La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Dal Galeb,al treno blu di Tito, un ritorno nella Jugoslavia



Vola, colomba bianca, vola Diglielo tu Che tornerò...
Così, il noto brano musicale  dal chiaro sfondo politico vincitore del Festival di Sanremo 1952 con l'interpretazione di Nilla Pizzi. Anche la musica ebbe il suo ruolo nella campagna nazionalistica sulla questione di Trieste. Non è  più la colomba a volare, ma a volare ora sono dei gabbiani  che sorvolano a Fiume/Rijeka il Galeb di Tito, il gabbiano, appunto, che aspetta di ritornare. E ritornerà. Ha conosciuto tre vite. Ora la sua quarta, probabilmente l'ultima. Ed è quella di diventare un luogo di attrazione turistica. Costruito come un trasportatore di banane, divenne nave da guerra, per poi diventare nave di addestramento per la marina jugoslava. Venne chiamato Galeb (che significa gabbiano) dagli anni '50, quando il presidente della Jugoslavia Josip Broz Tito è salito su per la prima volta. I viaggi di Tito su Galeb sono una memoria storica del ruolo svolto dalla Jugoslavia nel movimento non allineato. Il ministero della cultura ha dichiarato la nave un bene culturale della Repubblica di Croazia e la La città di Fiume lo acquistò per trasformarlo in una nave museo.
C'è certamente chi ne sogna l'affondamento, magari emulando qualche azione dannunziana con un MAS. Come c'è chi sogna il ritorno di quella Jugoslavia che rese possibile la riscossa dei Balcani e la creazione della terza entità più importante al mondo dopo gli USA e l'Unione Sovietica. Oggi, sono sopravvissuti solo gli USA. Della Jugoslavia son rimaste macerie, nostalgia, dell'Unione Sovietica, il nulla. Ritorna il Galeb, come è ritornato il treno blu di Tito. 
Come ha osservato in modo pungente  e con uno sguardo critico, Stefano Lusa di Radiocapodistria.
Quel treno di lusso con il quale Tito, per alcuni semplicemente un dittatore, per altri un mito, attraversava il suo mondo.
Tra i passeggeri illustri che viaggiarono si ricordano Haile Selassie , François Mitterrand , Yasser Arafat , Jawaharlal Nehru , Sukarno e, nell'ottobre 1972, la regina Elisabetta II.  Dal 2013 circa è ritornato in vita come treno turistico, viaggiando tra il Montenegro e la Serbia. E  come riporta Radiocapodistria  ora sarà possibile fare nuovi viaggi con delle "destinazioni più significative dell'ora ex Jugoslavia" che verranno organizzati da agenzie turistiche bosniache, serbe, croate e slovene. Insomma,  in questo periodo si parla parecchio di ritorno. Tra chi parla di ritorno degli italiani nelle terre perdute, tra chi parla di ritorno degli sloveni scacciati dalla Venezia Giulia dopo la fine della prima guerra mondiale, e chi il ritorno della Jugoslavia. 
E una domanda su questa nostalgia del ritorno bisognerebbe pur farsela. 
Intanto, il mondo va avanti, anche se effettivamente l'unico ritorno che si sta riscontrando è quello del maledetto nazifascismo.
mb

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