Il territorio ronchese durante le drammatiche vicende della seconda guerra mondiale ha pagato dazio pesantemente soprattutto per il contributo dato da diverse famiglie nella lotta di liberazione. Decine di famiglie hanno visto spezzato il proprio legame, non hanno potuto veder crescere i propri figli, fratelli, sorelle perchè la guerra non conosce pietà alcuna. Tra le famiglie che maggiormente hanno lasciato il segno nella storia non solo locale ma anche internazionale c'è sicuramente quella dei Fontanot. Su cui sono stati scritti diversi libri, realizzati documentari e intitolate vie in diverse località. Eppure al cimitero di Ronchi non si può restare indifferenti allo stato attuale in cui si trova la tomba dei Fontanot. Scritte purtroppo totalmente illeggibili e alcuni segni di cedimento della struttura tombale. In quella tomba, si riportano i nomi di Fontanot Regina, Fonanot Licio, Fontanot Giovanni, Fontanot Maria, Fontanot Enea, Fontanot Armido, Fontanot Vinicio e Fontanot ed ...
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I vestiti dei migranti sul Carso triestino e la visita di Salvini: una scenografia ad hoc
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Questo il breve messaggio di Salvini, dopo aver visitato il Carso Triestino, confinante con la Slovenia: "Un saluto dal confine con la SLOVENIA: chilometri e chilometri SGUARNITI, indumenti, coperte, scarpe sparsi ovunque... Grazie al governo Renzalfano, qui ENTRA ed ESCE chi vuole... altro che controlli alle frontiere!!! Fai girare!" Un video che ha avuto oltre cento mila visualizzazioni. Dunque effetto mediatico riuscito. Si vede Salvini, seguito da alcune telecamere e giornalisti addentrarsi in luogo specifico. Poi un paio di Jeans in bella vista su quello che rimane di un povero albero, scarpe, una bottiglia di plastica, uno zainetto color nero ecc.
Immagini che ricordano quelle pubblicate in estate 2015 dalle ronde triestine( che sono quelle che ora seguono). Già, perché a Trieste, città tipica per il no se pol, ma in questo caso stranamente se pol, da diverso tempo esistono delle ronde, che pattugliano la città, ed anche il Carso. Come si può vedere la somiglianza della "scenografia" è abbastanza simile. Magari i luoghi saranno anche diversi, chissà, però dei pensieri sorgono.
Da quanti tempo sono lì i vestiari dei migranti? Perché non sono stati rimossi? Sorge il dubbio, diciamo così, che servivano anche a questo.
A creare una scenografia mediatica finalizzata a denunciare il fatto che i confini sono non presidiati. Peccato che la rotta balcanica, ad oggi, non ha neanche sfiorato il Friuli Venezia Giulia, se non in modo praticamente inconsistente. Peccato che l'esercito che è stato annunciato ai confini, ed in questo caso per fortuna, è stato più una mera operazione mediatica e politica che sostanziale. Peccato che la Slovenia si è già chiusa con il suo maledetto filo spinato. E dunque di cosa stiamo parlando qui? Del nulla. Di una immensa speculazione politica sull'inesistente. Il FVG ha certamente dei problemi in materia di non accoglienza. Il caso di Gorizia ha fatto pessima scuola, Trieste con il suo Silos, diventato per l'ennesima volta luogo degli invisibili, anche. Ma parliamo di casi minimi ed irrisori, seppur importanti e gravi per le mancanze istituzionali che ne sono derivate, e per il degrado umano che hanno vissuto e che continuano a vivere esseri umani, rispetto al più complesso fenomeno inevitabile della emigrazione ed immigrazione a cui stiamo assistendo e che comunque, almeno nel 2015, anno dell'emergenza, ha visto l'Italia vivere gli stessi numeri più o meno del 2014. E nel 2014 non vi è stata nessuna conclamata emergenza. Ma cosa aspettarsi da chi si fa fotografare con il noto pugile di Trieste il cui motto è famiglia, dio e patria, anche se siamo nel 2016 e qualcuno forse dovrebbe ricordargli che il mondo è cambiato da un pezzo rispetto al medioevo e lo invita, ridendo, ad andare dall'altro lato della via a dare due cazzotti? Il riferimento era a chi ha protestato contro Salvini e le sue politiche, che intanto viene caricato e violentemente un paio di volte.
Ma se davvero Salvini vuole dare due cazzotti a chi protesta contro di lui, perché non ci va realmente? Senza farsi proteggere dalle forze dell'ordine? Se gli piace questo tipo di politica maschia, da pugile, da ring? Certo, si dirà era una battuta.
Ma la politica non ha bisogno di battute, ma di serietà e di cambiamento e Salvini rappresenta certamente una battuta d'arresto per quel tipo di società multiculturale, mitteleuropea che non vogliamo soprattutto a Trieste.
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"...
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecch...
Trieste, Triest, o Trst, Udine, Udin, Weiden o Viden. Due città distanti poco meno di 100 km. Con una cultura profonda, una storia complessa, che ancora oggi divide. Due città capoluogo di due regioni differenti, con identità differenti, il Friuli, Udine, la Venezia Giulia, Trieste per fondersi e confondersi con una mescolanza spesso mal digerita nell'unità del Friuli Venezia Giulia senza più alcun trattino divisore passando dal cuscinetto della Bisiacaria. Nonostante nel complesso si sia in una regione poco più piccola della sola provincia di Bari per popolazione. La sua area è pari a 7.924 km² cioè di poco superiore alla provincia di Sassari o Torino o Cosenza o Bolzano ad esempio. Ma con o senza trattino la divisione e la rivalità tra queste due città esiste, persiste e resiste. Dai dileggi, ai giochi, dallo sport, dal basket al calcio, a tutto ciò che può portare alla rivalità. Due bellezze contrapposte se non opposte, dalla bora di Trieste all'eleganza di Udine, ...
Andè a veder su a Opicina, sia nel vecio hotel obelisco che nelle grotte nei dintorni xe pien de vestiti buttadi
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