Monfalcone nella seconda guerra mondiale aveva circa 20 mila abitanti. Apparteneva alla provincia di Trieste, dopo il 15 settembre del 1947 passerà alla provincia di Gorizia, come "frontiera" italiana praticamente verso il TLT. Città che venne liberata dai partigiani e l'esercito popolare di liberazione jugoslavoil primo maggio del 45, per essere governata fino al 12 giugno del '45 dal comitato esecutivo italo sloveno e poi dal GMA per passare all'Italia con il Trattato di Pace.
Una città che ha subito una devastazione importante durante la seconda guerra mondiale soprattutto a causa dei ripetuti bombardamenti aerei. Furono ben sette quelli ricordati nella medaglia d'argento al Valor militare conferita alla città, e 143 furono le vittime civili di Monfalcone durante la seconda guerra mondiale. Anche se in realtà le vittime in relazione ai bombardamenti in città vengono individuate in più di sette date e quella peggiore che segnò il maggior numero di vittime fu certamente quella 12 aprile del 1944. Le altre date che riportano vittime in relazione ai bombardamenti sono il 20 aprile del '44, 21 aprile del 1944, 1 maggio del '44, 25 maggio 1944, 4 marzo 1945, 5 marzo 1945, 16 marzo 1945,17 marzo 1945.
La medaglia d'argento al Valor Militare conferita alla città riporta questa motivazione:
Sentinella avanzata di italianità, nelle epiche battaglie del
1915-1918 immolava interamente se stessa; rasa al suolo dagli obici
nemici, durante più anni di dispersa nei propri figli in lungo penoso
esilio, divenne madre adottiva di puri eroi quali Toti e Randaccio e
custode di epici ricordi: quota 87, quota 121, Hermada, Monte Sei Busi,
che tutti si riassumono e si esaltano nel nome fatidico di
Redipuglia. Non permise mai che infiltrazioni straniere potessero
comunque alterare la purezza della sua stirpe italica. Durante la guerra
1940-45, diede il proprio contributo di sangue e di rovine subendo
sette bombardamenti che la mutilarono gravemente e falcidiarono numerosi
suoi figli. Dall'armistizio del 1943 in poi, attraverso duri anni di
lotta cruenta, seppe reagire, indomita, ai nemici d'Italia che,
avvicendandosi nell'invasione e sopraffazione, tentarono, con ogni
mezzo, di arrestare all'Isonzo il confine patrio per strappare questo
lembo di terrà al territorio nazionale. Conseguì la sua seconda
redenzione il 18 settembre 1947. - 1915-1918 - 1943-1947.
La decorazione che ha ricevuto nello specifico Monfalcone, con atto
51078 del 28 gennaio 1958 e registrato alla Corte dei Conti il 18
ottobre 1957 ma disposta con decreto del 5 settembre 1957 e firmata
dal ministro proponente per gli affari alla difesa è inclusiva di più
vicende, strettamente nazionalistiche, dalla prima guerra mondiale al
Trattato di Pace del ‘47 con il quale verrà assegnata all’Italia. Si era negli anni dell'organizzazione Gladio, che in questo territorio era presente e forte, tanto che nel '58 il sindaco eletto a Monfalcone faceva parte anche di quell'organizzazione. E bisogna domandarsi se l'area Gladio avrà esercitato un condizionamento nell'affermazione di alcuni concetti nazionalistici come recepiti in quell'onorificenza, contro quello che veniva individuato come il nemico numero uno di allora, da combattere il comunismo e gli jugoslavi identificati come "i nemici dell'Italia"?
Anche se si era da poco con il Memorandum di Londra definita la questione di Trieste, i rapporti tra la Jugoslavia e l'Unione Sovietica, conseguentemente alla morte di Stalin, dopo la tragica rottura del '48 tra Stalin e Tito, segnarono un riavvicinamento, cosa che creò non poche preoccupazioni agli USA e suoi satelliti, tra cui l'Italia. Italia che pur avendo il popolo dalla parte del PCI, in realtà, il partito comunista non andò mai al governo del Paese.
