Luca ha semplicemente attuato un gesto individuale ma con
l'intento di difendere un bene comune.
Un gesto individuale non egoistico volto a sollevare la
solidarietà collettiva.
Chiamala se vuoi anarchia ribelle che ha dimostrato come il
singolo gesto, che sfugge alle gabbie della Polizia di questa non più
democrazia, bensì viva e tetra tirannia, può conseguire effetti
devastanti per il sistema esistente, per l'ordine pubblico imposto.
Certo, probabilmente se Luca non perdeva l'equilibrio fisico,
o se non poneva a rischio la propria vita, forse quel gesto isolato,
sarebbe rimasto un semplice gesto.
Un gesto volto al logoramento, come la battaglia dei ferrovieri,
isolati dai media, dimenticati, salvo essere “glorificati” nel
giorno mediatico edificato ad hoc, da buona parte della società
politica e sociale.
Probabilmente Luca sarebbe rimasto attaccato al palo per qualche
ora, probabilmente si sarebbe parlato poco dell'occupazione illegale,
illegittima, ed abusiva attuata in quella terra, probabilmente oggi
le città italiane non sarebbero state invase da cortei di
solidarietà.
Eppure un secondo fatale, un secondo fuggitivo, ha deciso che le
cose dovevano mutare consistenza.
Luca cade, è in ospedale, probabilmente ritornerà nella sua e
nostra terra, ma nello stesso tempo, il senso di morire per una lotta
condivisa e giusta, il fatto di sapere che un cittadino, una persona,
solo per difendere la propria valle dall'opera più folle ed inutile
che mai potesse trovare affermazione, utile per il ceto
economico,massonico e mafioso, inutile per la collettività, il fatto
di percepire che una immensa giustizia stava per trovare concretezza,
ebbene ciò ha sollevato mera indignazione.
Sarà quel fondamento cattolico che anima il non popolo italiano,
il martirio di Cristo, sarà per quel senso che ancora sfugge alla
comprensione collettiva, che non ha sostanza, nè colore, nè calore,
che ha determinato un qualcosa di diverso.
Si mobilitano i Sindaci di tutta la Valle chiedendo di fermare
quell'opera.
Nello stesso tempo continua l'attacco mediatico.
Si tenta ancora di percorrere quella strada, che in effetti, è
riuscita pienamente nel suo intento, quale quella di etichettare il
movimento no tav, come un movimento eversivo, violento, e pazzoide.
Ma della violenza che lo Stato esistente, attua ogni giorno contro
la Valle nulla si dice, dell'occupazione abusiva di quei terreni
nulla si dice, è tutto normale, d'altronde siamo in regime
tirannico, ove non esiste più sovranità popolare ove non esiste più
democrazia reale, ed il tutto con l'ammissione tacita di chi oggi
stesso governa tale non più Bel Paese.
Eppure si continua a puntare il dito, giustamente, alla Siria,
all'Iran, alla Russia, senza guardare però quello che accade in casa
propria. Se la mafia più potente nel mondo è quella italiana un
motivo vi sarà.
L'omertà.
Ma di omertà si può anche morire.
Per una vita, vivi e coltivi la tua terra.
Una mattina ti svegli, senza preavviso alcuno, trovi ruspe, operai
scortati dalle forze di polizia, che vogliono edificare sul tuo
terreno.
Cosa fareste?
Lotta.
Sì, lotta.
Ed è quello che ha fatto Luca.
E la difesa del suo piccolo pezzo di terra, rientra nella difesa
dell'intera Valle, perchè quello che è accaduto a Luca è quello
che è accaduto all'intera Valle.
Nessuna consultazione democratica reale e partecipata.
No.
Solo imposizione.
E questa sarebbe la democrazia?
D'altronde la Grecia, che è stata la culla della democrazia, oggi
rappresenta la tomba della democrazia.
E noi, non possiamo altro che emularla, perchè abbiamo smarrito
ogni senso di cognizione di causa ed effetto.
La Valle,che non si Arrende, che non si Arresta, è l'unico
fortino di una resistenza morta e sepolta, è l'unica
rappresentazione reale e non teatrale, di uno stato di solidarietà e
coscienza attiva e ribelle, che incute timore.
Perchè saper dire no, oggi è pericoloso.
Perchè saper dire no, vuol dire che si è ancora in grado di
ragionare.
Perchè saper dire no, vuol dire che si rifiuta l'omertà.
Marco Barone
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