Mentre
in Italia ed in Europa, si continua a meditare , a livello
istituzionale, su quale iniziativa attuare per rendere più efficace
ed invasivo il controllo all'interno della grande rete, ed ogni
evento, come quello macabro accaduto a Londra per esempio, è
valutato tecnicamente come idoneo per reprimere la rete, sempre nel
nome di quella sicurezza nazionale o di quel terrorismo su cui non
esiste ancora oggi una definizione condivisa, Anonymous attacca.
Oltre
2600 file sottratti al Viminale e pubblicati sul loro blog.
La mia
riflessione cade sulla fase successiva all'attacco.
Per
quale motivo, nonostante i dati sono stati pubblicati, nessun organo
di stampa rende noti i documenti?
Con
Wikileaks si è pubblicato di tutto e di più ma con Anonymous no.
Il
ragionamento che effettua l'utente medio è il seguente: mi collego
al sito di Anonymous, provo a scaricare i file, magari utilizzando
Tor, però poi si fermerà.
Senso
di timore e sfiducia. Cliccare su esegui , cliccare su apri file, può
incutere nell'utente medio il timore di essere “invaso” dal
sistema anonymous, di vivere una sorta di mera intrusione nel proprio
Pc, come accaduto per esempio ai parlamentari del M5S.
Insomma
si nutre una sorta di diffidenza, di timore.
Con
Wikileaks era diverso, si conoscevano i volti, il sito era visto in
modo positivo dalla stampa che conta.
Ed è
questo il nodo della questione.
A cosa
serve, a chi serve pubblicare documenti, dati, file, che non verranno
letti? Se non da poche soggettività? Certamente attaccare i siti
istituzionali ha, in tale ottica, un chiaro senso, ma manca il passo
successivo, la diffusione. Eppure i link ci sono, il blog è sempre
lì, esiste anche una pagina facebook.
Altro
dilemma, se così possiamo chiamarlo, è perché si nutre fiducia e
senso di non invasione verso chi quotidianamente controlla la tua
vita ordinaria, i tuoi dati? Esempio pratico, quando vai sul motore
di ricerca più famoso al mondo, google, neanche il tempo di scrivere
ciò che vuoi cercare, che già il computer ti indirizza lì dove tu
vuoi arrivare, con tanto di città ben indicata.
Tipico
esempio di come i dati sono letti, archiviati e finalizzati al
controllo con la scusante dell'offerta di un servizio. Ebbene questa
invasione di dati viene normalmente accettata, mentre viene respinta
l'idea di collegarsi a siti che pubblicano dati di una certa
rilevanza e consistenza perché vige il timore di essere attaccati o
“invasi”. E' teoricamente più facile beccarsi un normale virus
che subire l'attacco di qualche hacker. Ritornando alla questione
iniziale, una cosa è certa, wikileaks è stato uno strumento per il
potere, a servizio del potere, e per una guerra all'interno del
potere, anonymous è diverso e per questo motivo incute timore perché
tutto ciò che è contro il potere e non per il potere deve essere
reso appunto anonimo ma nello stesso tempo viene “usato” dal potere per inasprire
la non libertà della rete, e su ciò Anonymous dovrebbe riflettere.
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