutela è compito della polizia, si nutre del sapere e della cultura.
Quale libertà e cultura quando si omette, in detta mostra, l'omicidio di Pinelli? Quale libertà e cultura se non si vuole scoprire la verità dal velo dell'omertà di Stato? Quale libertà e cultura con una mostra fotografica dalle grandi omissioni e dalla linea politica ben chiara?
Libertà di rappresentare l'apparenza che poi è stata anche sostanza.
Il non mostrare è certamente significativo. La non foto parla più di ogni foto pubblicata.



Seguono alcune foto della mostra fotografica:




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