La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Due piedi in due scarpe per il caso Fiat ed i licenziamenti che verranno



Spesso, per non dire di più, quando si cammina, qualsiasi sia la direzione, la strada percorsa, si guarda in basso per non incrociare lo sguardo altrui, per non guardare l'orizzonte, per non guardare ciò che hai davanti, per non mostrare forse la tua vera essenza di essere pregevole o spregevole come stampata con toner a getto di inchiostro nei tuoi occhi.

Osservi fugacemente le tue scarpe.
Due piedi in due scarpe.
Così dovrebbe forse essere la vita.
Nessuna presunzione di verità.
Nessun messia e missione.
Nessuna ribellione e rivoluzione.
Una semplice constatazione di fatto.
Pensi all'ipocrisia che ogni giorno violenta qualsiasi forma di intelligenza.
Una ipocrisia supportata dagli incappucciati che hanno tolto il cappuccio perché ora mostrano faccia, denti e sorrisi macabri ed humour senza umore umano.
19 lavoratori da reintegrare e 19 lavoratori collocati in mobilità.
Chiaro ed evidente ricatto alla democrazia non solo sindacale ma anche di questo maledetto Paese dal malefico capitalismo.
Ma accade che in territorio americano incombe l'elezione del futuro Presidente degli Stati Uniti d'America.
Ogni giorno ci bombardano con queste notizie.
D'altronde di che stupirsi? Siamo un feudo americano.
Ed accade che anche lui, l'uomo dell'anno dell'auto, diventa oggetto e soggetto dell'ultima comunicazione e campagna elettorale made in Usa, quella più importante.
Scopri anche che quell'uomo sarebbe di una specie di sinistra che vorrebbe anche governare l'Italia.
E caso vorrà che proprio quando il ricatto giungerà all'apice della sua realizzazione, tutto all'improvviso verrà avvolto da un cauto periodo di riflessione.
Mi sembra più che evidente che il solo ed unico e reale motivo che ha sospeso il certo licenziamento di quei lavoratori sia direttamente collegato alla campagna elettorale americana. Il candidato dei Repubblicani, che si gioca all'ultimo voto la vittoria in terra Usa, avrebbe usato quel fattore come elemento politico per attaccare, forse con successo, la politica economica del candidato dei Democratici.
Finite le elezioni americane, con la vittoria di chiunque esso sia, temo che quei lavoratori, in questo feudo americano, verranno licenziati.
Due piedi in due scarpe.
Riportiamo le cose al loro ordinario posto e con la giusta prospettiva di osservazione.

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