Si ripristini a Ronchi la storica lapide della strage nazifascista del 15 settembre '43, il massacro di 8 soldati

A Gorizia, nell'ambito della capitale europea della cultura condivisa da Nova Gorica, si espone altro dipinto di cui si rivendica l'originalità:
Una nota rivista, quale l'Amletico scrive, in merito al quadro esposto a Gorizia, che ha avuto un grande successo, che Risulta quindi consequenziale negare l’ipotesi per la quale la tela che è stata esposta a Palazzo Chigi non sia la prima redazione dalla quale provennero le diverse copie successive, bensì una di esse ispirata al capolavoro del Merisi. (...)Il primo aspetto tecnico che differisce profondamente dalla versione di Dublino, scrivono, concerne nelle misure decisamente dilatate della tela oggi ad Ariccia (cm 142x218,5) rispetto all’opera irlandese (cm 133,5x169,5) che hanno influito su una resa in proporzioni differenti dei personaggi rappresentati. Interessante è l’esito degli esami tecnici eseguiti dal Dipartimento Scientifico della National Gallery di Londra nel 1993 che riconosce il tipo di tela utilizzata per la Presa di Cristo conservata a Dublino, in canapa con 8 per 9 fili per centimetro quadrato, replicando la tipologia utilizzata per il San Giovanni Battista dei Musei Capitolini, eseguito qualche mese prima per lo stesso Ciriaco Mattei 2. La scelta che Caravaggio effettua delle tele nel periodo romano prevede l’utilizzo di un’unica tela dall’ordito stretto piuttosto che teleri composti da più sezioni di tele cucite tra loro, come sembra emergere dalla radiografia dell’opera Ruffo di Calabria".
Di questa opera esposta a Gorizia si rileva che la prima esposizione al pubblico è avvenuta a Palazzo Chigi ad Ariccia, dal 14 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024, a conclusione del restauro e delle indagini diagnostiche, rivendicata come la prima versione della famosa composizione del Caravaggio raffigurante la Presa di Cristo. Si legge: L’opera infatti era stata esposta soltanto nel 1951 alla storica Mostra del Caravaggio e dei caravaggeschi tenuta presso il Palazzo Reale di Milano a cura di Roberto Longhi, quando si presentava sporca e con varie ridipinture, rimosse dopo il recente restauro. Le indagini hanno evidenziato radicali cambiamenti ed estesi pentimenti, che ne avvalorano l’assoluta autografia, confermata per la sua qualità molto alta da autorevoli studiosi sin dalla sua ricomparsa nel 2003. In ragione della sua eccezionalità il quadro è stato notificato dallo Stato Italiano con Decreto del 2 dicembre 2004 del Ministro dei Beni Culturali come opere di particolare interesse per la Nazione. Ne vengono documentate per la prima volta in mostra le prestigiose provenienze: la collezione Mattei, la collezione Colonna di Stigliano e la collezione Ruffo di Calabria, per il cui tramite è pervenuta presso all’attuale proprietario. La Presa di Cristo della collezione Mattei, nota attraverso numerose copie e presunti originali, è una delle composizioni spiritualmente più intense e ricche di pathos dell’attività romana di Michelangelo Merisi da Caravaggio (Milano 1571 – Porto Ercole 1610).
Insomma, con arte e di parte, verrebbe da dire, certo che sarebbe bello poterle vedere esposte insieme, queste due opere attribuite al Caravaggio e magari se alla fine nessuna delle due si rivelasse made in Caravaggio? Sarebbe una gran beffa ma non dovrebbe stupire, perchè questo mondo funziona così.
mb
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