C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Piazza Tito ha il tempo contato a Capodistria? Si affianca ora il vecchio nome Piazza del Duomo



Capodistria ( Koper) è una piccola città a pochi passi da Trieste e fa parte di quel triangolo virtuale marittimo che vede nel giro di un niente tre grandi porti guerreggiare tra di loro, Capodistria, Trieste e Venezia, perchè le ragioni di Stato a volte prevalgono su ogni buon senso degno di questo nome. Città conosciuta nell'antica grecia come Aegida, poi varie varianti che porteranno all'attuale Capodistria, Koper, passando da una lunga dominazione veneziana, poi l'Impero Austroungarico dall'inizio del 1800 fino alla fine della prima guerra mondiale che vedrà su Capodistria una breve parentesi italiana, poi la contesa e l'assegnazione alla Jugoslavia prima, Slovenia poi. La liberazione di Capodistria nella seconda guerra mondiale avverrà il 30 aprile del 1945, quando a Trieste iniziavano timidamente le prime forme di insurrezione. E da lì si rivedrà profondamente la toponomastica, con vie e piazze ed anche statue dedicate alla resistenza, agli eroi del popolo, a Tito. Ma caduta la Jugoslavia con una guerra tremenda, agghiacciante, caduto il comunismo, a ruota libera cadono e cadranno le piazze e le vie dedicate a chi ha fatto la Jugoslavia, e soprattutto al simbolo del comunismo jugoslavo e della slavizzazione di varie zone ancora oggi seppur in modo oramai anacronistico contese. 
A Capodistria oggi il bilinguismo è garantito, meglio che in Italia nei confronti degli sloveni, praticamente tutte le insegne delle attività commerciali sono tradotte in italiano, anche diverse indicazioni ed informazioni sono riportate in italiano ed è difficile che a Capodistria non si conosca l'italiano, ma come è stato fatto osservare si tratta più di robe di facciata che di sostanza perchè gli italiani autoctoni son sempre di meno. E dopo 70anni circa Piazza Tito inizia a cedere perchè con la scusa di recuperare la vecchia identità storica di Capodistria affiancando il vecchio nome, quale "già Piazza del Duomo - detta Piassa" si sono chiaramente poste le basi per la rimozione di Piazza Tito. Un primo passo è stato fatto ed è incontestabile che si arriverà alla caduta di Piazza Tito. Chi lo avrebbe detto che ci avrebbero messo così poco? Neanche un secolo è passato...
 
Marco Barone


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