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Visualizzazione dei post con l'etichetta gorizia

L'operazione Blechi e le testimonianze raccolte da Paolo Zonta, Elda Soranzio e Mario Candotto

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Ci sono storie che lasciano il segno e nel corso dei decenni continuano ad essere ricordate, raccontante, con sfumature diverse e dettagli sempre nuovi, andando alla ricerca di perchè che ancora oggi non hanno una risposta esaustiva. Una di queste è sicuramente quella della "spia" Blechi, di cui non si ha neanche memoria fotografica, come è emerso durante uno scambio di battute nel corso della storica cerimonia con la quale si onora la storia della Brigata Proletaria. Ma il personaggio è esistito, eccome se è esistito.     La così detta operazione Blechi, degna della migliore regia hollywoodiana, ma quando si dice che la realtà supera l'immaginazione, c'è poco da fare se non raccontare la storia. E questa è la storia di Walter Garlaschi nato a Ronchi il 19 ottobre del 1922, residente a Monfalcone, storia che mi è stata raccontata da Mario Candotto nei seguenti termini: " Garlaschi, era stato fatto prigioniero dai tedeschi in Grecia, era con la marina. Venne im...

Quel paradosso di Gorizia, dove da un lato si celebrano i cooperanti dei nazisti, dall'altro li si condannano come odiatori dell'Italia

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A Gorizia il nazionalismo è capace di produrre dei cortocircuiti storici incredibili. Da un lato al parco della Rimembranza continua a dominare sovrano il monumento fatto a pezzi dai domobranci, collaborazionisti dei nazisti nella Venezia Giulia occupata dalla Germania nazista, con una targa dove si può leggere che "mano incivile armata dall'odio dei nemici dell'Italia" il  il 12 agosto del 1944 lo fecero saltare in aria". Evento che fu la conseguenza dell'attentato che avvenne al teatro Verdi di Gorizia il pomeriggio del 5 agosto del 1944. Al le ore 17.30 scoppiava una bomba ad orologeria nell'interno del teatro Verdi di Gorizia, a quell'ora affollato di donne e bambini. Rimanevano ferite 10 persone fra le quali due gravemente e decedevano poi all'ospedale. Altra bomba  inesplosa  veniva rinvenuta nella galleria dello stesso Teatro. Inizialmente si diede colpa ai partigiani, liquidati sempre come banditi, ma diverse ipotesi invece hanno sost...

La contesa tra "Gorizia" e Dublino per la presa di Cristo

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Due opere che si contendono l'originalità. Chi dice che sono entrambe "autografate" perchè Caravaggio si firmava con l'autoritratto, chi dice che quella di Dublino non è la prima versione, ma una versione successiva a quella esposta a Gorizia, chi sostiene che solo una delle due è di Caravaggio e l'altra realizzata in una scuola artistica ispirata a Caravaggio, insomma, la certezza non c'è, si dovrebbe parlare di opere attribuite al Caravaggio senza rivendicarne la paternità fino a quando la certezza assoluta non ci sarà. Ma così non è.  Ognuno seguace della propria teoria, della propria storia, potrebbero essere entrambe delle copie, oppure solo una l'originale. Non è la prima volta che accade nel mondo dell'arte dove la contesa è la norma che non sempre fa rima con arte. A Dublino sostengono che la cattura di Cristo, a prestito  a tempo indeterminato alla National Gallery of Ireland dalla Comunità dei Gesuiti, Leeson St., Dublino, che riconosce la g...

