Ancora una volta colpito il cippo di Peteano da mano ignota fascista? Atto da condannare nell'attesa della posa di una nuova targa che ne ricordi la matrice fascista

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Per la seconda volta e nel mese di luglio, una o più mani ignote, hanno imbrattato con della vernice il cippo di Peteano dedicato a  Franco DONGIOVANNI, Carabiniere, Antonio FERRARO, Brigadiere C.C., Donato POVEROMO, Carabiniere Scelto.  Vittime del terrorismo neofascista con la complicità di un sistema corrotto che ha prodotto depistaggi e insabbiamenti per lungo corso. Le domande che sorgono sono varie, perchè si colpisce sempre nello stesso periodo? Sarà qualche vacanziero di passaggio o di ritorno in queste terre nel mese di luglio? C'è qualche messaggio politico? Sicuramente non lo si colpisce per diletto o perchè non si ha nulla da fare. E la matrice è  politica e l'origine potrebbe essere fascista? Probabilmente sì, perchè tanto il contesto politico europeo e globale che il senso di quell'imbrattamento potrebbero indurre a far pensare ciò. Si è imbrattata la memoria di vittime di un attentato fascista. Ci è voluto del tempo, tanto, per ripulirlo dopo il primo imbr...

Il Porto di Trieste e la droga



L'operazione che ha permesso di recuperare circa 65 chili di cocaina, oltre 10 chili di eroina e 30 chili di hashish e di eseguire diversi arresti, oltre che a 'seguire' i tentativi del gruppo criminale di reperire il denaro necessario a finanziare una spedizione di 200 chili di cocaina vede per l'ennesima volta il porto di Trieste essere al centro dell'interesse della criminalità internazionale. Ed una tale notizia dovrebbe essere approfondita ed analizzata e non riportata solo come semplice velina. Probabilmente se ciò non è accaduto è perchè si vuole continuare a difendere l'immagine di una regione immune da certi fenomeni di criminalità. Una immagine che non corrisponde più alla realtà, perche in Friuli Venezia Giulia aumentano per esempio i reati ambientali, sussiste  la presenza  in particolar modo della 'ndrangheta e camorra, aumentano i fenomeni dell'abusivismo edilizio e continuano i sequestri di droghe.
Infatti, da quello che si è compreso, la droga veniva importata anche a bordo di navi destinate al porto di Capodistria o, in alternativa, a quello di Trieste.
Già in passato il porto di Trieste è stato interessato da operazioni simili.
Per esempio nel 1994 si sequestrarono 300 chilogrammi di "brown sugar" per un valore sul mercato dei trafficanti di 500 miliardi delle vecchie lire, o nel maggio del 2003 furono sequestrati 91 chilogrammi di eroina purissima (valore al dettaglio di circa 6,5 milioni di euro) o nel giugno 2006 ove si realizzò il sequestro record di ben 105 kg. di eroina suddivisi in 206 pani rinvenuti all’interno di un TIR proveniente da Istanbul ma anche nel febbraio del 2013 con il sequestro di un rilevantissimo carico di marijuana nascosto a bordo di un camion frigo proveniente dall’Albania, appena sbarcato a Trieste.
A queste operazioni poi si aggiungono le diverse che hanno riguardato nel corso del tempo il sequestro di tessili, rifiuti ed anche specie protette.
Probabilmente queste operazioni sono destinate a ripetersi sempre con maggior frequenza, perché in tempo di crisi sociale ed economica, che vede diminuire anche il costo delle droghe ed incrementare l'uso delle stesse, il traffico aumenta e Trieste è logisticamente situata in una posizione certamente strategica .
Non voler vedere e capire è un grave errore.

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