Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,
Ottieni link
Facebook
Twitter
Pinterest
Email
Altre app
Tra la Fieste de Patrie dal Friul e quella triestina dove mettiamo la Bisiacaria?
Ottieni link
Facebook
Twitter
Pinterest
Email
Altre app
-
Appena
sbarchi a Ronchi, uscito dall'aeroporto noterai la grande scritta
“aeroporto del Friuli-Venezia Giulia” e poi i simboli delle
quattro città capoluogo. Aeroporto
che si chiama di Trieste, di Ronchi, del FVG, in provincia di
Gorizia, ma intitolato a
Pietro
Savorgnan di Brazzà. Insomma in un nano secondo capisci quanto è difficile e complessa
questa terra. Aeroporto che riporta la scritta con il trattino, che
divide il Friuli dal Venezia Giulia, trattino che a livello ufficiale
sarebbe venuto meno dal 2001 ma che lì ancora resiste. Che ha il
nome di Ronchi ma anche quello di Trieste, seppur in provincia di
Gorizia, ma anche quello della nostra regione e dedicato ad un
“esploratore friulano”, anche se nato a Roma e morto a Dakar e
con cittadinanza francese. Ora,
come è noto, si vuole realizzare la Fieste
de Patrie dal Friul ed ovviamente non poteva mancare la risposta di
Trieste, già presentati ,neanche a dirlo per iniziativa leghista,
proposte per la festa triestina, o meglio della patria triestina.E quale potrebbe mai essere il giorno? Quello dell'arrivo dell'Impero, della caduta dell'Impero,della conquista da parte italiana, del 1 maggio del '45, del 12 giugno del '45, del 4 luglio del '46, del 10 febbraio del '47, del 26 ottobre del '54, del 16 febbraio del '63 ecc? Oppure si deve risalire all'età romana od al XII secolo quando divenne libero comune? E si potrebbe continuare ancora. Nel
bel mezzo tra il Friuli e Trieste si pone la Bisiacaria, che nel noto
gioco Frico, ex Friko, è zona cuscinetto. Ma siamo certi che deve
essere questo il destino della Bisiacaria? Una semplice zona
cuscinetto? Stando a questo localistico gioco, tra la festa del Friuli
e quella di Trieste si pone quella della Bisiacaria. Quando potrebbe
essere il giorno? Potrebbe cadere il 29 agosto ricordando il 1386 a quando risale la prima testimonianza storica
dell'uso del nostro dialetto il bisiac. E l'inno? Beh a Ronchi
esistono quattro inni, uno ufficiale, tre ufficiosi, anche se quello
più noto e forse amato sembra essere l'inno di Tarlao musicato da
Kubik con il noto verso “ronchi borgata di sole scuola di patrie
virtù stanza di feste e carole il mio sospiro il mio sospir sei tu”.
Però esiste ora anche l'inno della Bisiacaria, creato a Turriaco, del
gruppo costumi bisiachi di Turriaco.
Ma gli esempi potrebbero
continuare. Senza dimenticare Monfalcone, San Canzian, San Pier
d'Isonzo, Staranzano, Fogliano ed il dilemma di Sagrado è o non è
Bisiacaria? Insomma un gran
caos, e non si può escludere che verranno proposte altre feste,
quali quella di Gorizia o Pordenone. D'altronde è evidente che
nell'epoca della grande omologazione, e riforma degli enti locali
2014 docet, il piccolo si risveglia, alza la testa e vuol far sentire
la propria voce anche a colpi di festa in una terra dalle cento e più
patrie dove il piccolo è giustamente bello e dove l'autonomia deve
essere sintomo di democrazia e non di sterile campanilismo. Comunque sia ora più
che mai Viva l'A e po bon, con l'A non in senso italianizzato (là)
ma austriaco...ed anche qui apriti cielo...che solo un buon bicer de
vin può salvare dalle rivalità tutte nostrane.
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecchia n
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"
Bruxelles, come è noto, è sede delle più importanti istituzioni dell'Unione Europea. Una città affascinante, particolare, simbolo dell'alta borghesia, dove architettura moderna e tradizionale cercano, con poco successo, di convivere. L'Unione Europea rivendica spesso principi che ruotano intorno alla dignità delle persone, no alla donna oggetto, penso per esempio alla Risoluzione sulla discriminazione della donna nella pubblicità del 1997 al cui punto 10 si scriveva testualmente che il Parlamento europeo invita il settore della pubblicità a rinunciare in concreto e interamente a sminuire la donna a oggetto sessuale dell'uomo attraverso espedienti tecnici e raffigurazioni immaginose come il ridurre il ruolo femminile alla bellezza fisica e alla disponibilità sessuale . Certo, comprensibile. Ma a pochi minuti dal Parlamento europeo esiste un vero e proprio quartiere a luci rosse. Esistono anche agenzie di escort, club privati-scambisti, e donne in vetr
Commenti
Posta un commento