Maggio 1949 a Monfalcone e Gorizia, devastate dalla guerra, si consegnano le prime case ai senzatetto

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Un video interessante dell'Istituto luce mostra alcune sequenze del maggio 1949 incentrate su Monfalcone, che come è noto è uscita devastata socialmente ed anche colpita profondamente dai bombardamenti aerei degli alleati, ed ha visto migliaia di persone restare senza casa. Il video mostra la ripresa dei lavori nei cantieri di Monfalcone e la consegna delle prime case, con la presenza del ministro  Tupini,  costruite con il contributo dell'UNRRA per i senzatetto. Poi la regia di sposta su Gorizia, con la retorica ancora tipica del ventennio, che mostra una piazza della Transalpina divisa a metà con il confine "provvisorio" tra Italia e Jugoslavia, durato come sappiamo fino all'entrata in Europa della Slovenia e la posa della prima pietra per la costruzione di nuove case. Questo per ricordare che anche se sembrano passati chissà quanti anni, in realtà questo territorio ha subito pesanti devastazioni durante la guerra in un contesto ove si tende a dare tutto per sco...

Se bastano solo cinque bandiere jugoslave per...

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  Provocazione politica, per alcuni, gesto artistico, per altri. A Gorizia basta esporre cinque bandiere jugoslave per scatenare il solito tradizionale e prevedibile e banale putiferio. Nova Gorica è una città fondata dalla Repubblica socialista jugoslava e ne è ricca di simbolismi della propria identità socialista, e con questa città, Gorizia, condivide il titolo della capitale europea della cultura. La storia di quelle bandiere è interessante, come ha reso noto l’associazione Agorè. Bandiere originali e cucite a mano, concepite per essere esposte alle cinque finestre del salone del Consiglio Comunale, al primo piano del palazzo di corso Verdi, la cui facciata è sormontata ancora oggi dallo stemma della città. Bandiere, che forse furono esposte durante la presenza in città degli  jugoslavi, dal 1° maggio al 12 giugno 1945.  Ed a proposito di storie di bandiere un documento dell’archivio di stato locale racconta la storia di Maria. Una nota della questura goriziana rip...

Il cimitero di Merna, quando i confini più che dividere, uniscono

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Quello del cimitero di Merna, Miren in sloveno, alle porte di Gorizia, è luogo più unico che raro. Neanche i morti hanno lasciato in santa pace. I confini, d'altronde, non guardano in faccia a nessuno, forse. Nel 1947, in relazione alle vicissitudini del Trattato di Pace del 1947, il cimitero di Merna, venne diviso a metà. Con un filo spinato che suddivideva quel luogo sacro in due parti. Di qui Jugoslavia, di qui, Italia, nel mezzo sottile segnato dal filo spinato, terra di nessuno. Con anche i morti che si ritrovarono loro malgrado in parte in Italia in parte in Jugoslavia. I ricordi, le testimonianze, si perdono nel tempo e si mescolano con la storia del confine orientale. I confini vanno vissuti senza quel connotato ideologico che li ha voluti e legittimati o contrastati. Vanno vissuti con la quotidianità di chi deve attraversarli, di chi non può oltrepassarli, di chi si è visto da un giorno all'altro essere con un piede di qua ed un piede di là, pezzi di casa a metà, terre...

Go2025 altro che capitale europea della cultura, chiamatela capitale europea dei Casinò

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  Il 2025 è l'anno della Slovenia per il titolo della capitale europea della cultura, che verrà condiviso, tra la città di Nova Gorica e la confinante italiana, Gorizia. Dunque, non è Gorizia ad essere capitale europea della cultura, come frettolosamente qualche media tende a comunicare, ma Nova Gorica. Un progetto nato diversi anni addietro, che ha avuto delle difficoltà, dei ripensamenti, come il progetto della piazza Transalpina che ne sarebbe uscita stravolta rispetto al contesto storico ed urbanistico nel quale è inserita, ci sono dei lavori pubblici che lasceranno il segno, come è normale che sia, tanto di qua, quanto di là, ma nulla di così stravolgente, forse è più la città di Gorizia ad averne approfittato rispetto a Nova Gorica in materia di lavori pubblici con il rinnovamento della piazza della Transalpina e della Casa Rossa, che Nova Gorica stessa. Ci saranno degli eventi come è normale che sia, il programma è ampio , anche se il sistema ricettizio locale non è all...

