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Visualizzazione dei post con l'etichetta istria

L'operazione Blechi e le testimonianze raccolte da Paolo Zonta, Elda Soranzio e Mario Candotto

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Ci sono storie che lasciano il segno e nel corso dei decenni continuano ad essere ricordate, raccontante, con sfumature diverse e dettagli sempre nuovi, andando alla ricerca di perchè che ancora oggi non hanno una risposta esaustiva. Una di queste è sicuramente quella della "spia" Blechi, di cui non si ha neanche memoria fotografica, come è emerso durante uno scambio di battute nel corso della storica cerimonia con la quale si onora la storia della Brigata Proletaria. Ma il personaggio è esistito, eccome se è esistito.     La così detta operazione Blechi, degna della migliore regia hollywoodiana, ma quando si dice che la realtà supera l'immaginazione, c'è poco da fare se non raccontare la storia. E questa è la storia di Walter Garlaschi nato a Ronchi il 19 ottobre del 1922, residente a Monfalcone, storia che mi è stata raccontata da Mario Candotto nei seguenti termini: " Garlaschi, era stato fatto prigioniero dai tedeschi in Grecia, era con la marina. Venne im...

Nazisti in Istria

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Un video archivio dell'Istituto Luce del 1943, racconta un frammento di quella che è passata alla storia come l' Operation Istrien (Pulizia dell’Istria) con la quale i nazisti, occupando l'Italia, dopo l'armistizio dell'8 settembre del 1943, con un paio di colonne cercarono di conquistare la penisola istriana. Un video tipico di propaganda, uno dei pochi a disposizione dell'epoca, in lingua tedesca, dove si vedono i tedeschi, in gruppo, attaccare paesi, città, villaggi con la cattura di diversi partigiani. Colpisce tra le varie sequenze una immagine in particolare. I nazisti in cammino per le vie di una città istriana, con una scritta sui muri "smrt fasizmu" ed un cartello di un locale in italiano, con scritto deposito, ed in basso il corpo di alcuni partigiani. I nazisti in Istria fecero diverse stragi, alcune di queste sono citate nell'atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia, che ora riportiamo fedelmente come trascritte nell’atlante ....

Costituire la provincia autonoma "italoslovena" del litorale istriano sloveno

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Nel Memorandum di Londra del 1954, che poneva fine alla disputa territoriale tra Italia e Jugoslavia, e alla fine dei sogni di chi voleva il TLT, con il passaggio all'amministrazione italiana della Zona A e quella B alla Jugoslavia, oggi Slovenia, si può leggere ad esempio che  nei Comuni della zona sotto amministrazione jugoslava, dove gli appartenenti al gruppo etnico italiano costituiscono un elemento rilevante (almeno un quarto) della popolazione, tali iscrizioni e tali nomi saranno in italiano, oltre che nella lingua della Autorità Amministratrice.  Su Radio Capodistria il Presidente dell'Unione Italiana afferma quanto segue: che si arrivi a rispettare lo Statuto speciale annesso al Memorandum di Londra e dunque la particolarità del nostro territorio d’insediamento stoico in Slovenia; che si addivenga quindi alla costituzione di una provincia a statuto particolare, speciale, autonomo o come lo vogliamo chiamare che comprenda le municipalità di Ancarano, Ca...

Pirano/ Piran o Nova Gorica. Chi sostenere per il 40° anno della città capitale europea della cultura?

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Entro il 2021 si saprà quale sarà la città slovena chiamata a fregiarsi del titolo Capitale Europea della cultura. La Slovenia ad oggi ha avuto solo la città di Maribor. Era il 2012. Un titolo che verrà condiviso insieme ad una città tedesca. Norimberga è tra quelle date tra le favorite, in Germania. Lubiana è quella che potrebbe spuntarla tra le città candidate dalla Slovenia. Ma tra i progetti sicuramente che interessano di più il FVG c'è quello di Nova Gorica da un lato, e quello di Pirano, dall'altro. Il primo interessa direttamente la città di Gorizia, il secondo, può riguardare certamente anche quella di Trieste, che comprensibilmente sostiene la candidatura di Pirano/ Piran, Isola/Izola, Capodistria/Koper e Ancarano/Ankaran, vista la contiguità territoriale ed il forte legame storico che sussiste con queste zone istriane. Nel 2025 il titolo sarà assegnato alla Germania e alla Slovenia. L'Italia fino al 2033 non potrà candidare alcuna città. Il punto sfa...

