La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

In mano una vecchia cartina della Jugoslavia, da Ronchi a Pag

Stampata a Pula (Pola) nel 1986 ed arrivata nelle mie mani, in una sera qualunque di questo fine 2014, nelle strade di Monfalcone.
Monfalcone, così come altre città della Venezia Giulia, che sembrano aver rinnegato buona parte della propria storia, quella Imperiale, avrebbero, poi, potuto essere città appartenenti alla Jugoslavia, ma, come la storia ha insegnato, vennero assegnate all'Italia, Italia che certamente non aveva vinto nella Seconda Guerra Mondiale il conflitto, vinto aveva invece la resistenza e vinto aveva la Jugoslavia che con i suoi partigiani ha liberato Trieste e diverse località nostrane dall'occupazione nazifascista a partire dal 1 maggio del 1945. E saranno decine e decine le stelle rosse nella carta turistica, e ripeto turistica, della Jugoslavia, che indicheranno i luoghi della resistenza da visitare, i monumenti nazionali per la liberazione. Cosa che in Italia è solo difficile da immaginare, nonostante la resistenza sia stata determinante per la nostra libertà. 
Ci saranno i tipici segnali che indicheranno il confine, la frontiera, oggi luoghi ove si può transitare senza più alcuna sosta obbligata e controllo obbligatorio. Trieste, così come Monfalcone e Ronchi, verranno indicate con le denominazioni italiane, poi accompagnate dalla traduzione in sloveno, Trieste, Trst, Ronchi, Ronke,Monfalcone, Trzic e così via continuando sino all'Istra (Istria).

Non mancheranno delle curiosità storiche di un certo rilievo, si potrà leggere il nome di Titograd, l'attuale Podgorica, capitale del Montenegro, che nel 1946 venne chiamata, appunto Titograd per sancire l'unione con la federazione Jugoslava. Poi cadrà il muro di Berlino, morirà Tito, cadrà il muro di Gorizia e la carta turistica della Jugoslavia, che parte da Ronchi per arrivare all'estremo opposto di Pag, tradotta in tedesco, italiano, sloveno, inglese e francese, con qualche piccolo errore grammaticale o di battitura, sarà solo un ricordo di una storia ancora oggi viva nella mente e nel cuore di tantissime persone che vivono queste terre e che continua, a distanza di tanti anni, a procurare diversi sentimenti  ed emozioni.


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