Il mondo gattopardiano dopo il coronavirus

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C'è stato un tempo sconvolgente che sembrava non finire più. Sembrava che il mondo perduto non sarebbe più potuto tornare. Sembrava tutto. E invece, non è cambiato niente. Dopo settimane di bombardamenti mediatici ai limiti del terrorismo psicologico su come ci si dovesse comportare per evitare di essere contagiati dal cornoavirus e non incorrere nella covid19, sembraba impensabile pensare che il post coronavirus, potesse essere come il prima. Nulla sarà come prima, si diceva. Ci sarà un prima coronavirus, un dopo coronavirus. Si ripeteva.  La stretta di mano sembrava essere destinata all'estinzione, gli abbracci, essere ridotti al minimo, il baciarsi sulla guancia, due, tre volte, all'italiana, a rischio estinzione come i dinosauri, e che dire della distanza di sicurezza sociale di almeno un metro? Si temeva che questo potesse essere il modo tipico delle relazioni "aosciali".  Si pensava che potesse derivarne l'Italia dei balconi di D'Annunzio e Mussol...

A novembre previsti oltre 90 scioperi


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Nel solo settore del pubblico impiego si registrano oltre 90 scioperi.
Da semplici scioperi di che riguardano singole vertenze di piccole realtà cittadine a grandi eventi di rilevanza nazionale, come lo sciopero europeo del 14 novembre, proclamato dai Cobas in Italia, a cui ha aderito ora anche la CGIL ma con solo 4 ore di sciopero, a quello potenzialmente unitario nel solo settore della scuola del 24 novembre.
I luoghi di lavoro sono in movimento.
Assemblee anche autoconvocate dai lavoratori per i lavoratori, forme di boicottaggio, rifiuto di svolgere attività non obbligatorie e non dovute, insomma lo sciopero con tutte le sue varie articolazioni, nonostante tutto, resiste.
La politica istituzionale non è più rappresentativa della volontà popolare.
Recentemente la risata di alcuni giornalisti ha travolto, in modo ironico, il commento freddo del Premier Monti, sulla questione spread.
Parla l'ex Premier Berlusconi e lo spread sale.
Ma vi è poco da ridere.
I mercati e la finanza governano il sistema Italia.
Saranno loro, anche con il ricatto dello spread, a decidere chi dovrà governare questo Paese.
Se il candidato destinato a vincere le politiche  od il vincitore delle elezioni non sarà di loro gradimento, son certo che assisteremo ad un nuovo attacco da parte della finanza speculativa sulla sovranità popolare oggi assopita.
Eppure chiunque andrà a governare dovrà soddisfare i vincoli di bilancio come imposti dall'Unione Europea.
Dunque pochi, pochissimi margini di intervento variabile.
Da ciò si desume, cosa ben compresa nei luoghi di lavoro e confermata anche dal forte dato dell'astensionismo elettorale siciliano, che il voto sarà, se le cose non muteranno, inutile.
Una delegittimazione popolare forte caratterizzerà il futuro governo, così come delegittimato è l'attuale governo.
Ma i lavoratori protestano.
Lo sciopero è uno strumento, non un fine.
Si passa lentamente dallo sciopero collegato a singole e specifiche rivendicazioni allo sciopero politico.
Il fine è e non può che essere un diverso sistema sociale.
Demagogia? 
No, la verità laica e sociale.


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