Quei video emblematici dell'Istituto Luce, dai goriziani che prima acclamano Mussolini, e poi...gli americani

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Il 7 agosto del 1942 il dittatore Mussolini giunge a Gorizia.Così narra la voce dell'Istituto Luce, il "duce giunge all'aeroporto di Gorizia pilotando il suo trimotore". Uno dei tanti video che fotografano la propaganda del regime con scene sempre uguali, con il popolo che si moltiplica all'inverosimile all'atto di acclamazione di Mussolini. Un video caratterizzato da brevi sequenze, che lo vede accolto all'aeroporto goriziano dal generale Ferrarim poi, con gli occhiali da sole, accompagnato da un religioso visita la tomba del Duca d'Aosta, Mussolini passeggia tra i monti, in compagnia di Vidussoni e di autorità militari assistendo ad una esercitazione militare.  Poi, in piazza Vittoria, ecco l'adunata classica del popolo. Il dittatore che effettua il suo classico discorso dal balcone, ma, la peculiarità è che al termine del discorso, dove aveva rimarcato che l'Italia e la Germania nazista avevano tutti i mezzi per vincere la guerra, rientra ne...

Gorizia e Nova Gorica una capitale europea della cultura divisa dalla memoria storica, giusto così

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L'ennesimo no giunto dal Comune di Gorizia alla richiesta di revoca della cittadinanza onoraria al dittatore Mussolini, ha scatenato un putiferio politico rilevante. Ma era da mettere in conto. Come è risaputo, dal punto di vista storico, Gorizia nel conferire la cittadinanza onoraria a Mussolini non fece nulla di più e nulla di meno rispetto a quello che fecero sostanzialmente tutti i comuni italiani nel ventennio. L'atto non fu spontaneo, ma un banale allineamento alle volontà del regime. La Stampa del 21 maggio 1924 denunciava, in diversi casi, l'esistenza di alcune circolari sia prefettizie che di funzionari fascisti, che invitavano i Comuni a riconoscere la cittadinanza onoraria a Mussolini per blindare l'inizio della nuova legislatura. Circolari che valevano come monito per i Comuni che non avevano seguito ancora l'esempio di Roma. Ed i  Prefetti, nel loro atto "riservato" invitavano i consigli comunali, che si prodigavano a riconoscere la cittadinan...

Celebrare ancora oggi Trieste o Gorizia italiana è un pleonasmo storico che non ha più alcun senso

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Trieste è oggi una cosa diversa rispetto a quella che fu un tempo, quando venne contesa, quando era una città contesa, quando si rischiò addirittura lo scoppio della terza guerra mondiale per la causa triestina. Cosa che oggi farebbe sorridere, eppure in quel tempo da sorridere c'era ben poco.  Rifugiarsi nel passato è un espediente per fuggire dal presente, quel presente connotato da pochezza, da vuoti, tipici della nostra epoca. Trieste così come Gorizia per lungo tempo furono città dall'anima e spirito asburgico. Oggi, questo spirito lo si può intravedere solo nell'architettura di queste città che spingono a rendere Trieste unica, grazie al suo fascino imperiale, e Gorizia, per il suo essere stato contenitore di una pluralismo che oggi esiste solo nelle metafore o in quella "Nizza d'Austria". Trieste e Gorizia sono due città che si stanno piegando all'omologazione di massa, che è il grande turismo che nel paradosso dei paradossi tende a val...

A proposito della provincia di Gorizia/Monfalcone o ....Isontina

  IN FVG si è registrata in materia di province una situazione bizzarra. Prima le aboliscono, poi nascono le UTI, poi gli EDR, poi si propone il ritorno a ciò che è stato abolito il tutto in una regione che deve fare i conti con un calo demografico devastante forse la migliore soluzione sarebbe quella di costituire la provincia autonoma di Trieste e di Udine, sul modello del Trentino Alto Adige/ Südtirol inglobando l'Isontino o nella provincia di Trieste o in quella di Udine? Intanto, giunge la proposta della costituzione della provincia di Gorizia/Monfalcone. Ogni volta che si tocca il nome di qualcosa, si scatena sempre un putiferio, il merito però di questa proposta, a prescindere dal nome, è quello di aver acceso l'attenzione sul fatto che vi è la necessità di unire un territorio diviso come non mai. Da un lato hai Monfalcone che va oltre i 30 mila abitanti, dall'altro Gorizia che scende sotto la soglia dei 34 mila abitanti. Da un lato hai Monfalcone centrica, in qu...

