Premetto che io personalmente ho sempre
difeso i lavoratori,specialmente quelli della Scuola, sia
burocraticamente che sostanzialmente essendo anche militante attivo
di una organizzazione politico sindacale di base.
Ho sempre difeso i diritti dei
lavoratori contro ogni abuso e sopruso, ma a volte emergono dei
limiti, limiti ove delle riflessioni sono dovute.
A Trieste come in varie città
italiane, quando giunge l'ultimo giorno di scuola ecco il gavettone
moment. Tradizione, se così possiamo definirla, goliardica,
dall'origine incerta, ma che lentamente ha trovato affermazione in
varie realtà siano esse meridionali siano esse settentrionali.
Ma innanzi ai locali del Liceo Galilei
di Trieste è accaduto ciò che non doveva accadere.
Un Professore che denuncia,
sparavano fumogeni davanti alla scuola, non c’erano solo gavettoni,
vi era, secondo la sua ricostruzione, una situazione di pericolo per
i suoi allievi, parte l'affronto con un ragazzo, ed ecco la
consumazione della violenza.
“Ho afferrato la bottiglia che il
giovane mi stava agitando davanti alla faccia e gliel'ho schiacciata
sulla testa. In effetti gli ho anche rifilato un bel calcio nel
sedere”
Questo quando dichiarato in una lettera
aperta inviata al Piccolo di Trieste.
Invece, secondo quanto riportato dal
giornale locale, il ragazzo avrebbe riportato una frattura scomposta
allo zigomo. Guarirà in 20 giorni.
Insomma, calcio nel sedere, bottigliata
in faccia, una situazione nata da un momento certamente teso, di
difficile gestione, ma che nessuna violenza mai può e dovrà
giustificare.
Eppure in Città è partito il
dibattito. Vengono inviate varie lettere di sostegno al Professore,
che riconducono il suo gesto in una sorta di actio libera in causa
.
Addirittura c'è chi sottolinea che in
quel momento avrebbe chiamato la Polizia o che avrebbe avvisato la
Polizia il giorno prima per fronteggiare il gavettone day.
Personalmente penso che chi insegna
nella Scuola Pubblica Statale italiana, anche in situazioni di
disagio e tese come quelle accadute innanzi al Galilei, mai e poi mai
deve ricorrere alla violenza.
Quale esempio si conferisce ai ragazzi?
Quale insegnamento si offre alla
collettività?
Non esistono giustificazioni e
scriminanti verso quel gesto.
Nella scuola esistono problematiche di
vario tipo.
Penso per esempio ai continui affronti
che si vivono in alcune realtà difficili del sud Italia.
Professori minacciati, anche picchiati,
ma che non reagiscono con la violenza.
La scuola, deve conferire altro spirito
d'insegnamento.
Forse era il caso di prevenire quella
situazione, la Dirigenza Scolastica che ha fatto in tutto ciò?
Forse era il caso di comunicare
preventivamente ai ragazzi che quel giorno non sarebbero stati
tollerati gavettoni e che sarebbero conseguiti provvedimenti di un
certo tipo, piuttosto che ricorrere al gesto individuale quasi eroico
e giustificato da alcuni docenti.
Qui non è messa in discussione la
valenza o meno di quel professore, di quello che ha fatto nel corso
della sua carriera, di come ha insegnato, ma di come si è comportato
in simile occasione.
Ma al Piccolo arrivano spesso lettere
dal tenore univoco, probabilmente sarà una strategia difensiva
concordata, una forma di solidarietà richiesta per affrontare l'iter
disciplinare.
Ma è una strategia che spacca la
scuola, che attacca gli studenti e difende i docenti, quando in
realtà si dovrebbe forse ricorrere ad una sorta, citando Orazio, di
aurea mediocritas, ovvero maturare una posizione intermedia
che non santifica e giustifica in toto il comportamento assunto da
quel docente, e non condanna ex toto il comportamento di tutti gli
studenti.
Quello del gavettone è un momento
conosciuto da tutti, la soluzione al problema, se è un problema non
è data né dalla chiamata preventiva o successiva delle forze di
Polizia, comportamento ridicolo a parer mio e poco formativo ed
educativo, né dalla violenza difensiva o in qualunque rango essa la
si voglia relegare.
La violenza non si giustifica mai,
specialmente quando si realizza in un luogo deputato all'insegnamento
di valori e principi che dovrebbero rendere questa società meno
dipendente dalla giustizia fai da te e più dipendente da valori che
trovano il loro centro di gravità nel reciproco rispetto.
Rispetto che oggi è venuto meno su
entrambi i fronti e forse questo è il vero elemento su cui
riflettere.
E finalmente!
RispondiEliminaConcordo, dalla premessa all'ultima parola.