Si preferisce essere friulani,triestini,o istriani,piuttosto che italiani.Sloveni e croati rivendicano il loro essere sloveno e croato

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Se nel censimento che si fa in Italia si dovesse chiedere se sei italiano o triestino, italiano o friulano, italiano o bisiaco, probabilmente una percentuale prevalente vedrebbe l'affermazione dell'essere triestino, friulano o bisiaco rispetto all'essere italiano. Nell'Istria croata, ciò già succede. Solo il 6% si dichiara italiano, si parla di 12mila persone, in base ai dati del 2011, mentre gli istriani dichiaratesi come tali sono 25 mila dove una percentuale consistente è certamente di lingua anche italiana.  Nell'Istria slovena, dove gli italiani sono a rischio estinzione se si continua di questo passo, si parla di poco più di 2000 persone di nazionalità italiana, se si dovesse affermare il concetto di istrianità, vista la grande attenzione che c'è nella tutela della cultura e del dialetto istroveneto, si vedrebbe ridotto in modo considerevole, rispetto ai numeri di oggi, chi si dichiara italiano. Insomma, tutto ciò evidenzia un qualcosa di tipico delle ...

In Istria sono realmente a rischio estinzione l'italiano e il dialetto istroveneto?

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Ogni anno puntualmente si ripete sempre la stessa manifestazione di pensiero, italiano e istroveneto in Istria sono a rischio estinzione. Ma è realmente così la situazione? In regioni dove il bilinguismo, sulla carta, è certamente più avanzato rispetto a quello contemplato nella vicina Venezia Giulia per gli sloveni, ad esempio. Certo, poi nella realtà pratica ci sono molte situazioni di facciata, di apparenza, e di ostruzionismi, i diritti delle minoranze italiane non sono in piena vitalità, uno su tutti la questione dello spegnimento del segnale satellitare di Tv Capodistria, le riduzioni di personale, gli investimenti non al top. Ma si può realmente parlare di rischio estinzione dell'italiano e del dialetto istroveneto che ultimamente pare essere più meritevole di attenzione addirittura rispetto alla stessa lingua italiana?  Nell'Istria italiana ci sono circa 20 mila abitanti, il 94% sono italiani. Nell'Istria slovena si contano circa 80 mila abitanti, il 4% sono it...

Se non si riescono a trovare 270 mila euro per evitare lo "spegnimento" del satellite di TV Capodistria

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Complessivamente la spesa annua dovrebbe attestarsi intorno ai 270 mila euro. Una spesa sostenibile, non impossibile. D'altronde basta pensare che la mostra per D'Annunzio a Trieste, che si è rilevata essere un clamoroso flop, per circa 4 mesi, è costata quasi 400 mila euro. Certo, erano soldi degli enti locali non dello Stato, ma sempre di contributi pubblici si tratta. E di esempi di come si sperpera il danaro pubblico in Italia ve ne sono. Ora, da circa dieci anni ha ripreso a trasmettere sul satellite Hotbird 13 gradi est TV Capodistria, ma dal 9 novembre verrà sospesa la trasmissione satellitare dei programmi italiani di TV Capodistria, a seguito dell'esaurirsi dei finanziamenti, da parte italiana. Si parla di grave "menomazione" nel comunicato della redazione dei programmi italiani di TV Capodistria. Ed hanno ragione. Forse per qualcuno è più importante dirottare risorse alla tutela del dialetto istroveneto che alla salvaguardia dei programmi in lingu...

Se il dialetto istroveneto rischia di entrare nelle scuole istriane,mentre l'italiano arranca

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Nel sito della regione istriana si legge che numerosi popoli hanno lasciato nella terra istriana le loro tracce: Liburni, Istri (da qui l'origine del nome della Penisola), Greci, Celti, Romani, Ostrogoti, Bizantini, Longobardi, Croati, Franchi, Veneziani, Austriaci, Italiani ...  Dunque, si sottolinea, giustamente, che gli italiani sono una cosa, i veneziani, altra cosa, dal punto di vista storico ed identitario. Si rimarca nel sito che la Penisola istriana ha una superficie di 3.476 chilometri quadrati. Essa confina con tre stati: la Croazia, la Slovenia e l'Italia. Una piccolissima parte dell'Istria, la Baia di Muggia, appartiene alla Repubblica Italiana. Il Litorale sloveno, col Golfo di Capodistria (Koper) e una parte del Golfo di Pirano (Piran) fino alla foce del fiume Dragogna (Dragonja) fa parte della Repubblica di Slovenia. La maggior parte dell'Istria, precisamente 3.130 chilometri quadrati (pari al 90% della superficie) appartiene alla Repubblica d...

