-->
Nel solo settore del pubblico impiego
si registrano oltre 90 scioperi.
Da semplici scioperi di che riguardano
singole vertenze di piccole realtà cittadine a grandi eventi di
rilevanza nazionale, come lo sciopero europeo del 14 novembre,
proclamato dai Cobas in Italia, a cui ha aderito ora anche la CGIL
ma con solo 4 ore di sciopero, a quello potenzialmente unitario nel
solo settore della scuola del 24 novembre.
I luoghi di lavoro sono in movimento.
Assemblee anche autoconvocate dai
lavoratori per i lavoratori, forme di boicottaggio, rifiuto di
svolgere attività non obbligatorie e non dovute, insomma lo
sciopero con tutte le sue varie articolazioni, nonostante tutto,
resiste.
La politica istituzionale non è più rappresentativa
della volontà popolare.
Recentemente la risata di alcuni
giornalisti ha travolto, in modo ironico, il commento freddo del
Premier Monti, sulla questione spread.
Parla l'ex Premier Berlusconi e lo
spread sale.
Ma vi è poco da ridere.
I mercati e la finanza governano il
sistema Italia.
Saranno loro, anche con il ricatto
dello spread, a decidere chi dovrà governare questo Paese.
Se il candidato destinato a vincere le politiche od
il vincitore delle elezioni non sarà di loro gradimento, son certo
che assisteremo ad un nuovo attacco da parte della finanza
speculativa sulla sovranità popolare oggi assopita.
Eppure chiunque andrà a governare
dovrà soddisfare i vincoli di bilancio come imposti dall'Unione
Europea.
Dunque pochi, pochissimi margini di
intervento variabile.
Da ciò si desume, cosa ben compresa
nei luoghi di lavoro e confermata anche dal forte dato
dell'astensionismo elettorale siciliano, che il voto sarà, se le cose
non muteranno, inutile.
Una delegittimazione popolare forte
caratterizzerà il futuro governo, così come delegittimato è
l'attuale governo.
Ma i lavoratori protestano.
Lo sciopero è uno strumento, non un
fine.
Si passa lentamente dallo sciopero collegato a singole e specifiche rivendicazioni allo sciopero politico.
Il fine è e non può che essere un
diverso sistema sociale.
Demagogia?
No, la verità laica e sociale.
Commenti
Posta un commento