Il Friuli Venezia Giulia o Friuli-Venezia Giulia, e già sul trattino si può scrivere un trattato, è una regione nata formalmente nel '63, a statuto speciale grazie al suo plurilinguismo e radici latine, germaniche e slave. Friulano, sloveno, tedesco e italiano sono le quattro lingue ufficiali del FVG acronimo mediaticamente efficace per alcuni, indigesto per altri, con cui si identifica questa regione che al suo interno, però, è composita e complessa, organica, pur precipitando frettolosamente sotto la soglia di 1milione di abitanti.
Come è noto le province non esistono più. Unicum in tutta Italia. Abrogate per essere rimpiazzate in modo fallimentare da 18 Unioni Territoriali Intercomunali. Fallite ancor prima di partire. Nel mentre si chiacchiera o si discute sul nuovo riassetto territoriale e politico che dovrà avere il FVG, da Cormons parte una piccola rivolta con la quale si rivendica la piena friulanità della destra Isonzo dell'ex provincia di Gorizia. L'ex provincia di Gorizia, è una provincia estremamente periferica d'Italia, economicamente depressa, che ha subito nel corso del '900 travagli incredibili e violenti, che si ultimeranno nei primi anno del terzo millennio con la caduta del "muro di Gorizia". Si mette in discussione anche il concetto di Venezia Giulia. Che, come ben sottolineato da un testo che ha fatto scuola in tal senso, Venezia Giulia la regione inventata di Kappa Vu, emerge chiaramente il non senso di questa denominazione. Un grande pasticcio storico, frutto di sentimento anti-asburgico, che ha mescolato insieme venezietà e romanità per affermare l'italianità di queste terre, come farà poi effettivamente il fascismo. Eppure, basta ricordar le battaglie storiche e violente che vi furono ad esempio su Trieste contro la Serenissima a dimostrare la poca venezietà di ciò che oggi sarebbe Venezia Giulia.
Sulla Treccani si legge:
Nome proposto nel 1863 dal linguista goriziano G.I. Ascoli in sostituzione di ‘Litorale’ (Küstenland), usato dagli Austriaci. Dal 1920 sotto la denominazione di V. furono compresi anche territori appartenenti alla Carniola; i limiti della regione non erano del resto ben definiti: ora comprendeva anche il Friuli
ora questo era considerato come appartenente al Veneto, per cui la V.
corrispondeva ai territori orientali ceduti dall’Austria all’Italia in
seguito alla Prima guerra mondiale, cioè le province di Gorizia, Trieste,
Pola e Fiume (superficie 8893 km2 con 955.257 ab. nel 1936), zona
caratterizzata dal graduale trapasso del sistema alpino in quello
dinarico e dalla compenetrazione di elementi italiani e slavi. Il
piccolo lembo della V. rimasto all’Italia dopo la Seconda guerra mondiale è confluito nella regione a statuto speciale Friuli-V..
Nella friulana Cormons
si ricorda: "Il Friuli è la regione che si trova tra i fiumi Livenza e Timavo, e tra
le Alpi Carniche, le Alpi Giulie e il mare. L’unificazione con Trieste,
se attuata, violerebbe i diritti della popolazione friulana del
Goriziano: sono infatti 15 i comuni friulanofoni e tutti aderiscono
all’Assemblea della Comunità linguistica friulana".
Ora, se la destra Isonzo, come pare essere, può essere legittimamente rivendicata dal Friuli, la sinistra Isonzo, pensiamo a Monfalcone e Ronchi, dovrebbero passare sotto Trieste? Come nei primi anni '20? Se passarono sotto la provincia di Gorizia nel '47 fu solo perchè, stante la tensione con la Jugoslavia, non si poteva rischiare di perdere anche questa zona e l'area del monfalconese doveva essere messa in sicurezza. D'altronde se l'aeroporto di Ronchi si chiami Trieste Airport e viene identificato come appartenente a Trieste e se i cantieri navali di Monfalcone hanno la loro sede sociale a Trieste, ciò non potrebbe che facilitare questa strada. Insomma, il destino dell'ex provincia di Gorizia pare proprio quello di non contare nulla e di essere conteso tra Friuli e Trieste.
Marco Barone
Da goriziano un po' mi dispiace per la cancellazione della mia città come provincia, d'altra parte non si poteva fare altrimenti.
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