Quello che ora scriverò sarà espressione di un mio personale
ed individuale pensiero, ma condiviso da molti compagni e molte compagne.
Nella giornata del 27 ottobre a Roma si svolgerà,
salvo cambiamenti dell’ultima ora, una manifestazione politica e
sindacale che nasce dal rapporto, come maturato in queste ultime
settimane, tra un ampio schieramento di persone, organizzazioni
sociali e sindacali, forze politiche e movimenti civili, che si sono
assunti l'impegno di dare voce e visibilità alle tante e ai tanti
che rifiutano Monti e la sua politica.
Tra i punti, definiti come fondamentali, per questa
mobilitazione emergono :
No a Monti e alla sua politica economica e
sociale, oggi e domani.
No all'Europa del Fiscal Compact e delle misure
che hanno distrutto la Grecia e ora fanno lo stesso in Italia.
No all'attacco autoritario alla democrazia e no
alla repressione ed alla censura montiana.
E da qui dovrebbe nascere dunque la grande
opposizione a Monti e probabilmente anche un partecipato momento
assembleare di piazza ed in piazza dopo la manifestazione del 27
ottobre.
Perché dico no al No Monti Day?
Parto da un primo dato.
Ciò che in questi ultimi mesi di assoluta inerzia
di movimento, salvo la realtà No Tav che nonostante tutto resiste,
ha mobilitato qualcosa è stato unicamente la disperazione.
Disperazione volta a difendere il posto di lavoro.
Penso al caso dei Minatori, della Fiat, dell'Alcoa, della Sertubi,
dell'Ilva, la questione docenti idonei ad altri compiti, ora i
precari della scuola.
Mobilitazioni specifiche e determinate e
strettamente connesse alla tematica lavoro.
Scendere in piazza oggi, ed in piena campagna
elettorale, con lo scopo di contarsi, di guardarsi in faccia, di
proporre un qualcosa che smuova le acque, sotto l'eco del No Monti
Day, a parer mio rischia di essere un processo disarticolato dalla
realtà esistente.
Il problema non è Monti, il problema è il sistema,
e personificare la giornata di lotta in Monti e contro Monti,
potrebbe rilevarsi come un piccolo ma grande errore sia comunicativo
che politico sociale.
Monti è espressione di quella crisi artificiale,
nata dalle speculazioni finanziarie e di mercato, che in sostanza
hanno comportato da un lato l’arricchimento oltre ogni profitto
immaginabile per pochi capitalisti elitari, dall’altro un vero e
proprio appiattimento, che troverà presto perfezione, di tutti i
diritti sociali e dei lavoratori pari a ad un livello zero.
Zero diritti per il popolo e mille profitti per
pochi.
Dunque invocare la piazza con l’eco del no Monti
day è sbagliato, perché Monti, con il suo governo, è solo una
pedina del sistema, forse in alcuni casi anche manovratore, ma
certamente manovrato.
Non è Monti il problema.
La politica italiana vive una fase di sospensione
della democrazia, cosa riconosciuta pacificamente da tutti, l’operato
di questo governo è stato sostenuto in modo assoluto dalle
principali forze politiche italiane, sia di destra che centro che
sinistra.
Il problema è il sistema, il capitalismo, di cui
Monti è solo espressione, dura, fredda, concisa, ma solo
espressione.
La piazza deve essere chiamata contro il capitalismo
per un nuovo socialismo che dovrà edificare le sue fondamenta sulla
solidarietà sociale, su una equa distribuzione delle ricchezze,
passando specialmente attraverso il processo della nazionalizzazione
delle imprese e con un progresso sostenibile che non sia regresso né
per i diritti dei lavoratori né per la salvaguardia dell’ambiente.
O dentro il capitalismo o fuori il capitalismo, non
esiste alternativa, perché ogni altra proposta all'interno del
capitalismo sarà solo una mera illusione fallimentare così come
fallito è il sistema che viviamo.
Faccio un piccolo esempio.
Chi contrasta il carcere come sistema, non può
battersi, ora, per una regolamentazione più moderata ed umana del
sistema carcere, perché ciò vorrebbe dire semplicemente legittimare
in qualche modo il sistema carcere.
Se questo ragionamento lo estendiamo alla questione
lavoro, Ilva di Taranto o Ferriera di Trieste, o Fiat o Alcoa od a
tutte quelle grandi imprese a rischio di chiusura, non ha senso
continuare ad invocare l'intervento del mercato o di altri
investitori, ma l'unico senso coerente e razionale da affermare
dovrebbe correre verso altro sistema sociale, dovrebbe a gran voce
pretendere la nazionalizzazione di questi sistemi industriali.
Siamo ad una svolta. Ora si parla di queste
problematiche, si discute, quale migliore occasione storica e sociale
per percorrere la strada per un diverso modello di Stato sociale?
Dunque o dentro il capitalismo o fuori il
capitalismo.
Il No Monti Day, mi ricorda quel populismo tipico
della politica grilliana, come diffusa dal movimento a 5 stelle o dal
popolo viola. Il Vaffanculo day od il No Berlusconi Day del popolo
viola, per esempio sono un chiaro elemento esemplificativo e non
esaustivo.
Confido che in questi giorni di discussione e
partecipazione assembleare, lì ove si parlerà del come sul come
questa mobilitazione dovrà trovare affermazione, si faccia un passo
indietro, ma che in realtà sarebbe un passo in avanti verso il vero
problema.
Che si abbia il coraggio di dire No al capitalismo,
che la gente venga in Piazza per urlare no al Capitalismo, che
l'opposizione sociale nasca dal No al capitalismo, e non
semplicemente da un demagogico e sterile ed a rischio di
strumentalizzazione politica-elettorale No Monti Day.
Certo, si potrebbe dire che per semplicità si
decide di invocare il No Monti Day, perché in Monti si individua il
simbolo di quel capitalismo drogato di profitto esasperato che in
Italia manifesta pienamente i suoi effetti.
Non è propriamente corretto, perché molte persone,
per esempio, sono contrarie al governo Monti ed alla sua politica,
ma non al capitalismo; dopo questo governo Monti e possibile Monti
bis o Monti come Presidente della Repubblica, od un semplice Monti
pensionato, il capitalismo vivrà ancora.
Ed allora scrivo, in questa riflessione, No al No
Monti Day, sì alla costruzione di una giornata contro il capitalismo
globale.
Marco Barone
grande Marco, sono perfettamente d'accordo con te. Stavo riflettendo se scendere o meno a Roma, ma non ero per nulla convinto. Ci si vede in giro per città!
RispondiEliminamax