Per la seconda volta e nel mese di luglio, una o più mani ignote, hanno imbrattato con della vernice il cippo di Peteano dedicato a Franco DONGIOVANNI, Carabiniere, Antonio FERRARO, Brigadiere C.C.,
Donato POVEROMO, Carabiniere Scelto. Vittime del terrorismo neofascista con la complicità di un sistema corrotto che ha prodotto depistaggi e insabbiamenti per lungo corso. Le domande che sorgono sono varie, perchè si colpisce sempre nello stesso periodo? Sarà qualche vacanziero di passaggio o di ritorno in queste terre nel mese di luglio? C'è qualche messaggio politico? Sicuramente non lo si colpisce per diletto o perchè non si ha nulla da fare. E la matrice è politica e l'origine potrebbe essere fascista? Probabilmente sì, perchè tanto il contesto politico europeo e globale che il senso di quell'imbrattamento potrebbero indurre a far pensare ciò. Si è imbrattata la memoria di vittime di un attentato fascista. Ci è voluto del tempo, tanto, per ripulirlo dopo il primo imbrattamento, senza dimenticare anche il fatto che in quel sito vennero gettati dei rifiuti. Nell'attesa che le indagini riescano a fare chiarezza, ricordiamo che si è in attesa della posa di un secondo cippo, una targa, una lapide o quello che si vuole, che ne ricordi anche la matrice. Perchè quando quel cippo venne posto, la verità giudiziaria era tutt'altro che ancora affermata, e riporta anche l'orario non corretto. Sul cippo si riporta l'orario delle
23.15, ma pare che l'esplosione avvenne verso le 23.30. L'esplosione di quella 500 che per giorni rimase lì parcheggiata, secondo quanto sostenuto da Vinciguerra, in una zona frequentata forse da qualche coppietta ma l'obiettivo erano chiaramente i militari dell'Arma, inutile girarci attorno.
Quale persona di passaggio e di propria iniziativa avrebbe mai aperto il cofano di una macchina abbandonata? Gesto con cui si sarebbe poi innescato l'esplosivo? E tutto quell'esplosivo solo per colpire il primo che capita? Barzellette. I destinatari erano i militari dell'Arma. La storia ha fatto il suo corso, gli accertamenti giudiziari hanno fatto chiarezza anche se alcune zone grigie ancora oggi persistono ed è necessario pertanto porre accanto al cippo esistente una targa che ne ricordi chiaramente la matrice neofascista di quell'attentato. Detto ciò, rimane da capire cosa si vuole comunicare con quell'imbrattamento, quale strepitoso messaggio si vuole diffondere al mondo. Quella vernice con cui si imbratta il cippo è solo un gesto folle probabilmente di matrice fascista con il quale si offende la memoria di chi lì senza alcuna colpa e durante lo svolgimento del proprio dovere ha perso la propria vita per mano della follia omicida del terrorismo neofascista nella tarda serata del 31 maggio del 1972.
mb
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