Dopo
aver visitato le bocche del Timavo, in uno spazio di terra
incredibile circondato da un piccolo gioiello quale la chiesa
gotica di San
Giovanni in Tuba, o dalla Grotta
del Dio Mitra , recandoti verso il castello di Duino perdendoti
con i pensieri nella malinconia del sentiero di Rilke, su quella
strada che unisce ciò che in cuor mio è Ronchi dei Partigiani, ma
formalmente conosciuta come Ronchi dei Legionari, e la piccola
Vienna, Trieste, noterai un cartello stradale color marrone che
indica un sito paleontologico.
Decidi
di seguire l'indicazione.
Giungerai
al Villaggio del Pescatore, piccolo borgo circondato dal mare ove la
balneazione è vietata in buona parte della zona, alla ricerca del
dinosauro adrosauroide insulare della Tetide conosciuto come
Antonio.
Eh
Antonio dove sei?
Segui
una seconda e poi una terza indicazione ed eccoti giungere, carico di
adrenalina, in un piazzale enorme.
Probabilmente
quello che resta di una ex cava.
Ma
ti chiederai, Antonio dove sei?
Dove
andare?
Segui
l'istinto.
Giungerai
in qualche bivio, a destra vedrai un casolare abbandonato, a sinistra
una stradina circondata dall'erba alta, davanti a tuoi occhi ancora
uno splendido paesaggio ed una terza via.
Le
percorri tutte, ma Antonio non si vede.
Poi
ti sorge un dubbio, non è che mi sarà sfuggita qualche indicazione?
Allora
decidi di tornar indietro, ed ecco la sorpresa.
Due
indicazioni attaccate ad una rete davano il benventuo al sito.
Sfuggite
in quella frenesia mentre cercavi Antonio.
Probabilmente
perchè poco visibili.
Segui
il breve sentiero, una salita, un casolare e...
Il
cancello è chiuso.
Chiuso.
Eppure
i cartelli stradali indicavano il sito.
Ma
è tutto chiuso.
Chiuso.
Però
vedrai in lontananza il mitico Antonio.
Vedrai
il suo scheletro completo al 98% quasi incollato su una pietra.
Vedrai
il dinosauro con la sua lunghezza di quasi 4 metri e 130 cm di
altezza riposare in quella valle dimenticata dalla sovrintendenza.
Già,
perché ti ritorneranno in mente le parole lette sul Piccolo di
Trieste, qualche settimana prima. Soliti problemi di burocrazia,
soliti tempi, solito tutto, tranne l'insolita ma forse comprensibile
guerra con la sovrintendenza, ma il sito è chiuso.
Un
sito che dalla sua apertura avvenuta il 31 marzo 2011, fino al
giorno 8/5/2012, ha avuto più di 8.000 visite.
Ma
oggi è chiuso.
Ieri
anche.
Domani
probabilmente.
Certo,
molte persone tenteranno l'avventura di andare a cercare e trovare
Antonio.
Ma
i turisti non credo la prenderanno bene la sorpresina, quando
giungeranno, dopo aver sbagliato varie volte strada, presso il sito e
lo troveranno, se lo troveranno, chiuso
Visto
che si vive tanto di apparenza, forse sarebbe il caso di coprire
temporaneamente i cartelli stradali che indicano il sito
paleontologico e risparmiare a questa terra una brutta figura.
Perché
vi assicuro, che non è certamente entusiasmante andare alla ricerca di
Antonio, sperando di poterlo incontrare, e poi trovarti davanti un
cancello chiuso, senza alcuna spiegazione.
Se è questo il modo con cui incentiviamo il turismo e la cultura, che dire?
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