Ronchi conobbe la distruzione della grande guerra, che memoria ne è rimasta oggi di quella devastazione?

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   Ronchi fu tanto in prima linea, quanto retrovia in quella maledetta guerra, e fu anche oggetto di bombardamenti che distrussero decine di abitazioni e procurarono decine di vittime civili. E beffa nella beffa, la popolazione, che in parte riuscì a fuggire a Wagna, in Austria, allo scoppio della guerra, rimase imprigionata nei confini comunali a causa dell'esplosione della colera. Ben 2500 cittadini, praticamente la metà della popolazione, bloccata in un territorio in prima linea durante la guerra a causa del colera che nell'agosto del 1915 cagionò una trentina di morti come la storia ha ben raccontato nel corso del tempo. Oltre 500 furono i soldati che persero la vita sul territorio ronchese in quel maledetto conflitto nazionalistico. Eppure saranno passati poco più di cent'anni ma è come se non fosse mai accaduto quell'evento, come se quella distruzione non ci fosse mai stata, eppure c'è stata come la memoria fotografica del tempo ha ricordato e continua...

L'Egitto continua a non essere dichiarato Paese insicuro ma Giulio non è finito nell'oblio


 Nel sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, nella scheda dedicata all'Egitto si continua a leggere che 

 "Dal 2011 l’Egitto è stato attraversato da profondi rivolgimenti politico-sociali ed il contesto politico-regionale relativo alla questione palestinese può avere riflessi sulla stabilità sociale e movimenti di protesta.

I connazionali che si recano nel Paese per motivi professionali, di studio o turistici, devono essere pienamente consapevoli di tale contesto generale, così come dei rischi di detenzione o di altre misure coercitive connesse alla partecipazione ad attività politiche o anche soltanto a discussioni potenzialmente ricollegabili al contesto politico interno, come dimostra l’omicidio di Giulio Regeni. Come noto, nel 2016, è stato rinvenuto, vicino al Cairo, il corpo del giovane ricercatore italiano, torturato e barbaramente ucciso".

I rapporti commerciali tra Italia ed Egitto continuano ad essere consolidati, si stipulano anche accordi  per modernizzare l'educazione tecnica, l'Egitto ora gestisce 90 scuole di tecnologia applicata. Infatti il ministero sta perseguendo la cooperazione internazionale per aumentare gli standard e attirare partner dalla Germania, dall'Italia e dal Giappone, con l'obiettivo di lanciare più scuole che offrono programmi accreditati a livello internazionale. E ciò non può che continuare ad avere un sapore di beffa dal momento che Giulio è stato massacrato dagli apparati di sicurezza chiamati a garantire la stabilità della dittatura di Al Sisi, ed in Egitto lui era andato per studiare, appunto. Tutto continua come sempre, zero collaborazione sul fronte giudiziario, zero cooperazione sul fronte dell'uccisione di Giulio Regeni, mentre la giustizia italiana sta facendo il suo cammino solo grazie alle peripezie affrontate dalla famiglia di Giulio insieme al suo inarrestabile avvocato.

Insomma, l'Egitto continua a non essere dichiarato come Paese insicuro, anzi, nel 2024 venne incluso nella lista dei Paesi sicuri, nonostante il quadro ben noto sul fronte dei diritti umani. Ma Giulio non è finito nell'oblio, anche se si parla decisamente meno di Giulio, l'attenzione c'è e quanto a lui accaduto ha lasciato il segno per sempre.

 

 

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