L'Istat
ha pubblicato un rapporto a dir poco interessate,dal titolo “La
produzione e la lettura di libri in Italia”
Nel
2012, oltre 26 milioni di persone di 6 anni e più dichiarano di aver
letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’intervista, per
motivi non strettamente scolastici o professionali. Rispetto al 2011,
la quota di lettori di libri rimane sostanzialmente stabile (46%).
Le donne leggono più degli uomini: nel corso dell’anno ha letto
almeno un libro il 51,9% della popolazione femminile rispetto al
39,7% di quella maschile. La differenza di comportamento fra i generi
comincia a manifestarsi già a partire dagli 11 anni e tende a
ridursi solo dopo i 75. La fascia di età nella quale si legge in
assoluto di più è quella tra gli 11 e i 14 anni (60,8%).
Andando
a vedere nello specifico la situazione territoriale
emerge che nel Nord e nel Centro del Paese legge oltre la metà
della popolazione di 6 anni e più (52,2%). Nel Sud e nelle Isole,
invece, la quota di lettori scende al 34,2%, seppur con un lieve
aumento rispetto al 2011 La presenza di lettori è caratterizzata da
una significativa variabilità regionale: se Trentino-Alto Adige,
Veneto, Valle d’Aosta raggiungono livelli superiori al 56%, Friuli
Venezia Giulia al 54,3 %, Marche,
Umbria, Abruzzo e tutte le regioni del Mezzogiorno si attestano al di
sotto della media nazionale (46%). In particolare, Puglia (31,7%),
Campania (32,2%), Sicilia (32,8%) e Basilicata (33,5%) si collocano
agli ultimi posti. Unica eccezione tra le regioni del Mezzogiorno è
la Sardegna, dove la quota dei lettori si allinea alla media
nazionale (45,8%)
Le quote maggiori di
famiglie con oltre 100 libri
si trovano nel Centro-nord (29,8% delle famiglie residenti), mentre
nel Sud tale quota scende al 14,4%. Friuli-Venezia
Giulia (33,9%) e Trentino- Alto
Adige (33,1%) sono le regioni con la più alta percentuale di
famiglie con più di 100 libri in casa; seguono, con valori che
variano tra il 33% e il 29%, la Sardegna, il Veneto, l’Emilia-
Romagna, il Lazio e la Lombardia. In Campania, Puglia, Basilicata e
Sicilia, tale quota si attesta sotto il 17%
In
Italia, secondo l'Istat, anche chi legge, legge molto poco: tra i
lettori il 46% ha letto al massimo tre libri in 12 mesi, mentre i
“lettori forti”, con 12 o più libri letti nello stesso lasso di
tempo, sono soltanto il 14,5% del totale.
La
situazione della produzione libraria italiana
Dopo
la ripresa del 2010, il 2011 segna una battuta d’arresto della
produzione libraria italiana: i titoli pubblicati si riducono del
9,4% e le tirature del 5,9%. Secondo gli editori, i principali
fattori di ostacolo alla lettura dei libri sono: la mancanza di
efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura, (46,3%),
il sostegno inadeguato alla piccola editoria (31,5%) e i bassi
livelli culturali della popolazione (37,2%), cui vanno aggiunti, per
un editore su quattro, costi al pubblico troppo elevati
A
tale proposito non appare trascurabile il fatto che il settore
editoriale italiano è fortemente polarizzato dal punto di vista
dimensionale: i piccoli e medi editori, cioè quelli che pubblicano
non più di 50 titoli all’anno, rappresentano quasi il 90% del
numero complessivo di editori attivi, ma sono i pochi grandi editori
(pari all’11,3% del totale) a pubblicare oltre i tre quarti (75,8%)
dei libri proposti ai lettori e a determinare perciò in modo
preponderante le caratteristiche dell’offerta (i grandi editori
pubblicano 13 volte più titoli e 33 volte più copie dei piccoli
editori e 5 volte più titoli e 10 volte più copie di quelli di
medie dimensioni)
Nuove
tecnologie e libri
Nel 2011, oltre il
15% delle opere pubblicate a stampa in Italia, cioè quasi 9.000
titoli, è stato reso accessibile al pubblico anche sotto forma di
e-book. I grandi editori si assicurano la quota più alta di offerta
elettronica, che copre l’87,8% della loro produzione a stampa.
Quasi
la metà degli utenti di Internet che ha navigato sul web in luoghi
diversi da casa o dal posto di lavoro, mediante un telefono
cellulare, smartphone o altro dispositivo portatile diverso dal PC,
ha usato device mobili per leggere o scaricare giornali, news,
riviste (46,1%).
Nel
complesso sono oltre 14 milioni e 500 mila i fruitori del web che
utilizzano Internet per leggere giornali, news o riviste on line
(50,5% degli internauti) e la quota di lettori on line raggiunge il
67,3% tra gli utilizzatori del web che sono lettori forti. Nel
2012, circa 5 milioni e 500 mila persone di 16-74 anni hanno usato il
web negli ultimi tre mesi e si sono connessi in luoghi diversi da
casa o dal posto di lavoro, utilizzando un cellulare, smartphone
o
un altro dispositivo portatile diverso dal computer (es. palmare PDA,
lettore MP3, lettore di e-book, console per videogiochi portatile)
(pari al 21,9% delle persone di 16-74 anni che hanno usato Internet
negli ultimi 3 mesi)
Ebook
ed ostacoli
La
principale difficoltà segnalata dagli intervistati è da imputare
alla scarsa alfabetizzazione informatica e alla poca dimestichezza
nell’uso delle tecnologie, che vengono additate dal 30,3% degli
intervistati, seguita dall’immaterialità del libro digitale, che
penalizza l’e-book rispetto al libro di carta (27,5%). Per molti
intervistati (27,2%) pesa anche il costo dei dispositivi di lettura e
per altri (18%) la mancanza di un formato standard. Il
rischio legato allo sviluppo della editoria digitale che viene
avvertito con maggiore frequenza è quello di svalutazione del ruolo
d'intermediazione culturale dell'editore, che preoccupa il 33,5%
degli intervistati (quota che sale al 41,3% tra gli editori del Sud).
Il secondo rischio in ordine di importanza è rappresentato dalla
difficoltà di tutela e protezione della proprietà intellettuale dei
contenuti digitali (34,6% degli editori attivi e il 41% dei grandi
editori). Viene temuto anche il possibile
condizionamento del mercato da parte di software e formati
proprietari (31% degli editori attivi). Infine, la concorrenza con il
mercato del libro a stampa tradizionale preoccupa il 23,9% degli
editori attivi. Guardando
al futuro, solo un editore su quattro (il 26,5%) pensa che nei
prossimi tre anni l’impatto della diffusione dell’e-book sul
mercato editoriale sarà poco o per nulla rilevante
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