Arriverà la provincia "italiana" d'Istria?

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Come si è appreso dal Piccolo e da Radiocapodistria è in corso un dibattito in Slovenia sulla nuova articolazione geopolitica ed amministrativa che dovrebbe avere il giovane stato, che ricordiamo fu il primo a staccarsi dalla Jugoslavia mirando alla sua indipendenza diventando una sorta di eldorado del capitalismo dei Balcani, tra casinò e quant'altro. Si propongono delle province, ed una di queste province mirerebbe ad unire l'area istriana con quella interna della Notranjska e si arriverebbe ad avere un territorio ben molto più esteso rispetto a quello più circoscritto e limitato del Litorale con una popolazione di circa 170 mila abitanti. Tutto ciò da parte da alcuni esponenti della minoranza autoctona italiana viene visto come un qualcosa di pericoloso per i diritti acquisiti che potrebbero subire un vero e proprio annacquamento in una zona dove, pur sulla carta essendo sicuramente avanzato il livello dei diritti contemplati per la tutela dell'italiano, nella pratic...

L'Europa dei popoli, favorirà "il ritorno" dell'Istria, Dalmazia e Fiume alla "Venezia Giulia"

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Il goriziano Graziadio Isaia Ascoli, nel periodo in cui sulle note di Va pensiero , sui muri di alcune città italiane si poteva leggere W VERDI , a significare W Vittorio Emanuele Re D'Italia , coniò i famosi termini geografico-politici Venezia Giulia, Venezia Euganea e Venezia Tridentina. L'Italia mise come amministrazione piede in quella che veniva contemplata come Venezia Giulia alla fine della prima guerra mondiale. Vi erano le estese province di Gorizia, Pola, Fiume e Trieste. E da quel momento inizierà una peripezia che sarà propria di quel secolo breve che porterà alla frantumazione della "Venezia Giulia" il cui nome è stato anche un gran pasticcio storico mescolando insieme identità e peculiarità che contrastavano con l'anima ora germanica, ora slava, ora latina di quella che doveva essere la Venezia Giulia. Il tutto in un territorio che è una miscela potente di identità, latine, slave e germaniche, che i nazionalismi rispettivi hanno nel c...

Capitale europea della cultura 2025 sarà "duello" tra Gorizia/Nova Gorica e quattro città istriane?

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La Slovenia si troverà probabilmente a candidare cinque città per la capitale della cultura Europa 2025, ma non per fare insieme e sistema, ma per fare concorrenza. Perchè da un lato ci saranno Gorizia e Nova Gorica, che cercheranno di camminare insieme, tra Italia e Slovenia, in questo progetto europeo che fino al 2022 vede come città capitali europee Fiume e Galway, Timisoara, Elefsina e Novi Sad, Kaunas ed Esch. Ed è notizia ora, da Radiocapodistria , che i "sindaci dei quattro comuni costieri, Ancarano, Capodistria, Isola e Pirano, hanno firmato una dichiarazione di intenti riguardo la candidatura comune a Capitale europea della Cultura per l'anno 2025. Le quattro città dell'Istria slovena si candidano con la denominazione "Piran-Pirano 4 Istria 2025". Città dove è presente la minoranza autoctona italiana, e dove si cercherà una collaborazione trilaterale, tra Italia, Slovenia e Croazia. Insomma, sarà un duello bello "tosto" e per molti forse in...

Quella ridicola e pericolosa paura di "italianizzare l'Istria". Effetti collaterali del viva l'Istria italiana

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Qualche irresponsabile, quando disse viva l'Istria italiana o richiamando motti irredentisti, se sapeva quello che stava facendo, o se non sapeva quello che stava facendo, in ogni caso pose in essere un comportamento sconcertante e grave dal punto di vista diplomatico. Se a Lubiana o Zagabria dovessero dire Trieste è nostra, Gorizia è nostra, apriti cielo. Provocazioni figlie di sentimenti nostalgici, che possono essere frutto anche di ingiustizie subite o percepite, ma la storia non la si può cambiare. Certo, niente è eterno, tutto è possibile, ma oggi avere l'Istria italiana, significherebbe semplicemente dover fare la guerra alla Slovenia e alla Croazia. E dalla Croazia arrivano altrettante irresponsabili provocazioni.  Radiocapodistria riporta questa informazione: Nell'intervista pubblicata di recente dal quotidiano Glas Istre il generale in congedo e consigliere municipale rovignese dell'Accadizeta, Sergio Rabar, ha ricalcato i temi a lui cari richiamando ...

