
L’Italia per una volta è in linea con l’Europa. Ma qui non si tratta di essere entusiasti per un primato miserabile come quello che ora si commenta. Nel contesto scolastico dai dati di una indagine risulta che il 68 % (media UE) delle persone intervistate ha dichiarato di essere stata oggetto (raramente, spesso o sempre) di commenti o comportamenti negativi a scuola per il fatto di essere LGBT, per l’Italia la media è del 69%.
Sconcertante, ma fino ad un certo punto. Perchè contro queste violenze a cui sono soggetti i ragazzi o chiunque non si è mai voluto intervenire seriamente, perché ancorati a concetti e visioni sociali assurde, incompatibili con ogni etica degna di essere ricondotta all’interno dei parametri che tutelano i diritti umani. In FVG da alcuni anni vi è un progetto importante, a scuola per conoscerci. Un progetto che è stato replicato anche per il corrente anno. Le tre associazioni che in questi anni si sono impegnate a realizzare il progetto “A scuola per conoscerci” insieme ad un’ampia rete di scuole del FVG e con il contributo delle istituzioni (Regione, Comuni, Province, Università, Ufficio Scolastico Regionale, Aziende per i Servizi Sanitari) sono Arcigay Arcobaleno Trieste e Gorizia Onlus, Arcigay Friuli e Arcilesbica Udine.
Un progetto che deve essere sostenuto e che deve assolutamente essere diffuso in tutte le scuole italiane.
Nell’opuscolo si legge che “ L’età in cui ragazze e ragazzi frequentano la scuola media e quella superiore, indicativamente dagli 11 ai 19 anni, è un periodo fondamentale per sviluppare una comprensione di se stesse/i e per la formazione della propria identità, dal punto di vista culturale, sociale e sessuale. Per alcune/i adolescenti questo percorso di crescita può essere molto difficile, specialmente ma non solo, per coloro che riconoscono il proprio orientamento sessuale come diverso rispetto a quello eterosessuale oppure comprendono che la propria identità i genere non corrisponde al genere assegnato alla nascita sulla base del sesso biologico. In altre parole nei contesti di vita dove avviene la formazione della loro identità, le/gli adolescenti LGBTI sono ancora esposti al pregiudizio e allo stigma sociale”.
Quali gli scopi del progetto? Prevenire l’isolamento, il disagio sociale, l’insuccesso e la dispersione scolastica degli/lle studenti/esse LGBTI o percepiti/e come tali. Favorire l’empowerment (autostima, fiducia relazionale, capacità di autonomia e progettualità) di studenti/esse LGBTI. Valorizzare il vissuto di studenti/esse LGBTI per compensare l’inevitabile interiorizzazione dello stigma sociale. Condividere esperienze e messaggi positivi sulle persone LGBTI. Proporre al personale scolastico (dirigenti, docenti, personale A.T.A.) e ai genitori momenti di formazione per la prevenzione e il contrasto dell’omofobia, della transfobia, del bullismo omofobico, della discriminazione per orientamento sessuale e identità/espressione di genere. Favorire la riflessione e il dialogo su temi importanti come la dignità della persona, i diritti umani fondamentali, la cittadinanza. Creare una rete di solidarietà e cooperazione all’interno della comunità scolastica, che contribuisca a consolidare la funzione della scuola come luogo sicuro ed inclusivo e a prevenire episodi di prepotenza o di discriminazione nei confronti di adolescenti LGBTI.
Marco Barone
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