Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...
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Cosa rimane a terra nell'area dell'ex Silos di Trieste dopo il passaggio dei migranti
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Scarpe, pentole, resti di cibo, materassi, baracche improvvisate di cartone, migranti che osservano la stazione dei treni, e cenere. Queste sono alcune delle immagini che si possono vedere in un video dalla durata di quasi 9 minuti realizzato dal mio amico Gianni Peteani, presidente del Comitato permanente Ondina Peteani, prima staffetta partigiana d'Italia Deportata Auschwitz 81672, alla quale a Trieste è stata da poco tempo intitolata una piccola ma importante area verde, verde di speranza per le nuove generazioni. Ma in quel collage di fotografie la speranza si perde. Una testimonianza emotivamente impattante per chi non sapeva che si aggiunge alle diverse inchieste come effettuate anche dal Piccolo di Trieste sulla tragedia umana che i migranti hanno dovuto subire anche nella culla della Mitteleuropa che non c'è più, anche se è viva nei cuori dei triestini. Certo, Trieste rispetto ad altre città, penso alla pagina nera della non accoglienza nella nostra regione, Gorizia, ha fatto tanto per i migranti, però quanto accaduto, seppur per non lungo tempo, ma è pur accaduto nell'area del non vedo, non sento e non parlo, non potrà essere dimenticato, rimosso. Il modello dell'accoglienza diffusa in FVG non è mai realmente decollato, i particolarismi, gli interessi di pochi hanno prevalso sulla dignità umana. Quella dignità umana che nell'area dell'Ex Silos è stata già violentata. Per non essere visti nei venti mesi di occupazione tedesca (1943/45) partirono da quel luogo i trasporti della morte diretti dall'Italia ai campi di sterminio nazisti. Chi giungeva dal Coroneo, chi dalla Risiera. Chi pensava di andare in Germania, e viaggiava anche con i vagoni aperti e neanche tentò la fuga, tanto era il convincimento di andare ad incontrare una esperienza di vita diversa rispetto alla follia di sterminio nazista che poi sarebbe venuta. Chi, invece, come ricorda la testimonianza Branka Maricic di Fiume “quando gli ebrei se ne andarono con il treno si accomiatarono da noi dicendoci: "beati voi che rimanete". Sapevano dove li stavano portando e che cosa li attendeva. E Gianni Peteani, nelle note di accompagnamento al video, caricato su You Tube: "INDIFFERENZA: cosa rimane a terra" evidenzia che con quel piccolo progetto vuole testimoniare "il transito dei migranti, il transito di quanti fuggono da guerre, da persecuzioni, da miseria e da fame. Il viaggio infinito dei tanti che non arriveranno mai, la diaspora di coloro che saranno bloccati, umiliati, depredati di ogni ultima dignità e infine respinti" Ricollegando il tutto a quel passato atroce che ha interessato la nostra città.
Nell'area del non vedo, non sento, non parlo, tra l'ex Silos e Largo Santos, nel degrado più totale continuano da mesi le partite di giocatori di cricket. Tanti, tantissimi, divisi in più squadre. Chi battitore, chi lanciatore, chi fielder. E tra una mazza e la palla, che spesso finiva nei roventi cespugli o tra qualche copertone lì abbandonato, per diverse ore, quel luogo deserto, eppur collocato a pochi passi dal salotto buono di Trieste, ritorna sporadicamente in vita. Una vita di divertimento nel degrado che si è contrapposta a quanto accaduto all'interno di quella maestosa struttura destinata a divenire l'anello di congiunzione tra il porto vecchio ed il centro della città più stupefacente d'Italia, Trieste. Una distesa di gioventù, diverse nazionalità, che hanno deciso di riportar spontaneamente in vita, uno spazio che vive di dilemmi e silenzi. Silenzi diversi, eppur sempre silenzi. Non dovevano essere visti i deportati nei campi di sterminio nazisti che partivano da quel luogo, non dovevano essere visti i migranti "fuori convenzione" e privi di protezione alcuna, non dovevano essere visti i giocatori "stranieri" di cricket.
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"...
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecch...
Trieste, Triest, o Trst, Udine, Udin, Weiden o Viden. Due città distanti poco meno di 100 km. Con una cultura profonda, una storia complessa, che ancora oggi divide. Due città capoluogo di due regioni differenti, con identità differenti, il Friuli, Udine, la Venezia Giulia, Trieste per fondersi e confondersi con una mescolanza spesso mal digerita nell'unità del Friuli Venezia Giulia senza più alcun trattino divisore passando dal cuscinetto della Bisiacaria. Nonostante nel complesso si sia in una regione poco più piccola della sola provincia di Bari per popolazione. La sua area è pari a 7.924 km² cioè di poco superiore alla provincia di Sassari o Torino o Cosenza o Bolzano ad esempio. Ma con o senza trattino la divisione e la rivalità tra queste due città esiste, persiste e resiste. Dai dileggi, ai giochi, dallo sport, dal basket al calcio, a tutto ciò che può portare alla rivalità. Due bellezze contrapposte se non opposte, dalla bora di Trieste all'eleganza di Udine, ...
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