La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Il rione CitàVecia incontra Andrea Dapretto assessore ai lavori pubblici





Un foglio rionale, una scenografia underground, qualche bicchiere di vino, sedie di legno e tanta voglia di partecipare ed essere soggetti attivi nella vita della Città.
Nella prima serata del 12 luglio in via Diaz 22 Trieste, durante la presentazione del numero 2 di CitàVecia Starigrad, un foglio non periodico partecipativo, il rione storico ha incontrato l'assessore ai lavori pubblici del Comune di Trieste Andrea Dapretto.
Si è discusso del degrado urbano, di cosa è stato il progetto, quasi fallimentare, Urban, di quali possono essere gli sviluppi di un rione che a detta di molti rischia di divenire un dormitorio.
Varie proposte sono emerse nel corso del dibattito, come quella di realizzare una sorta di cineteca incentrata sul cinema triestino e regionale, per dare spazio al cinema indipendente ed alternativo ma anche dove raccogliere tutti i film girati a Trieste ad esempio, magari recuperando qualche edificio pubblico che può essere offerto alla collettività.
Si farà non si farà? Il tempo risponderà.
Altri hanno proposto una diversa gestione di Piazza Hortis, altri ancora un servizio di noleggio di biciclette od un biglietto del bus agevolato per le fasce sociali più deboli.
Ovviamente le critiche non sono mancate. Il problema molto sentito dal rione è emerso per esempio in merito alla non chiara questione del parcheggio della “curia” non si comprende come non si sia riusciti a fermare quell'opera che devasta l'equilibrio urbanistico e storico del rione, ma è emersa anche la problematica inerente alla scomparsa delle attività storiche della Città Vecchia, lì ove un tempo si lavorava e coltivava l'artigianato ora sorgono parcheggi.
E' stata interessante la discussione anche dal punto di vista sociale e culturale, si è messo in discussione il funzionamento della società, si è rilevato il poco senso di civiltà di molti cittadini ma nello stesso tempo l'assessore ha evidenziato che le città devono cambiare, devono mutare, non si può rimanere incollati al passato.
E' stato anche interessante notare quali sono i processi decisionali e come maturano le difficoltà nell'affrontare varie questioni. Per esempio il caso della scalinata in arenaria che conduce a via dei Fabbri, da anni in stato di dissesto ma non si riesce ad intervenire perché qualsiasi azione  potrebbe recare qualche rilevante scontento, intanto quella scalinata continua a rimaner pericolante a rischio di chi la percorre.
L'assessore ha anche evidenziato che il Comune di Trieste si è attivato con tempismo per concorrere al contratto di riqualificazione delle città come previsto dal recente decreto sviluppo, e che vari interventi verranno realizzati come il recupero della Campagna Prandi ad esempio.
Oltre due ore di dibattito, grande disponibilità e partecipazione di Andrea Dapretto, grande disponibilità della cittadinanza a partecipare ad un dibattito che probabilmente dovrà ripetersi e si ripeterà, perché i cittadini vogliono essere soggetti attivi nei processi decisionali della Città.
Specialmente in Trieste che certamente deve guardare alle grandi capitali per cercare di emulare il meglio ma senza dimenticare la propria identità storica e culturale ed investire soprattutto nella cultura, nella ricerca, nell'arte e nell'artigianato senza ovviamente dimenticare la vocazione naturale di Trieste che è quella portuale, porto franco incluso.
In tempo di crisi Trieste deve rispondere innovandosi ma anche riconoscendo una maggiore attenzione e tutela al patrimonio pubblico ed al bene comune, sperando che casi come quello del parcheggio della curia non debbano più ripetersi sia per la tutela del patrimonio artistico che per la tutela anche di quel senso di bellezza che oggi rischia di venir meno.
Basta pensare alle condizioni in cui verte ancora il molo Audace, simbolo mediatico di Trieste.
In ogni caso nella giornata del 12 luglio si è consumata una bella esperienza di democrazia diretta e partecipata, dialogando e confrontandosi con il Comune di Trieste, esperienza che in altre forme e tentativi di socializzazione anche di natura artistica certamente continuerà.


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