La ciminiera di Monfalcone va salvaguardata non demolita

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In Italia spesso si preferisce inseguire la via della tabula rasa, dell'annientamento, del vuoto, per dare spazio al nuovo che sormonta e travolge tutto ciò che è stato nel bene e nel male. Ci sono manufatti che hanno segnato la vita e la quotidianità di una comunità. Ci sono manufatti architettonici che caratterizzano i luoghi ed uno di questi è indiscutibilmente la ciminiera di Monfalcone di cui si apprende che nel 2027 avverrà la sua demolizione. Qui non è chiaramente in discussione la riconversione della centrale attuale ma di ciò che esteticamente, simbolicamente, rappresenta quel manufatto enorme di circa 150 metri circa realizzato nel secolo scorso e che andrebbe preservato piuttosto che spazzato via. Quel manufatto potrebbe essere considerato come ciminiera storica industriale, elemento tipico del paesaggio industriale monfalconese. Perchè non valutarne la sua valorizzazione a livello conservativo, anche come elemento storico di riflessione di come i processi ...

Esportazioni, crolla il Friuli Venezia Giulia e Trieste




Se nel primo trimestre 2013, rispetto al trimestre precedente, le vendite di beni sui mercati esteri risultano in crescita per l'Italia nord-occidentale (+0,5%), si evidenzia un crollo in particolar modo in Friuli Venezia Giulia.
Infatti le regioni che contribuiscono maggiormente alla flessione dell’export nel primo trimestre 2013 sono Puglia (-16,1%), Sicilia (-9,9%), Friuli-Venezia Giulia (-6,8%), Lombardia (-0,6%) e Sardegna (-9,1%).

Per quanto concerne le vendite sui mercati extra Ue, le regioni per le quali si rilevano le maggiori diminuzioni nel primo trimestre del 2013 sono (in ordine di contributo alla diminuzione delle esportazioni nazionali verso quest’area): Sicilia (-5,2%), Puglia (-7,2%), Campania (-3,6%), Friuli- Venezia Giulia (-4,2%) e Sardegna (-3,9%) mentre si rileva un significativo aumento per Lombardia (+4,2%), Piemonte (+12,4%) ed Emilia Romagna (+7,5%).
Così come crolla anche Trieste con un – 16.6%.
Il Friuli Venezia Giulia è in grave sofferenza.
Cresce la disoccupazione, 50 mila persone in cerca di lavoro, quasi 3000 mila sfratti, nello stesso tempo diminuisce la qualità dei servizi pubblici, il diritto alla mobilità è sempre più precario e le città sono sempre in maggiore difficoltà anche ma non solo per il patto di stabilità che spesso diventa una sorta di alibi per mascherare la pessima gestione politica ed amministrativa.
Emergenza dopo emergenza, se da un lato in Italia aumentano in modo sconsiderato gli utili ed il profitto per poche soggettività, nello stesso tempo aumenta la povertà, gli ammortizzatori sociali non sono e non saranno più in grado di tamponare la falla sociale che inevitabilmente esploderà.
Quale potere contrattuale ha realmente l'Italia ed il Friuli Venezia Giulia in Europa?
L'Europa del sud è da tre anni sotto un scellerato attacco, ma non si intravede nessun cartello di solidarietà tra gli Stati dell'Europa del sud, anzi si guarda con diffidenza chi soffre affermando che noi non siamo la Grecia, vittima scelta sacrificale per imporre l'austerità, non siamo la Spagna, non siamo il Portogallo, non siamo Cipro, e cosa siamo? Chi siamo?

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