La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Il FVG la regione con più libri in casa


L'Istat ha pubblicato un rapporto a dir poco interessate,dal titolo “La produzione e la lettura di libri in Italia”

Nel 2012, oltre 26 milioni di persone di 6 anni e più dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’intervista, per motivi non strettamente scolastici o professionali. Rispetto al 2011, la quota di lettori di libri rimane sostanzialmente stabile (46%). Le donne leggono più degli uomini: nel corso dell’anno ha letto almeno un libro il 51,9% della popolazione femminile rispetto al 39,7% di quella maschile. La differenza di comportamento fra i generi comincia a manifestarsi già a partire dagli 11 anni e tende a ridursi solo dopo i 75. La fascia di età nella quale si legge in assoluto di più è quella tra gli 11 e i 14 anni (60,8%).

Andando a vedere nello specifico la situazione territoriale emerge che nel Nord e nel Centro del Paese legge oltre la metà della popolazione di 6 anni e più (52,2%). Nel Sud e nelle Isole, invece, la quota di lettori scende al 34,2%, seppur con un lieve aumento rispetto al 2011 La presenza di lettori è caratterizzata da una significativa variabilità regionale: se Trentino-Alto Adige, Veneto, Valle d’Aosta raggiungono livelli superiori al 56%, Friuli Venezia Giulia al 54,3 %, Marche, Umbria, Abruzzo e tutte le regioni del Mezzogiorno si attestano al di sotto della media nazionale (46%). In particolare, Puglia (31,7%), Campania (32,2%), Sicilia (32,8%) e Basilicata (33,5%) si collocano agli ultimi posti. Unica eccezione tra le regioni del Mezzogiorno è la Sardegna, dove la quota dei lettori si allinea alla media nazionale (45,8%)

Le quote maggiori di famiglie con oltre 100 libri si trovano nel Centro-nord (29,8% delle famiglie residenti), mentre nel Sud tale quota scende al 14,4%. Friuli-Venezia Giulia (33,9%) e Trentino- Alto Adige (33,1%) sono le regioni con la più alta percentuale di famiglie con più di 100 libri in casa; seguono, con valori che variano tra il 33% e il 29%, la Sardegna, il Veneto, l’Emilia- Romagna, il Lazio e la Lombardia. In Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia, tale quota si attesta sotto il 17%

In Italia, secondo l'Istat, anche chi legge, legge molto poco: tra i lettori il 46% ha letto al massimo tre libri in 12 mesi, mentre i “lettori forti”, con 12 o più libri letti nello stesso lasso di tempo, sono soltanto il 14,5% del totale.

La situazione della produzione libraria italiana
Dopo la ripresa del 2010, il 2011 segna una battuta d’arresto della produzione libraria italiana: i titoli pubblicati si riducono del 9,4% e le tirature del 5,9%. Secondo gli editori, i principali fattori di ostacolo alla lettura dei libri sono: la mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura, (46,3%), il sostegno inadeguato alla piccola editoria (31,5%) e i bassi livelli culturali della popolazione (37,2%), cui vanno aggiunti, per un editore su quattro, costi al pubblico troppo elevati
A tale proposito non appare trascurabile il fatto che il settore editoriale italiano è fortemente polarizzato dal punto di vista dimensionale: i piccoli e medi editori, cioè quelli che pubblicano non più di 50 titoli all’anno, rappresentano quasi il 90% del numero complessivo di editori attivi, ma sono i pochi grandi editori (pari all’11,3% del totale) a pubblicare oltre i tre quarti (75,8%) dei libri proposti ai lettori e a determinare perciò in modo preponderante le caratteristiche dell’offerta (i grandi editori pubblicano 13 volte più titoli e 33 volte più copie dei piccoli editori e 5 volte più titoli e 10 volte più copie di quelli di medie dimensioni)

Nuove tecnologie e libri
Nel 2011, oltre il 15% delle opere pubblicate a stampa in Italia, cioè quasi 9.000 titoli, è stato reso accessibile al pubblico anche sotto forma di e-book. I grandi editori si assicurano la quota più alta di offerta elettronica, che copre l’87,8% della loro produzione a stampa.

Quasi la metà degli utenti di Internet che ha navigato sul web in luoghi diversi da casa o dal posto di lavoro, mediante un telefono cellulare, smartphone o altro dispositivo portatile diverso dal PC, ha usato device mobili per leggere o scaricare giornali, news, riviste (46,1%).
Nel complesso sono oltre 14 milioni e 500 mila i fruitori del web che utilizzano Internet per leggere giornali, news o riviste on line (50,5% degli internauti) e la quota di lettori on line raggiunge il 67,3% tra gli utilizzatori del web che sono lettori forti. Nel 2012, circa 5 milioni e 500 mila persone di 16-74 anni hanno usato il web negli ultimi tre mesi e si sono connessi in luoghi diversi da casa o dal posto di lavoro, utilizzando un cellulare, smartphone o un altro dispositivo portatile diverso dal computer (es. palmare PDA, lettore MP3, lettore di e-book, console per videogiochi portatile) (pari al 21,9% delle persone di 16-74 anni che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi)


Ebook ed ostacoli
La principale difficoltà segnalata dagli intervistati è da imputare alla scarsa alfabetizzazione informatica e alla poca dimestichezza nell’uso delle tecnologie, che vengono additate dal 30,3% degli intervistati, seguita dall’immaterialità del libro digitale, che penalizza l’e-book rispetto al libro di carta (27,5%). Per molti intervistati (27,2%) pesa anche il costo dei dispositivi di lettura e per altri (18%) la mancanza di un formato standard. Il rischio legato allo sviluppo della editoria digitale che viene avvertito con maggiore frequenza è quello di svalutazione del ruolo d'intermediazione culturale dell'editore, che preoccupa il 33,5% degli intervistati (quota che sale al 41,3% tra gli editori del Sud). Il secondo rischio in ordine di importanza è rappresentato dalla difficoltà di tutela e protezione della proprietà intellettuale dei contenuti digitali (34,6% degli editori attivi e il 41% dei grandi editori). Viene temuto anche il possibile condizionamento del mercato da parte di software e formati proprietari (31% degli editori attivi). Infine, la concorrenza con il mercato del libro a stampa tradizionale preoccupa il 23,9% degli editori attivi. Guardando al futuro, solo un editore su quattro (il 26,5%) pensa che nei prossimi tre anni l’impatto della diffusione dell’e-book sul mercato editoriale sarà poco o per nulla rilevante


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