La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

In FVG ci saranno gli alpini ad ogni guardia medica per proteggere i medici. Toccherà poi alla scuola?

"Amico alpino accompagnami". Si chiama così il protocollo sottoscritto dal presidente dell'Ordine dei medici di Pordenone, dal direttore generale dell'Azienda per l'assistenza sanitaria n.5 pordenonese e dal presidente della sezione di Pordenone dell'Associazione nazionale alpini. Documento che consente di avviare una collaborazione per affiancare "due alpini ad ogni guardia medica impegnata nel turno notturno, con la finalità di ridurre il rischio per gli operatori sanitari di subire aggressioni o violenze" come si legge sul sito della Regione del FVG.
Si tratta di intesta condivisa dal Prefetto, dal Questore e dai Comandanti dei Carabinieri e della Guardia di finanza.

I dati comunicati sono effettivamente inquietanti. "Due operatori su tre nello svolgimento del proprio lavoro hanno subito un'aggressione violenta verbale o fisica e di questi il 70 per cento è donna."

I motivi possono essere vari, dovuti anche ad un sistema sanitario che non funziona bene e che vede i pazienti essere soggetti a più peripezie ed i medici ovviamente diventano spesso i primissimi bersagli di tale situazione. 
Il bersaglio più facile da colpire. A questi dati si aggiungono quelli della Federazione nazionale Ordini medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) secondo cui le aggressioni riguardano il 65 per cento dei medici ospedalieri e l'80 per cento di quelli che operano sul territorio.

E dunque arrivano gli alpini. Quello che si chiede e se sarà così anche nella scuola. Dove i docenti sono soggetti ad aggressioni fisiche e verbali sicuramente non inferiori rispetto a quelle subite dai medici in una società dove non essendoci mai stato un rispetto per la persona non poteva che cadere anche quello verso il "ruolo" rivestito dalla persona, in un Paese profondamente in declino non poteva che essere così.

Ma sono queste le soluzioni da perseguire? Videosorveglianza, alpini, esercito o chissà cosa ancora? A quanto pare...


Marco Barone




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