È arrivato il momento di restituire a Ronchi il nome dell'aeroporto e dell'autostrada

Una questione su cui ritorno con periodicità e che ad oggi,ha visto sostanzialmente seppur una presa di posizione importante e positiva da parte della nostra attuale amministrazione comunale, di concreto però non c'è stato alcun mutamento. Mi riferisco tanto al nome del nostro scalo aeroportuale che all'uscita dell'autostrada. Si continua a chiamare il nostro aeroporto, Trieste Airport. Per ragioni commerciali. Un nome che comunque non unisce, ma divide, perchè attualmente non rappresenta il Friuli, ma solo la Venezia Giulia. Vero è che storicamente l'aeroporto doveva sorgere nel territorio triestino, e che alla fine si è optato su Ronchi, ma Ronchi è in provincia di Gorizia, a 30 km di distanza da Trieste ed equidistante tra il capoluogo regionale e quello friulano. E poi esistono anche Gorizia e Pordenone. Il nostro aeroporto è regionale, il nome giusto potrebbe essere semplicemente Ronchi Airport Friuli Venezia Giulia. Perchè è lo scalo di tutta la regione e non cert...

Bruxelles e le vetrine hot


Bruxelles, come è noto, è sede delle più importanti istituzioni dell'Unione Europea.
Una città affascinante, particolare, simbolo dell'alta borghesia, dove architettura moderna e tradizionale cercano, con poco successo, di convivere.
L'Unione Europea rivendica spesso principi che ruotano intorno alla dignità delle persone, no alla donna oggetto, penso per esempio alla Risoluzione sulla discriminazione della donna nella pubblicità del 1997 al cui punto 10 si scriveva testualmente che il Parlamento europeo invita il settore della pubblicità a rinunciare in concreto e interamente a sminuire la donna a oggetto sessuale dell'uomo attraverso espedienti tecnici e raffigurazioni immaginose come il ridurre il ruolo femminile alla bellezza fisica e alla disponibilità sessuale .
Certo, comprensibile.
Ma a pochi minuti dal Parlamento europeo esiste un vero e proprio quartiere a luci rosse.
Esistono anche agenzie di escort, club privati-scambisti, e donne in vetrina, come oggetto, in Rue d'Aerschot, vicino alla stazione nord di Bruxelles ed a pochi minuti dal Parlamento europeo.
Donne, prevalentemente dell'Est, esposte in vetrina proprio come accade ad Amsterdam.
Quanto è credibile una Unione Europea che si batte contro la donna oggetto, quando a pochi minuti dal luogo ove si discute ed evocano principi in tal senso, vige, con tolleranza, una situazione a dir poco indegna?


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