Le 18 UTI sono nate morte. Un fallimento clamoroso ma prevedibile. E dunque ritornano le Province. Non come prima, o meglio quasi come prima. Perchè se non si deve osare a toccare il territorio di Udine e quello di Pordenone,guai a ridimensionare quello di Trieste, i cui confini arrivano sino a dove arrivava il vecchio confine del TLT, dalle parti di Duino, l'Isontino, invece, se pol. Se pol dividere, frantumare, spezzettare, contendere. Perchè politicamente non conta niente. E se ciò accade, è anche per delle responsabilità politiche pregresse e quelle attuali sembrano essere impotenti. Un territorio piccolo, che ha vissuto un '900 travagliato, rinchiuso nella sua storia perchè non riesce a progettare alcun futuro, e che si è fatto scippare l'aeroporto, che da regionale che era, del FVG, pur essendo nell'ex provincia di Gorizia, ora UTI Carso, Isonzo, Adriatico, si chiama Trieste Airport. Ed i nomi segnano l'identità, un segno di appropriazione. E non è un caso che quando ti rechi in loco sembra di essere a Trieste, tra Barcolana, Bora e quant'altro di tipicamente triestino. Un territorio che ha il primato della più alta concentrazione di centri commerciali, che vive una desertificazione notevole, con un tasso di disoccupazione tra i più alti della regione, che pur avendo tante potenzialità, a furia di chiudersi a guscio, è stato prima assediato, poi diviso e ora vivrà una lunga stagione di campanilismo. O di qua o di là. D'altronde visto come vanno le cose, sarebbe comprensibile vedere la destra Isonzo con i suoi comuni friulanofoni assegnata ad Udine. E la sinistra Isonzo a Trieste. Pensiamo a Monfalcone e
Ronchi, dovrebbero passare sotto Trieste. Come nei primi anni '20. Un ritorno al passato. Se
passarono sotto la provincia di Gorizia nel '47 fu solo perchè, stante
la tensione con la Jugoslavia, non si poteva rischiare di perdere
anche questa zona e l'area del monfalconese doveva essere messa in
sicurezza. D'altronde se l'aeroporto di Ronchi si chiama Trieste Airport
e viene identificato come appartenente a Trieste e se i cantieri navali
di Monfalcone hanno la loro sede sociale a Trieste, ciò non potrebbe
che facilitare questa strada. Un territorio sacrificabile che non avendo alcuna progettualità si dividerà ulteriormente, in quel campanilismo che farà emergere orgogli, tradizioni, identità, ma che non lo salveranno dalla sorte. Salvo che non decida di alzare la testa, di unirsi, un fronte unico senza colore politico, e di dire, no. Non ci stiamo. Rivendicando pari dignità con Udine, Pordenone e Trieste. Purché ci sia una progettualità futura, seria, degna di nota. Altrimenti, se le barricate saranno solo per ragioni politiche, delle diverse valutazioni saranno inevitabili.
mb
Commenti
Posta un commento