Il mini controesodo degli italiani verso la Slovenia

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No. Nessun ritorneremo nostalgico, nazionalistico di tempi bui e cupi. Ma una semplice necessità, scelta di vita, e opportunità. Il Piccolo di Trieste ha dedicato ampio spazio ad una questione che si sta consolidando nel corso degli anni, soprattutto da quando la Slovenia è entrata nell'Unione Europea. Quello che da molti è chiamato come un mini controesodo di italiani verso la Slovenia.  Le ragioni sono plurime, variegate. Si legge sul Piccolo che le mete preferite sono località come "Sesana, Cosina, Lokev, Divaccia,  Veliki Dol, Storje e San Daniele (Stanjel),Bertocchi, Skofije, Crevatini, Ancarano ,Capodistria e Isola. " Si va da chi lì si è stabilito, a chi fa il pendolarismo tra la Slovenia e Trieste, si parla addirittura di 2.500 pendolari, tanti quanto sarebbero i cittadini dichiaratesi di nazionalità italiana in Slovenia. Ma potrebbero essere ben di più. Un fenomeno che cresce tanto che su RadioCapodistria parte un programma dal nome un caffè in Sloveni...

A che punto è lo stato del bilinguismo in Istria? Parte, in Croazia, un'indagine a campione

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Quattro sono i comuni interessati, a campione, come rende noto Radiocapodistria , Buie, Torre, Rovigno e Sissano da quella che è stata definita come una sorta di "indagine sul campo che comprende enti pubblici ed aziende private" per valutare l’applicazione del bilinguismo visivo, l’uso della lingua italiana e la percezione nei confronti della lingua minoritaria. Ciò è dovuto alla ricerca commissionata dal Consiglio sulla vitalità della lingua italiana nella regione istriana croata. Come è noto l’Istria è una regione storica le cui peculiarità e singolarità si sono manifestate nell’arco di tutta la sua storia, e nello Statuto della Regione Istriana croata se ne riporta sinteticamente ed in modo efficace una ricostruzione: - territorio abitato dagli Istri nell’epoca antica, - X regione “Veneta et Histra” nel periodo dell’Impero Romano (dal I al V secolo), - Contea nel periodo dei Franchi (dal 788 al 952), - Margraviato nel periodo dei Franchi (dal 788 al 952)...

La "causa istriana e dalmata" al Parlamento italiano tra l'inizio e la fine della grande guerra

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L'Impero dall'aquila a due teste doveva cadere. Con l'incredibile attentato di Sarajevo, dove tra un mix di incompetenza, casualità e complotti si arrivò ad uccidere l'erede al trono, Francesco Ferdinando, e sua moglie Sofia, mai amato dall'Imperatore. Si spinse, dalla Germania ad alcuni fedelissimi dell'Imperatore, per colpire e affossare quella costola amara che era la Serbia. L'ultimatum più duro di quel secolo mai partorito contro uno Stato fu il pretesto per dominare una Serbia che alla fine dei conti, subendo una strage, tra i 450 mila e 750 mila morti complessivamente, si rivelerà essere la fine dell'Impero austroungarico e si spalancò il portone per l'avvento della grande Germania, e il nazismo. Se l'Impero non avesse in modo sciagurato aggredito la Serbia, un Paese intero punito per colpire una piccola organizzazione ed il suo attentatore, oggi, forse sarebbe ancora in vita. Si vivrebbe una storia diversa. All'interno dell'...

Aspettando il bilinguismo sul sito del Comune di Capodistria, mentre a Pirano...

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Certamente il bilinguismo visivo a Capodistria è migliore rispetto a quello praticamente inesistente nella vicina città di Trieste. A Trieste, Trst, no se pol, nonostante tutto.  A Capodistria, Koper in sloveno, vi è uno Statuto che in teoria contemplerebbe dei principi e delle attuazioni a favore della comunità nazionale italiana autoctona, importanti. Ma a quanto pare non sempre pienamente attuati. Appena è possibile fare dei capricci, dei dispetti, questi vengono subito all'ordine. Come ha riportato Radio Capodistria , ad esempio, sulla vicenda della piscina olimpionica." Resta l'incognita sulla dicitura solo in sloveno dell'impianto. In campagna elettorale Popovič aveva specificato che si trattava del nome dell'impianto e pertanto intraducibile. Il sindaco Bržan, ai nostri microfoni dopo l'elezione, aveva dichiarato che cercheranno di porre rimedio, nel rispetto del bilinguismo visivo".  Ciò per capire lo stato delle cose.   Uno Statut...

