Il mondo gattopardiano dopo il coronavirus

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C'è stato un tempo sconvolgente che sembrava non finire più. Sembrava che il mondo perduto non sarebbe più potuto tornare. Sembrava tutto. E invece, non è cambiato niente. Dopo settimane di bombardamenti mediatici ai limiti del terrorismo psicologico su come ci si dovesse comportare per evitare di essere contagiati dal cornoavirus e non incorrere nella covid19, sembraba impensabile pensare che il post coronavirus, potesse essere come il prima. Nulla sarà come prima, si diceva. Ci sarà un prima coronavirus, un dopo coronavirus. Si ripeteva.  La stretta di mano sembrava essere destinata all'estinzione, gli abbracci, essere ridotti al minimo, il baciarsi sulla guancia, due, tre volte, all'italiana, a rischio estinzione come i dinosauri, e che dire della distanza di sicurezza sociale di almeno un metro? Si temeva che questo potesse essere il modo tipico delle relazioni "aosciali".  Si pensava che potesse derivarne l'Italia dei balconi di D'Annunzio e Mussol...

Istituire in FVG la provincia autonoma del Friuli e di Trieste? E' una proposta sensata



Abrogate le vecchie quattro Province, in FVG si è affermato il becero sistema delle UTI, frammentando il territorio in 18 mini contee, con poteri decisionali enormi a favore dei sindaci. Un sistema altamente decisionista, antidemocratico e soprattutto macchinoso. Una riforma non capita dalle gente comune, complessa, ma i cittadini ben comprenderanno il senso del tutto, sempre che un senso lo abbia, quando verificheranno che i loro Comuni altro non eserciteranno che funzioni tipiche di sportelli informativi con competenze minime e che le coalizioni tra vari Comuni ben potranno affossare il Comune ritenuto scomodo in un determinato contesto per diverse ragioni o torti che essi siano. La proposta di istituire in FVG due Province autonome, quella del Friuli e quella di Trieste passando dall'abrogazione delle allucinanti UTI la condivido pienamente. Sarebbe una situazione più consona alla specialità del FVG, si tutelerebbero meglio le "minoranze linguistiche" e si ripristinerebbe una situazione di democrazia importante. Le vecchie Province per come strutturate erano inutili, con pochi poteri legislativi e scarse competenze. Gorizia e Pordenone dovrebbero decidere dove rientrare. Una Gorizia che è tirata a metà tra il Friuli e Trieste, e si sta spezzando, e che non sa a che santo votarsi per resuscitare e continua a perdersi in capricci esistenzialisti ottocenteschi con la conseguenza che si è isolata dal resto del mondo. Invece Pordenone sembra essere più veneta che friulana. Ma saranno i cittadini a decidere democraticamente se si avvierà il referendum come proposto da diverse soggettività e non con imposizioni decisioniste calate dall'alto nella consapevolezza complessiva che i capoluoghi di provincia non esistono più e che in Friuli Venezia Giulia vi sono 216 Comuni ma con una popolazione complessiva poco più grande della sola Provincia di Bologna. Istituire due Province autonome non significa dividere il Friuli Venezia Giulia, questo è già stato frammentato e diviso in modo pazzesco con il sistema delle UTI. Ma significa unire realtà identitarie diverse che attraverso l'istituzione di due enti intermedi con poteri democratici pieni sapranno meglio collaborare, meglio esercitare le funzioni costituzionali di solidarietà e meglio rendere "speciale" il Friuli Venezia Giulia, specialità che è continuamente minata non dall'esterno, ma dall'interno, da chi non ha saputo governarla e da chi ne ha minato l'essenza, il cuore, a partire dalle violazioni sistematiche esercitate nei confronti delle minoranze linguistiche che se messe insieme, a dire il vero, forse costituirebbero la maggioranza in questa piccola ma complessa regione d'Italia.

Marco Barone

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