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Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

Il ritorno nella "Yugo" che non esiste più, con i confini che hanno lasciato il segno

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Non si sa quello che accadrà domani, ma in questi giorni di ritorno ad una specie di normalità anche gli italiani possono riassaporare la "Yugo" che non esiste più.  Si entra in Slovenia. Uno dei pezzi della vecchia Jugoslavia.  La Slovenia è stata la prima a filarsela a gambe levate dalla Jugoslavia e sorprende che ancora oggi piazza Tito resista in quanto tale. Ma non durerà ancora a lungo. D'altronde se il comunismo e l'antifascismo sloveno non fossero stati un faro di riferimento per il nazionalismo sloveno, forse piazza Tito sarebbe già stata fatta fuori da tempo. Perchè è grazie all'antifascismo e al comunismo che la Slovenia è riuscita a difendere la propria identità per divenire poi l'essere nazione negli anni '90 facendo da traino alla Croazia. Slovenia e Croazia che oggi sono ai ferri cortissimi. Si ritorna a Capodistria, Koper. La trovi un pò in decadenza rispetto all'ultima volta. Gli effetti economici del coronavirus si son fatti sentire. ...

Nel 2020 il sito istituzionale del Comune di Capodistria/Koper sarà anche in lingua italiana?

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La storia del Comune di Capodistria/Koper  è sintetizzata in otto righe dall' Enciclopedia Treccani : Sorta nell’alto Medioevo, fu attirata, per la posizione privilegiata, nell’orbita dell’influenza veneziana (977) ma contro Venezia rivendicò fin dall’11° sec. la propria autonomia e capeggiò la resistenza delle città istriane (1145) fino alla capitolazione del 1279. Dopo la perdita di Trieste , passata agli Asburgo nel 1381, divenne, per l’importanza militare e commerciale, la principale base di espansione veneziana in Istria. Con la pace di Campoformio (1797) passò all’Austria, conservando sempre il suo carattere italiano. Divenuta italiana al termine della Prima guerra mondiale , con il memorandum d’intesa di Londra (1954) entrò a far parte della Repubblica federale di Iugoslavia col nome di Koper Collocato tra la Croazia e l'Italia, celebra la propria giornata festiva  il 15 maggio, in ricordo della rivolta antifascista di Maresego, del 15 maggio 1921. ...

TV e Radio Capodistria sotto attacco. A rischio chiusura

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Doveva essere l'anno dei festeggiamenti per i 70 anni di Radio Capodistria, ma qui rischiano di fare seriamente le feste alla TV Koper-Capodistria e anche a Radio Capodistria. Come è noto il 9 novembre si interromperanno le trasmissioni satellitari di Radio e TV Capodistria su Hotbird di Eutelsat. Ciò perchè mancano le risorse. Si parla di circa 270 mila euro che si è impossibilitati a recepire sia da parte slovena che da parte italiana. Non si è mai capito a cosa fosse dovuta questa impossibilità, pare in realtà essere più una questione di mancanza di volontà. E la conferma arriva da comunicato dei vertici di RTV Slovenia che replicando alla lettera-appello dei giornalisti di TV Capodistria, che stanno ottenendo solidarietà da più parti per questa incresciosa situazione che si trovano a vivere, parlando anche di programmi, sia radiofonici, sia televisivi, hanno rilevato che si tratta di contenuti, “non interessanti per il grande pubblico”. La direzione di RTV Slovenia evide...

Nazario Sauro e Capodistria. Dalla targa,ai monumenti,spazzati via

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Due fronti opposti, due opposti ideologici, ma che hanno trovato in comune, per ragioni diverse, l'avversità verso Nazario Sauro, mazziniano, irredentista, impiccato per tradimento dall'Austria nell'agosto del 1916. Verrà strumentalizzato, come accadrà per altri personaggi, dal fascismo, per diventare un veicolo, un mezzo con cui imporre il culto dell'italianità. Interessante notare che fine hanno fatto i monumenti, ivi inclusi la targa, che ricordavano Nazario Sauro nella sua città natale, Capodistria.  Il 10 agosto del 1919, tre anni dopo la sua morte, nella casa dove nacque il 20 settembre del 1880, oggi numero 10 nella zona del piazzale dei pescatori, alle spalle di quella colata di cemento che ha rubato metri al mare per dare spazio al porto, venne posta una targa che ne ricordava i natali. “FRA QUESTE MURA A DI XX SETTEMBRE MDCCCLXXX SORTI GLI UMILI NATALI NAZARIO SAURO E IL DESTINO LO SERBAVA A CORONARE DI GLORIA A SANTIFICARE DI MARTIRIO LE...