Pirano, dove il bilinguismo è di casa

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Da Pirano vedi bene Trieste, quella colata di cemento, che è il "faro d'Istria", il Santuario di MontegGisa,  e poi la cava a forma di cuore, nel cuore del Carso triestino, e sei proprio di fronte a Monfalcone.  E in mezzo, il  mare, che ora unisce, ora divide, sentimenti, e storie, memorie e ricordi, che attraversano il confine immaginario tra due mondi uniti dal ponte della condivisione di quella bellezza che qui, a Pirano, è di casa, come il bilinguismo. Oggi, in Slovenia, una cittadina di poco meno 20 mila abitanti dove il bilinguismo è di casa. Parlare l'italiano è la normalità, la toponomastica è in italiano e riporta anche le vecchie denominazioni storiche di Pirano, quelle che nella vicina Capodistria hanno scatenato il putiferio soprattutto per il modo in cui è stata gestita la questione di Piazza Tito . Vi è oggi una minoranza autoctona italiana di poco meno un migliaio di persone, circa il 5% della popolazione, mentre le persone di madrelingua ital...

Parlano di spirito europeo ma sognano il ritorneremo in Istria, Fiume e Dalmazia

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Il Regno d'Italia ha occupato l'Istria, Fiume e Dalmazia per meno anni dell'età di Cristo. Fiume diventerà italiana, per mano fascista, dopo la sciagurata marcia di occupazione di Fiume, che anticipò quella fascista su Roma, l'Istria nel novembre del 1920, sempre negli anni venti ci sarà una parte irrisoria della Dalmazia italiana, per essere occupato il resto del territorio nella tremenda invasione del '41 per poi perdere tutto dopo l'armistizio dell'8settembre del '43. Del Regno d'Italia quelle zone, oggi slovene e croate, ieri della Jugoslavia, conobbero prevalentemente il fascismo con tutto ciò che esso comportò. Stragi, crimini contro l'umanità, volontà di annientamento dei popoli ritenuti inferiori rispetto alla inesistente eppur contemplata "razza italica". D'Annunzio definiva i croati come accozzaglia di Schiavi meridionali , schiaveria bastarda e mandre di porci . "Di fronte a una razza come la slava...

Una ridicola petizione per chiedere la revisione dei confini ed il passaggio dell'Istria all'Italia

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E' sempre interessante seguire cosa gli italianissimi ogni tanto propongono in rete e non solo in rete. Non accettano la storia, non accettano la sconfitta, non accettano il disastro che ha compiuto l'Italia, perchè se l'Istria non appartiene più all'Italia, essendo stata italiana per un periodo inferiore all'età del Cristo, è solo per le politiche da pulizia etnica, razziste, e crimini di ogni tipo che sono stati compiuti usurpando il nome dell'Italia e con la mano nera e puzzolente del fascismo.  Una petizione che avrebbe lo scopo di raggiungere 50 mila firme, ma che in diversi mesi ha raccolto solo 170 firme, con diversi commenti, e tutti verso una sola direzione, far ritornare l'Istria all'Italia. Cosa che la minoranza italiana presente in Istria probabilmente non vorrebbe mica, visti i diversi diritti di cui gode, anche se a dire il vero, ultimamente si devono registrare tentativi di indebolimento, attraverso tagli mirati di risorse che colpi...

Dalla strage di Vergarolla al massacro del Circeo, la maledizione di "Pola"

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Pola (Pula in croato), meravigliosa e vitale cittadina, italiana per poco più di vent'anni, è stata, suo malgrado, segnata da drammi, violenze, direttamente ed indirettamente che vedono il suo nome essere coinvolto. Città che venne citata da Dante nella Divina Commedia: «Sì com’a Pola presso del Carnaro, ch’Italia chiude e i suoi termini bagna» Citazione strumentalizzata, ancora oggi, per fini nazionalistici, come se Dante in quel tempo avesse realmente in mente una Italia politica ed amministrativa se non addirittura geografica unita che includesse anche Pola. Eppure questo è stato il pensiero dei nazionalisti, che invece ignorano quanto Dante scrisse sull'Italia di quel tempo: “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”. Parole, visto quello che accade nell'Italia di oggi, a dir poco attuali e valide. Era il 18 agosto del 1946 . Sulla spiaggia di Vergarolla vi erano accatastate ventotto mine marit...