Anche
se la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimi i finanziamenti
alle scuole private con una sentenza del 27 febbraio 2008, rilevando
che devono
essere infatti, le Regioni e gli enti locali (Province e Comuni) le
uniche titolate a finanziare le scuole private, in realtà lo Stato
italiano, tramite emendamenti supportati da ogni colore politico,
sembra destinare ben 223 milioni di euro( che andranno a
reintegrare in parte quanto tagliato dalla legge di bilancio per il
2013, tramite il trasferimento al Fondo per la compensazione degli
effetti finanziari e soprattutto escludendo tale somma dal Patto di
stabilità delle regioni) direttamente alle scuole private, anche se
trattasi in prevalenza, in questo caso, di scuole dell'infanzia.
Si dice che il
modello di scuola a cui si guarda è quello americano. Ma in realtà
l'educazione privata nel Nord America è sostenuta quasi
integralmente dagli utenti della scuola, dalle donazioni, dalle
sovvenzioni
da parte di enti religiosi, fondazioni o privati. Il finanziamento
pubblico di istituti religiosi è o soggetto a restrizioni, o, in
molti casi, proibito, a seconda dell'interpretazione dei giudici del
Primo emendamento.
Un
recente rapporto del MIUR ha rilevato che mentre il 99,3% delle
scuole pubbliche – tra quelle dell’infanzia, primarie e
secondarie di primo grado – è dotata di laboratori tecnologici e
multimediali, la percentuale crolla al 48,6% per quelle paritarie,
sono anche meno connesse con Adsl rispetto alle pubbliche: 78% contro
90%. Le paritarie sono indietro anche per le lavagne interattive
multimediali (lim), solo una su cinque ne è dotata, rispetto all’82%
di quelle pubbliche.
Per
non parlare della problematica inerente al rapporto di lavoro.
Nella
rete sono tantissimi i forum dove si denuncia il perdurante stato di
irregolarità che emergerebbe in molte scuole private
dove
spesso si viene costretti a firmare e a dichiarare il falso perché
questa finta retribuzione garantisce il pagamento dei contributi
previdenziali, condizione necessaria per l'attribuzione dei 12 punti
annuali in graduatoria. Il problema è che le denunce formali sono
poche, specialmente in tempo di crisi, dove pur di maturare un
punteggio per aumentare la propria posizione nelle graduatorie della
scuola pubblica si è disposti a tutto.
Ed
allora mi domando, se quanto denunciato nella rete ma anche dal MIUR
corrisponde al vero, il MIUR verifica ed accerta la permanenza dei
requisiti per il riconoscimento della parità?
Se
quanto emerge nella rete dovesse corrispondere alla realtà, come
garantire la pubblica utilità od una offerta formativa degna di tal
nome,nelle scuole paritarie, quando sussistono rischi di violazione
palese delle più basilari norme contrattuali e costituzionali ?
Quale
servizio pubblico utile e valido ed efficiente, può essere
garantito a queste condizioni?
D'altronde
in base alle legge 62/2000I il Ministero della pubblica istruzione
accerta l’originario possesso e la permanenza dei requisiti per il
riconoscimento della parità .
E
tra i requisiti emergono in particolar modo le seguenti voci:
a)
un progetto educativo in armonia con i principi della Costituzione;
un piano dell’offerta formativa conforme agli ordinamenti e alle
disposizioni vigenti; attestazione della titolarità della gestione e
la pubblicità dei bilanci;
b) la disponibilità di locali,
arredi e attrezzature didattiche propri del tipo di scuola e conformi
alle norme vigenti;
c) l’istituzione e il funzionamento degli
organi collegiali improntati alla partecipazione democratica;
d)
l’iscrizione alla scuola per tutti gli studenti i cui genitori ne
facciano richiesta, purchè in possesso di un titolo di studio valido
per l’iscrizione alla classe che essi intendono frequentare;
e)
l’applicazione delle norme vigenti in materia di inserimento di
studenti con handicap o in condizioni di svantaggio;
f)
l’organica costituzione di corsi completi: non può essere
riconosciuta la parità a singole classi, tranne che in fase di
istituzione di nuovi corsi completi, ad iniziare dalla prima classe;
g) personale
docente fornito del titolo di abilitazione;
h) contratti
individuali di lavoro per personale dirigente e insegnante che
rispettino i contratti collettivi nazionali di settore.
Ricordiamo
che l'Istat
ha calcolato che nel 2008 i dipendenti irregolari nel settore
dell'istruzione privata erano 17.200 mentre nel 2009 si è passati a
19.000 (+10,5%).
A
conferma di ciò un recente controllo effettuato nel Salento, da
parte dell'Ispettorato del lavoro, ha rilevato delle gravi
irregolarità in 26 delle 48 scuole private. Negli istituti, per
quattro dei quali è stata sospesa l'attività, è stata accertata la
presenza di 14 dipendenti in nero su 127. Sono state inflitte
globalmente sanzioni pecuniarie per circa 150 mila euro.
Come
legittimare i finanziamenti alle scuole private quando sussistono
rischi di tal genere senza le dovute ed effettive e sostanziali e non
solo formali verifiche?
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