Capodistria da piccola isola conquistata a città portuale conquistatrice dell'Adriatico

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Eppure una volta era una piccola isola, un ponte univa quel piccolo centro al resto del continente. Passando da 500 anni di dominio veneziano e poi i francesi, dall'Impero Austroungarico, alla parentesi del Regno d'Italia e da tutte le peripezie che ne conseguiranno, dovrà aspettare il memorandum di Londra del '54 per conoscere la sua sorte definitiva, che verrà formalizzata fugacemente con Osimo nel '75, che sarà Jugoslavia prima, Repubblica di Slovenia oggi. Capodistria, in sloveno Koper, in croato Kopar, in tedesco Gafers è una città bella, viva, vitale, che si appresta a conquistare l'Adriatico con il suo porto, con il suo sistema portuale, che concorre con quello di Trieste, Venezia e Ravenna. Una città in cerca della sua identità, non è statica non è immobile, è in movimento, una piccola accozzaglia di architetture che da un lato possono richiamarti Miami Beach, dall'altro un borgo veneziano, dall'altro una qualche periferia degradata di...

Dal tempio di Monte Grisa,faro per l'Istria, alla torre futuristica di Capodistria, faro per l'Italia

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Vi è un momento speciale sulle alture che sovrastano la bella addormentata d'Italia, principessa dell'Impero caduto, Trieste. All'ora del tramonto, dal triangolare e pseudo-esoterico, per la  sua forma, formagin di Trieste, noto anche come il tempio "della concordia" di Monte Grisa si intravede una luce speciale. Un tempio edificato ad una altitudine di 330 metri sul livello del mare, un Tempio che ha un volume complessivo di 50 mila metri cubi, con 8.500 metri cubi di strutture in cemento armato, 4 mila metri quadrati di pavimentazioni in marmo e 1.800 metri quadrati di enormi vetrate. È stato progettato dall’architetto Antonio Guacci. La prima pietra venne posta nel lontano 19 settembre del 1959, ma sarà solo il 22 maggio 1966 che si realizzerà la solenne consacrazione del Santuario a Maria Madre e Regina alla presenza dell’allora ministro Giulio Andreotti. Andreotti, presente lì ove doveva essere presente. E giungerai all'ingresso di quel Tempio d...

Il duello Piazza Duomo e Tito a Capodistria tanto tuonò che alla fine...

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Forse si è trattato di un caso record. 48 ore, ora più ora in meno, è la vita che ha avuto la targa,  delle stesse dimensioni di quella Titov Trg, Piazza Tito, di Capodistria. Se ne è discusso molto nella cittadina slovena, non è stata digerita la provocazione o non provocazione del giorno, in cui è stata affissa, un giorno caro per la Jugoslavia,  il fatto che probabilmente non era neanche in bilingue, come Piazza Tito, e che è il primo passo, non ammesso e non affermabile, che porterà alla rimozione di Piazza Tito e delle altre intitolazioni politiche che ricordano la vecchia Jugoslavia comunista. Tanto tuonò che è stata rimossa e verrà ricollocata a breve, a quanto pare.  Una tempesta fugace che ha lasciato comunque un segno, quello di quel vuoto sotto Piazza Tito. Come è emerso su Radiocapodistria ,dove si è discusso in modo approfondito di questa vicenda,  nel seguito ed importante programma condotto da Stefano Lusa, alla fine pare che il tutto fosse s...

Piazza Tito ha il tempo contato a Capodistria? Si affianca ora il vecchio nome Piazza del Duomo

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Capodistria ( Koper) è una piccola città a pochi passi da Trieste e fa parte di quel triangolo virtuale marittimo che vede nel giro di un niente tre grandi porti guerreggiare tra di loro, Capodistria, Trieste e Venezia, perchè le ragioni di Stato a volte prevalgono su ogni buon senso degno di questo nome. Città conosciuta nell'antica grecia come Aegida, poi varie varianti che porteranno all'attuale Capodistria, Koper, passando da una lunga dominazione veneziana, poi l'Impero Austroungarico dall'inizio del 1800 fino alla fine della prima guerra mondiale che vedrà su Capodistria una breve parentesi italiana, poi la contesa e l'assegnazione alla Jugoslavia prima, Slovenia poi. La liberazione di Capodistria nella seconda guerra mondiale avverrà il 30 aprile del 1945, quando a Trieste iniziavano timidamente le prime forme di insurrezione. E da lì si rivedrà profondamente la toponomastica, con vie e piazze ed anche statue dedicate alla resistenza, agli eroi del po...

Un primo maggio da Trieste a Capodistria

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Un primo maggio sotto il segno della pioggia quello di Trieste ,ed anche, dopo le note e faziose polemiche utilizzate anche per fini elettorali sulla presenza della bandiera del "crimine" quella della resistenza Jugoslava o della brigata Garibaldi, da curiosità. Ci sarà o non ci sarà? Come accade oramai da diversi anni, c'erano. C'era la bandiera ufficiale della Repubblica socialista di Slovenia, di Jugoslavia, della Brigati Garibaldi, c'erano magliette che ricordavano la liberazione di Trieste avvenuta per opera dei partigiani il primo maggio, c'era chi con il viso colorato con il, rosso, bianco e blu e la stella rossa, chi orgogliosamente con una toppa. Non c'era per motivi tecnici e non politici la bandiera grande, quella che ha sventolato per qualche attimo a Trieste nel settantesimo della sua liberazione . Dunque nulla di nuovo. D'altronde la storia non la si può mica cambiare. Se il primo maggio a Trieste e non solo a Trieste ...