C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime...

Il "millenario"castello di Gorizia, restaurato dal fascismo, per poi diventare teatro delle fucilazioni nazifasciste

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    Nell'archivio dell'Istituto Luce vi è un video interessante sul castello storico di Gorizia, che sovrasta la città friulana. Un video ove si rimarca l'operato del fascismo nell'averlo riportato ai fasti di un tempo, con i tipici segni dell'invasività architettonica fascista, dopo che subì profondi danni durante la prima guerra mondiale. Peccato che quel castello fu teatro di diverse fucilazioni nazifasciste, una cinquantina, ma la maggior parte non note, ricordate da targhe non sempre notate dai viandanti. Nel sito l 'atlante delle stragi nazifasciste , sono ricordate, quelle note, in questo modo:   Località Castello di Gorizia, Gorizia, Gorizia, Friuli-Venezia Giulia Data 30 marzo 1944 Matrice strage Nazista Numero vittime 2 Numero vittime uomini 2 Numero vittime uomini adulti 2   Data 5 aprile 1944 Matrice strage Nazista Numero vittime 1 Numero vittime uomini 1 Numero vittime uomini adulti 1   Data 13 aprile 1944 Matrice strage Nazista Numero...

Migliaia di persone parteciparono al funerale del Conte di Chambord a Gorizia

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Siamo nel settembre del 1883, a Gorizia si tennero i funerali del Conte di Chambord, ovvero Enrico Borbone di Francia. Un uomo che a Gorizia veniva ricordato con dedizione perchè, si racconta, sempre attento ai poveri goriziani. Ci fu un vero e proprio corteo funebre che ebbe origine dalla stazione della "Nizza" austriaca. La partecipazione della gente fu enorme. I giornali dell'epoca parlavano di una moltitudine di gente assiepata lungo il passaggio del corteo. "In città erano state chiuse le botteghe e le case pavesate a tatto. Le vie formicolavano di gente terrazzana e forestiera, e s'incontravano ad ogni passo frotte di ospiti francesi in marsina e cravatta bianca". C'era un corteo vero e proprio, da oltre 200 preti, ad istituti religiosi vari, da associazioni di veterani alla società di mutuo soccorso. Il carro funebre, "tutto parato di velluto nero a fiordalisi d'argento, è sormontato da mazzi di pennacchi neri e dalla corona reale. ...

Quel rastrellamento del 1946 sul Carso isontino per cercare un maggiore americano arrestato dagli jugoslavi

Agosto 1946. Il GMA, rendeva noto, che un maggiore dell'esercito americano, con moglie e figlio, venivano arrestati dalle truppe jugoslave. Un fatto che suscitava parecchio clamore e determinò un vero e proprio rastrellamento sul nostro Carso. Il maggiore era George Wood, che si era riunito alla propria famiglia a Trieste dopo avere combattuto nel Pacifico del Sud. Il rastrellamento venne effettuato tra la zona di San Giovanni di Duino-Ronchi, Doberdò e Fogliano di Redipuglia e cave di Selz. Le cronache del tempo, su questo episodio caduto nel dimenticatoio, ricordano che gli americani si muovevano in modo circolare, assediando il Carso isontino della zona A. Non venne ritrovato durante il rastrellamento il maggiore nell'immediato ma vennero ritrovati diversi depositi di armi e munizioni occultati nel Carso. Il fatto venne raccontato anche dalla BBC, ma ridimensionato dopo il rilascio del maggiore rispetto al clamore iniziale. In sostanza, l'americano, con la sua famigli...