Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

Stazione di Trieste: il caso self-service di biglietteria e l'uso della carta di credito


Da qualche mese anche nella stazione centrale di Trieste sono state sostituite le vecchie emettritrici di biglietti con le nuove e moderne macchinette self-service.
Nel sito Fsnews si legge che con le nuove self service emergono nuovi sistemi di antieffrazione e dispositivi di allarme che ne aumentano la sicurezza contro i furti e saranno installate, a seconda delle località, self service che accettano sia il pagamento con POS che con banconote e monete, con POS e monete o solo POS.
Ma in realtà cosa accade? Per esempio se guardiamo le tre self service dedicate al biglietto veloce regionale, sono, sino ad oggi, abilitate esclusivamente al pagamento con POS, non accettano il pagamento con banconote e monete. Macchinette che sono quasi sempre senza coda, perché non molto utilizzate.
Le altre quattro self service che consentono di acquistare il titolo di viaggio anche per altre destinazioni, non solo regionali, sono per metà abilitate al pagamento in contanti, e due solo con il POS; ebbene è la normalità assistere a file di vari minuti proprio presso le self service dove è possibile il pagamento in contanti.
Questa situazione ha comportato da un lato l'incremento dell'uso dello sportello dove è presente l'operatore e dall'altro lunghe file presso le uniche self service abilitate al pagamento in contanti.
Ed allora una riflessione sorge spontanea, perché alla stazione centrale di Trieste è stata fatta questa scelta?
Da un lato si anticipano i tempi che vogliono la dipendenza totale dalle banche, come accade in territorio USA, ove anche per pagare un caffè si ricorre alla carta di credito, il tutto mascherato dalla giustificazione del controllo anti-evasione, che consente anche  alle banche di sapere come vivi nella tua quotidianità, dall'altro il problema è collegato alla crisi.
In tempo di crisi aumenta la povertà, aumenta la richiesta dell'elemosina.
Se scompare il contante, sarà sempre più difficile effettuare, per esempio, l'elemosina. E conseguentemente saranno sempre di meno le persone che chiederanno monete nella stazione proprio mentre ti accingi ad acquistare il biglietto, e visto quello che è accaduto in passato, con il caso delle panchine nell'atrio della stazione, non mi stupirebbe che il vero motivo che ha comportato, (anche per i biglietti regionali, che poi sono quelli più acquistati) la costrizione a ricorrere al pagamento con Pos e non moneta, sia proprio quello di contrastare un fenomeno sociale ben affermato.
Probabilmente è un modo per allontanare dalla stazione centrale chi chiede una moneta per cibarsi.
Self service in tempo di crisi.
Meno solidarietà più automatismo e freddezza sociale.

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