Un foglio rionale, una
scenografia underground, qualche bicchiere di vino, sedie di legno e
tanta voglia di partecipare ed essere soggetti attivi nella vita
della Città.
Nella prima serata del 12
luglio in via Diaz 22 Trieste, durante la presentazione del numero 2
di CitàVecia Starigrad, un foglio non periodico partecipativo, il
rione storico ha incontrato l'assessore ai lavori pubblici del Comune
di Trieste Andrea Dapretto.
Si è discusso del
degrado urbano, di cosa è stato il progetto, quasi fallimentare, Urban, di quali possono
essere gli sviluppi di un rione che a detta di molti rischia di
divenire un dormitorio.
Varie proposte sono
emerse nel corso del dibattito, come quella di realizzare una sorta
di cineteca incentrata sul cinema triestino e regionale, per dare
spazio al cinema indipendente ed alternativo ma anche dove
raccogliere tutti i film girati a Trieste ad esempio, magari
recuperando qualche edificio pubblico che può essere offerto alla
collettività.
Si farà non si farà? Il
tempo risponderà.
Altri hanno proposto una
diversa gestione di Piazza Hortis, altri ancora un
servizio di noleggio di biciclette od un biglietto del bus agevolato
per le fasce sociali più deboli.
Ovviamente le critiche
non sono mancate. Il problema molto sentito dal rione è emerso per
esempio in merito alla non chiara questione del parcheggio della
“curia” non si comprende come non si sia riusciti a fermare
quell'opera che devasta l'equilibrio urbanistico e storico del rione,
ma è emersa anche la problematica inerente alla scomparsa delle attività
storiche della Città Vecchia, lì ove un tempo si lavorava e
coltivava l'artigianato ora sorgono parcheggi.
E' stata interessante la
discussione anche dal punto di vista sociale e culturale, si è messo
in discussione il funzionamento della società, si è rilevato il
poco senso di civiltà di molti cittadini ma nello stesso tempo
l'assessore ha evidenziato che le città devono cambiare, devono
mutare, non si può rimanere incollati al passato.
E' stato anche
interessante notare quali sono i processi decisionali e come maturano
le difficoltà nell'affrontare varie questioni. Per esempio il caso
della scalinata in arenaria che conduce a via dei Fabbri, da anni in
stato di dissesto ma non si riesce ad intervenire perché qualsiasi azione potrebbe recare qualche rilevante scontento,
intanto quella scalinata continua a rimaner pericolante a rischio di
chi la percorre.
L'assessore ha anche
evidenziato che il Comune di Trieste si è attivato con tempismo per
concorrere al contratto di riqualificazione delle città come
previsto dal recente decreto sviluppo, e che vari interventi verranno
realizzati come il recupero della Campagna Prandi ad esempio.
Oltre due ore di
dibattito, grande disponibilità e partecipazione di Andrea
Dapretto, grande disponibilità della cittadinanza a partecipare ad
un dibattito che probabilmente dovrà ripetersi e si ripeterà,
perché i cittadini vogliono essere soggetti attivi nei processi
decisionali della Città.
Specialmente in Trieste
che certamente deve guardare alle grandi capitali per cercare di
emulare il meglio ma senza dimenticare la propria identità storica e
culturale ed investire soprattutto nella cultura, nella ricerca,
nell'arte e nell'artigianato senza ovviamente dimenticare la
vocazione naturale di Trieste che è quella portuale, porto franco
incluso.
In tempo di crisi Trieste
deve rispondere innovandosi ma anche riconoscendo una maggiore
attenzione e tutela al patrimonio pubblico ed al bene comune,
sperando che casi come quello del parcheggio della curia non debbano
più ripetersi sia per la tutela del patrimonio artistico che per la
tutela anche di quel senso di bellezza che oggi rischia di venir
meno.
Basta pensare alle
condizioni in cui verte ancora il molo Audace, simbolo mediatico di
Trieste.
In ogni caso nella
giornata del 12 luglio si è consumata una bella esperienza di
democrazia diretta e partecipata, dialogando e confrontandosi con il
Comune di Trieste, esperienza che in altre forme e tentativi di
socializzazione anche di natura artistica certamente continuerà.
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