Il Comune di Ronchi "adotti" la tomba storica della famiglia Fontanot e le tombe storiche a rischio oblio del cimitero

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Il territorio ronchese durante le drammatiche vicende della seconda guerra mondiale ha pagato dazio pesantemente soprattutto per il contributo dato da diverse famiglie nella lotta di liberazione. Decine di famiglie hanno visto spezzato il proprio legame, non hanno potuto veder crescere i propri figli, fratelli, sorelle perchè la guerra non conosce pietà alcuna. Tra le famiglie che maggiormente hanno lasciato il segno nella storia non solo locale ma anche internazionale c'è sicuramente quella dei Fontanot. Su cui sono stati scritti diversi libri, realizzati documentari e intitolate vie in diverse località. Eppure al cimitero di Ronchi non si può restare indifferenti allo stato attuale in cui si trova la tomba dei Fontanot. Scritte purtroppo totalmente illeggibili e alcuni segni di cedimento della struttura tombale. In quella tomba, si riportano i nomi di Fontanot Regina, Fonanot Licio, Fontanot Giovanni, Fontanot Maria, Fontanot Enea, Fontanot Armido, Fontanot Vinicio e Fontanot ed ...

In mano una vecchia cartina della Jugoslavia, da Ronchi a Pag

Stampata a Pula (Pola) nel 1986 ed arrivata nelle mie mani, in una sera qualunque di questo fine 2014, nelle strade di Monfalcone.
Monfalcone, così come altre città della Venezia Giulia, che sembrano aver rinnegato buona parte della propria storia, quella Imperiale, avrebbero, poi, potuto essere città appartenenti alla Jugoslavia, ma, come la storia ha insegnato, vennero assegnate all'Italia, Italia che certamente non aveva vinto nella Seconda Guerra Mondiale il conflitto, vinto aveva invece la resistenza e vinto aveva la Jugoslavia che con i suoi partigiani ha liberato Trieste e diverse località nostrane dall'occupazione nazifascista a partire dal 1 maggio del 1945. E saranno decine e decine le stelle rosse nella carta turistica, e ripeto turistica, della Jugoslavia, che indicheranno i luoghi della resistenza da visitare, i monumenti nazionali per la liberazione. Cosa che in Italia è solo difficile da immaginare, nonostante la resistenza sia stata determinante per la nostra libertà. 
Ci saranno i tipici segnali che indicheranno il confine, la frontiera, oggi luoghi ove si può transitare senza più alcuna sosta obbligata e controllo obbligatorio. Trieste, così come Monfalcone e Ronchi, verranno indicate con le denominazioni italiane, poi accompagnate dalla traduzione in sloveno, Trieste, Trst, Ronchi, Ronke,Monfalcone, Trzic e così via continuando sino all'Istra (Istria).

Non mancheranno delle curiosità storiche di un certo rilievo, si potrà leggere il nome di Titograd, l'attuale Podgorica, capitale del Montenegro, che nel 1946 venne chiamata, appunto Titograd per sancire l'unione con la federazione Jugoslava. Poi cadrà il muro di Berlino, morirà Tito, cadrà il muro di Gorizia e la carta turistica della Jugoslavia, che parte da Ronchi per arrivare all'estremo opposto di Pag, tradotta in tedesco, italiano, sloveno, inglese e francese, con qualche piccolo errore grammaticale o di battitura, sarà solo un ricordo di una storia ancora oggi viva nella mente e nel cuore di tantissime persone che vivono queste terre e che continua, a distanza di tanti anni, a procurare diversi sentimenti  ed emozioni.


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