Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

Esportazioni, crolla il Friuli Venezia Giulia e Trieste




Se nel primo trimestre 2013, rispetto al trimestre precedente, le vendite di beni sui mercati esteri risultano in crescita per l'Italia nord-occidentale (+0,5%), si evidenzia un crollo in particolar modo in Friuli Venezia Giulia.
Infatti le regioni che contribuiscono maggiormente alla flessione dell’export nel primo trimestre 2013 sono Puglia (-16,1%), Sicilia (-9,9%), Friuli-Venezia Giulia (-6,8%), Lombardia (-0,6%) e Sardegna (-9,1%).

Per quanto concerne le vendite sui mercati extra Ue, le regioni per le quali si rilevano le maggiori diminuzioni nel primo trimestre del 2013 sono (in ordine di contributo alla diminuzione delle esportazioni nazionali verso quest’area): Sicilia (-5,2%), Puglia (-7,2%), Campania (-3,6%), Friuli- Venezia Giulia (-4,2%) e Sardegna (-3,9%) mentre si rileva un significativo aumento per Lombardia (+4,2%), Piemonte (+12,4%) ed Emilia Romagna (+7,5%).
Così come crolla anche Trieste con un – 16.6%.
Il Friuli Venezia Giulia è in grave sofferenza.
Cresce la disoccupazione, 50 mila persone in cerca di lavoro, quasi 3000 mila sfratti, nello stesso tempo diminuisce la qualità dei servizi pubblici, il diritto alla mobilità è sempre più precario e le città sono sempre in maggiore difficoltà anche ma non solo per il patto di stabilità che spesso diventa una sorta di alibi per mascherare la pessima gestione politica ed amministrativa.
Emergenza dopo emergenza, se da un lato in Italia aumentano in modo sconsiderato gli utili ed il profitto per poche soggettività, nello stesso tempo aumenta la povertà, gli ammortizzatori sociali non sono e non saranno più in grado di tamponare la falla sociale che inevitabilmente esploderà.
Quale potere contrattuale ha realmente l'Italia ed il Friuli Venezia Giulia in Europa?
L'Europa del sud è da tre anni sotto un scellerato attacco, ma non si intravede nessun cartello di solidarietà tra gli Stati dell'Europa del sud, anzi si guarda con diffidenza chi soffre affermando che noi non siamo la Grecia, vittima scelta sacrificale per imporre l'austerità, non siamo la Spagna, non siamo il Portogallo, non siamo Cipro, e cosa siamo? Chi siamo?

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