C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Anonymous attacca ma non è come Wikileaks perchè?


Mentre in Italia ed in Europa, si continua a meditare , a livello istituzionale, su quale iniziativa attuare per rendere più efficace ed invasivo il controllo all'interno della grande rete, ed ogni evento, come quello macabro accaduto a Londra per esempio, è valutato tecnicamente come idoneo per reprimere la rete, sempre nel nome di quella sicurezza nazionale o di quel terrorismo su cui non esiste ancora oggi una definizione condivisa, Anonymous attacca.
Oltre 2600 file sottratti al Viminale e pubblicati sul loro blog.
La mia riflessione cade sulla fase successiva all'attacco.
Per quale motivo, nonostante i dati sono stati pubblicati, nessun organo di stampa rende noti i documenti?
Con Wikileaks si è pubblicato di tutto e di più ma con Anonymous no.
Il ragionamento che effettua l'utente medio è il seguente: mi collego al sito di Anonymous, provo a scaricare i file, magari utilizzando Tor, però poi si fermerà.
Senso di timore e sfiducia. Cliccare su esegui , cliccare su apri file, può incutere nell'utente medio il timore di essere “invaso” dal sistema anonymous, di vivere una sorta di mera intrusione nel proprio Pc, come accaduto per esempio ai parlamentari del M5S.
Insomma si nutre una sorta di diffidenza, di timore.
Con Wikileaks era diverso, si conoscevano i volti, il sito era visto in modo positivo dalla stampa che conta.
Ed è questo il nodo della questione.
A cosa serve, a chi serve pubblicare documenti, dati, file, che non verranno letti? Se non da poche soggettività? Certamente attaccare i siti istituzionali ha, in tale ottica, un chiaro senso, ma manca il passo successivo, la diffusione. Eppure i link ci sono, il blog è sempre lì, esiste anche una pagina facebook.
Altro dilemma, se così possiamo chiamarlo, è perché si nutre fiducia e senso di non invasione verso chi quotidianamente controlla la tua vita ordinaria, i tuoi dati? Esempio pratico, quando vai sul motore di ricerca più famoso al mondo, google, neanche il tempo di scrivere ciò che vuoi cercare, che già il computer ti indirizza lì dove tu vuoi arrivare, con tanto di città ben indicata.
Tipico esempio di come i dati sono letti, archiviati e finalizzati al controllo con la scusante dell'offerta di un servizio. Ebbene questa invasione di dati viene normalmente accettata, mentre viene respinta l'idea di collegarsi a siti che pubblicano dati di una certa rilevanza e consistenza perché vige il timore di essere attaccati o “invasi”. E' teoricamente più facile beccarsi un normale virus che subire l'attacco di qualche hacker. Ritornando alla questione iniziale, una cosa è certa, wikileaks è stato uno strumento per il potere, a servizio del potere, e per una guerra all'interno del potere, anonymous è diverso e per questo motivo incute timore perché tutto ciò che è contro il potere e non per il potere deve essere reso appunto anonimo ma nello stesso tempo viene “usato” dal potere  per inasprire la non libertà della rete, e su ciò Anonymous dovrebbe riflettere.

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