Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Un memoriale che ricordi i caduti partigiani e le vittime del fascismo nel goriziano,come a Žužemberk


Ognuno ricorda i propri caduti, i propri morti. Il goriziano, nel corso della sua storia, è stato travolto da due guerre in modo devastante. I cui effetti si vivono ancora oggi. Il '900 è stato l'incubo per questo territorio. Un territorio che è arrivato all'estensione massima con 4.470 kmq ed una popolazione di oltre 320.000 abitanti, per poi ridursi a circa  2.730 kmq, con 210.000 abitanti, di cui i 2/3 di etnia slovena, mentre oggi è solo di  467,14 km² e con la minoranza autoctona slovena ridotta a un niente rispetto al passato, "grazie" alle violenze del nazionalismo italiano e del fascismo. Un territorio complesso, che ha visto sacrificare tante vite per la Resistenza, contro il nazifascismo. Migliaia i partigiani caduti e le vittime per mano del fascismo. Da più voci, in questi tempi, è emersa la necessità di proporre nel goriziano un memoriale, simile a quello di Žužemberk, piccolo comune della Slovenia meridionale. In cima alla verde altura, dopo aver percorso la stretta via di Cviblej, sorge un monumento alto poco più 24 metri edificato nel 1961 e che viene curato da due persone, oggi anziane, di cui una ha visto la propria sorella essere torturata dai domobranci, i collaborazionisti fascisti. 59 Sono i caduti italiani di cui 32 indicati nelle lapidi 27 verranno aggiunti prossimamente e 1144 i nomi dei partigiani caduti riportati nelle lapidi, su oltre 2000 caduti partigiani nella zona circostante. Sarebbe importante avere anche nel goriziano di oggi, un monumento del genere che ricordi tutti i caduti partigiani e tutte le vittime del fascismo del goriziano di ieri. Partigiani e vittime del fascismo ricordate, giustamente, in modo diffuso nei vari territori, ma avere un luogo unico, un grande memoriale, dove poter vedere tutto l'insieme, concentrato in una sola dimensione, in un solo spazio, avrà sicuramente un impatto visivo ed emotivo significativo. Un memoriale che dovrebbero sostenere attivamente le nostre Istituzioni. Così come sarebbe importante, se non fondamentale, arrivare a realizzare un giorno anche un grande museo sulla storia della nostra Resistenza in questo complesso territorio.
 
mb

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