Il Presidente della Repubblica che decretò l'atto era Gronchi, noto esponente della DC, il ministro alla Difesa era Taviani, anche lui democristiano. Il Sindaco della città nel momento in cui venne conferita era il senatore Rizzatti, industriale, consigliere della Cassa di risparmio di Gorizia, democristiano. Una pergamena alla città che in verità non riconosce il giusto merito che Monfalcone ha dato alla Resistenza,una motivazione profondamente nazionalistica, ideologica, irredentistica e governata da uno spirito anticomunista oltre che anti jugoslavo. Una pergamena dove si parla di due redenzioni, concetti propri dell'irredentismo. La città di Monfalcone vedrà 214 caduti per la Resistenza, in base all'elenco dell'Istituto Friulano per la storia del Movimento della Liberazione, ma sono circa 250 quelli ricordati nel monumento collocato presso il cimitero di Monfalcone, ( 236) tra cui vi rientrano alcuni partigiani ignoti, e partigiani sepolti segretamente a Monfalcone e dispersi nel monfalconese. Città che si è mobiliata con i suoi cittadini fin da subito nella costituzione della Brigata Proletaria, una formazione costituita da quasi 800 combattenti partigiani, che cercheranno a prezzo enorme di arrestare l'avanza nazista nel nostro territorio con la storica battaglia di Gorizia. In quella battaglia furono 32 i partigiani monfalconesi a perdere la vita. 503 saranno nel complesso i "cantierini" italiani e sloveni, che operavano presso i cantieri navali di Monfalcone e provenivano da più parti, caduti per la Resistenza. Furono centinaia e centinaia i cittadini partigiani, è difficile riuscire a quantificarli con esattezza, centinaia furono le vittime del regime criminale nazifascista. E se c'è una città che
merita la medaglia d'oro per il contributo dato alla Resistenza, questa è certamente Monfalcone.
Ed ad oggi è semplicemente scandaloso non solo che Monfalcone non abbia la medaglia d'oro per la Resistenza ma neanche l'onorificenza che riconosca espressamente il contributo dato dalla città con la Resistenza al nazifascismo, poiché il contesto nel quale questa onorificenza è inserita è mescolato con altre questioni, altre vicende, che nulla c'entrano con lo spirito che animò la resistenza monfalconese. E non è un caso che ciò accadde quando l'influenza di Gladio era importante in questo territorio. Ma ora è arrivato il momento di sistemare le cose e restituire il giusto merito ai nostri caduti partigiani, alla memoria di Monfalcone, alla nostra storia.
La normativa attuale che disciplina il conferimento di questa medaglia è il
DECRETO LEGISLATIVO 15 marzo 2010, n. 66.
Nel 2018, ad esempio, il Comune di Varzì e di Roma hanno ottenuto la massima onorificenza, la medaglia d'oro al valor militare, per la Resistenza.
Comune di Varzì il 25 settembre 2018:
Comune adagiato sulle colline dell'Oltrepò, snodo essenziale per le
armate naziste, fu protagonista di un'ininterrotta e intrepida attività
partigiana durante tutto l'arco della Resistenza. Varzi subì prima
l'oltraggio delle atrocità delle bande fasciste e poi, dalla fine di
novembre del 1944, l'ingiuria dei nazisti e dei loro scherani, colpevoli
di inenarrabili violenze. La fiera popolazione, pur provata dalla
perdita di tanti suoi figli, diede ripetutamente prova di fulgido
eroismo: per due volte, nel luglio e nel settembre 1944, sconfisse il
nemico nazifascista in altrettante epiche battaglie, e nella seconda
concesse al vinto una capitolazione onorevole e dignitosa, consentendo
alla grande maggioranza degli alpini del battaglione "Monterosa" di
entrare nelle formazioni partigiane. Soggetto della breve ma ricchissima
esperienza della repubblica partigiana di Varzi, assieme alle analoghe
repubbliche che fiorirono in quel tempo pur di ferro e di fuoco,
anticipò così il futuro democratico del Paese. Varzi incarna il valore
della Resistenza come straordinaria lotta militare e civile di un popolo
unito contro il nazifascismo e per la libertà della Patria, Varzi
(Pavia), 8 settembre 1943 - 19 settembre t 944.
La città di Roma ha avuto il 16 luglio del 2018 la medaglia d'oro al valor militare per i seguenti motivi:
La Città eterna, già centro e anima delle speranze italiane nel
breve e straordinario tempo della Seconda repubblica romana, per 271
giorni contrastò l’occupazione di un nemico sanguinario e oppressore con
sofferenze durissime. Più volte Roma nella sua millenaria esistenza
aveva subito l’oltraggio dell’invasore, ma mai come in quei giorni il
suo popolo diede prova di unità, coraggio, determinazione. Nella strenua
resistenza di civili e militari a Porta San Paolo, nei tragici
rastrellamenti degli ebrei e del Quadraro, nel martirio delle Fosse
Ardeatine e di Forte Bravetta, nelle temerarie azioni di guerriglia
partigiana, nella stoica sopportazione delle più atroci torture nelle
carceri di via Tasso e delle più indiscriminate esecuzioni, nelle
gravissime distruzioni subite, i partigiani, i patrioti e la popolazione
tutta riscattarono l’Italia dalla dittatura fascista e dalla
occupazione nazista. Fiero esempio di eroismo per tutte le città e i
borghi occupati, Roma diede inizio alla Resistenza e alla guerra di
Liberazione nazionale nella sua missione storica e politica di Capitale
d’Italia. 9 settembre 1943 – 4 giugno 1944.
mb
Domanda all avv Barone: Chi voleva l annessione di queste terre alla Jugoslavia e la loro separazione dall Italia?
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