Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

Salvare le scritte storiche sui muri delle nostre città dei tempi della guerra. Rischiano l'estinzione

Il Friuli Venezia Giulia è una polveriera storica impressionante. Anche se la storia che ovviamente si racconta di più e che ha sancito le sorti di quel presente che viviamo è quella del '900. Terra martoriata da due catastrofi mondiali e che ha rischiato, per la nota causa di Trieste, di scatenare anche la terza. Ci sono diverse testimonianze storiche di quel tempo, soprattutto della seconda guerra mondiale e delle fasi successive alla liberazione dal nazifascismo che caratterizzeranno le sorti di Trieste e dell'Isontino per diversi anni. Ad esempio si possono ancora oggi leggere in alcune località, come Monfalcone, Ronchi, delle scritte che inneggiano alla Jugoslavia, alla settima Repubblica Federativa Jugoslava. In rosso.

Sopravvissute al tempo, alla storia, alla memoria. Anche se a dire il vero ne sono rimaste solo una manciata e difficilmente leggibili. Ma anche per Trieste ci saranno testimonianze del genere come nelle località sicuramente interessate da questa contorta vicenda storica. Scritte che andranno preservate, conservate, tutelate, perchè fonte di testimonianza storica di ciò che è accaduto in queste terre, con riferimento alle scritte per la Jugoslavia, a prescindere da come la si possa pensare politicamente o a livello di memoria storica, è giusto che i muri facciano la loro parte, che sappiano parlare, raccontare quello che è successo negli anni della Commissione interalleata,  ad esempio, perchè quelle scritte risalgono soprattutto a quel tempo, quando si doveva sancire se doveva essere Italia, come poi sarà, o Jugoslavia. Scritte che dovrebbero essere soggette ad una imposizione di conservazione attraverso un vincolo. Se non si interviene rapidamente, quelle scritte andranno perdute per sempre, rischiano l'estinzione e ciò sarebbe un danno storico rilevante per le vicende più complesse del Confine Orientale e non solo.

Marco Barone


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