La strage di Vergarolla, se ancora oggi non si riesce a collocare una lapide con i nomi delle vittime

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Mentre a Capodistria non si riesce a porre una targa sulla casa ove nacque Nazario Sauro, c'è chi propone addirittura di restituire alla città una statua di Sauro, noto capitano antiasburgico, il cui monumento, imponente, venne fatto saltare in aria dai nazisti, a Pola, ancora oggi, a 79 anni dalla strage di Vergarolla, non si riesce a porre una targa che ricordi i nomi delle vittime. Una strage che ancora oggi continua a dividere gli storici, tra chi sostiene che gli artefici furono gli jugoslavi, chi fu atto di incuria degli inglesi, chi, opera di fascisti italiani, chi, un semplice e catastrofico incidente, l'unica certezza è che a perdere la vita furono un centinaio di innocenti di cui vennero identificati in 64 e un terzo delle vittime furono  bambini. Tutto ciò è semplicemente scandaloso soprattutto per un Paese che ha introdotto l'Euro, che è europeo e dove la minoranza storica italiana continua a subire delle ingiustizie importanti o degli accontentini come nel caso...

C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

 

 

Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilimento culturale, storico, linguistico, del tedesco. Fatto che tanto in Italia quanto in Europa ha probabilmente pochi precedenti per la portata del fenomeno di annichilimento. C'era una volta Gorz, oggi il nulla rispetto al suo passato. Eppure, come è ben risaputo, Pietro Kandler affermò che Gorizia fosse una «città tedesca con campagna tutta slava meno pochi lembi di Cormons che stavano in pianura». Incredibile come il dominio nazionalistico che si è affermato soprattutto dopo il disastro della prima guerra mondiale, abbia sostanzialmente spazzato via da Gorizia, quell'anima, quello spirito, quella sua identità plurisecolare, di cui vi è rimasta traccia solo in qualche testo storico. E non è detto che questo sia stato un bene per una città che continua ancora oggi a pagare l'affermazione di una sola delle sue componenti identitarie, certamente maggioritaria, quella italiana, a discapito delle altre che ne hanno per secoli caratterizzato la vitalità e la sua originalità.

mb


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