Ci siamo.
Dal 7 maggio al 16 maggio le scuole
italiane saranno in stato di agitazione sindacale.
E' stato proclamato uno sciopero dai
Cobas scuola, a cui hanno aderito altre sigle del sindacalismo di
base, vi saranno azioni di boicottaggio da parte di genitori e
studenti, si è mobilitato anche il mondo intellettuale con l'appello
(vedi
www.cobas-scuola.it)
che ha raccolto molte migliaia di firme di docenti di scuola e
Università, uomini e donne della cultura e delle arti, tra i/le
quali Luciano Canfora, Pietro Barcellona, Cesare Bermani, Marina
Boscaino, Maria Grazia Campari, Donatella Della Porta, Giorgio
Israel, Romano Luperini, Moni Ovadia, Riccardo Petrella, Salvatore
Settis e Guido Visconti.
Tra convegni, assemblee pubbliche,
manifestazioni di piazza o semplici presidi, e scioperi, la scuola
italiana che difende l'idea di una scuola pubblica, cercherà di
resistere al quel processo che io ho chiamato di invalsione della
scuola.
Ove per esempio i docenti diventeranno
somministratori.
Dopo aver imparato a memoria le
istruzioni del
manuale del somministratore, e frasi espressamente
indicate come: “
Mi dispiace ma non
posso rispondere a nessuna domanda. Se ti può essere utile, rileggi
le istruzioni e scegli la risposta che ti sembra migliore”; «Mi
dispiace, non posso risponderti. Cerca di fare del tuo meglio»;
“Quando vi darò il via, dovete cominciare la prova vera e propria
e cercare di fare più in fretta che potete ma non vi preoccupate se
non riuscite a finire. Ricordatevi di non fermarvi quando arrivate
in fondo ad una pagina e di passare subito a quella dopo. Quando vi
dirò di smettere, dovete posare immediatamente la penna e chiudere
il fascicolo”, “Avete risposto tutti alla domanda di esempio? Mi
raccomando! Quando vi darò il via, potete girar pagina e iniziare
a lavorare. Ricordate che dopo aver risposto alle domande della prima
parte, non è più possibile tornare indietro.”, dopo essersi
forniti di penne biro rigorosamente (blu o nere) ed alcuni
materiali di lettura per gli alunni che dovessero terminare le prove
prima del tempo di scadenza; dopo essersi forniti di cronometro,
necessario solo per la II primaria, ebbene in quel momento porrà, il
docente, da parte il proprio essere insegnante per diventare altro.
Ovvero un somministratore per conto dell'InValsi. Per non parlare
della violenza che subirà la scuola dell'integrazione sociale, chi
ha problemi di disabilità intellettiva o fisica potrà non svolgere
le prove, ed essere allontanato dalla classe ed in ogni caso quelle
prove, se fatte, non avranno valore statistico, la violenza che
subiranno gli studenti e le studentesse, che si vedranno imposti
tempi, ritmi, comandi, che di punto in bianco li condurranno in quel
mondo selettivo e dall'elevata competizione che è quello del lavoro. Dovrai essere abituato ed
addestrato a rispondere nel modo in cui il sistema vuole che tu debba
rispondere, con i ritmi e tempi del sistema, perché quelli sono i
criteri che determineranno la selezione delle matricole
all'università e dei lavoratori nell'oceano della flessibilità
precaria lavorativa ed ove il pensiero critico non è tollerato.
Insomma
10 giorni di lotta, di resistenza, ma 10 giorni ove anche molte
scuole chineranno la testa e si presteranno con complicità ed
accettazione pura a questo sistema , un sistema che deve essere tale,
perché questo è il capitalismo. A parer
mio l'idea di scuola pubblica che si vuole oggi difendere non è più
compatibile con il capitalismo vigente, nessun riformismo,no, è
arrivato il momento di proporre altro, altro che sia anticapitalista e dove l'idea di scuola pubblica e solidale possa essere reale e piena.
D'altronde
non mi stupisce che l'Invalsi sia quello che è, mi stupirebbe il
contrario, la scelta spetta a noi, perché il sistema Invalsi, che
parte da lontano, non è una questione solo di scuola, non è un
problema che riguarda docenti o studenti o personale Ata, è un
problema che riguarda la società tutta.
Buona
lotta e buono sciopero a chi deciderà di opporsi all'Invalsi il 7 maggio all' infanzia e primaria, il 14 alle medie e il 16 alle superiori.
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