La salvaguardia del verde sia la principale opera pubblica

Per ogni albero tagliato, uno nuovo deve essere piantato! Questo è il principio che fin dall'800 ispira la politica del rimboschimento in Svezia e ben due terzi del Paese sono coperti da foreste. Il FVG è una regione meravigliosa, però in sofferenza anche a causa delle problematiche dovute ad un clima sempre più caldo. Cambiamenti climatici o meno una certezza c’è, i nostri Comuni devono dare la priorità alla cura del verde. Sia questa la principale opera pubblica da sostenere. Mettere da parte altre opere, che al momento sono da considerarsi come secondarie e investire nel verde. A partire da Ronchi che da decenni se la passa male e dove sembra più di attraversare un cimitero di tronchi che un parco urbano in evidente sofferenza. Ronchi ha le potenzialità per divenire un giardino pubblico in stile inglese, ma ad oggi siamo solo nel mondo dei sogni. Servono interventi propositivi e non polemiche o strumentali. Ciò che è stato è stato, serve una visione e una volontà che sia final...

Più autorità e militari che goriziani per il Presidente della Repubblica a Gorizia, e l'omaggio al controverso lapidario

Doveva essere la visita per il centenario della grande guerra, o per la prima presa di Gorizia, anche se a scoppio ritardato e per scherzo del destino è caduta, quella del Presidente della Repubblica, nel periodo coincidente con la disfatta di Caporetto e la perdita di Gorizia. Vi è stata una Gorizia poco imbandierata, un nulla rispetto al raduno degli Alpini, e spiccavano, ad esempio, i colori della vecchia contea di Gorizia che come è noto vennero adottati dalla Provincia, che ora verrà cancellata, con decreto di Mussolini nel 1928 e nel 1929.

Avrebbero potuto mettere delle bandiere della pace, ma così non è stato, neanche a parlarne di bandiere slovene, salvo in determinati inevitabili luoghi cerimoniali, nonostante la visita del Presidente Sloveno. Ma la cosa che ha colpito di più è stata l'importante presenza di autorità, di forze dell'ordine, e salvo qualche scolaresca, pochissimi i cittadini presenti, qualcuno per le strade e sbuffando, dopo l'ultimo saluto di Mattarella all'uscita del Verdi, ha detto che non c'era praticamente nessuno. Il perchè? Può avere diverse ragioni, il poco entusiasmo forse che ha caratterizzato questa visita? Chissà. Entusiasmo vi è stato sicuramente da parte di chi opera per la costruzione del Partito della Nazione elogiando il centenario della Gorizia italiana o la visita del Presidente al contestato lapidario. Visita che non era preventivata e che non aveva alcun senso con il tipo di iniziativa politica e storica che era stata prevista ed originariamente organizzata. Qualcuno avrà ricordato al Presidente che lì vi sono un centinaio di nomi che per errore ed orrore storico non dovrebbero essere riportati e che solo uno è stato cancellato e che si attende ancora giustizia in tal senso? E perchè, a questo punto, il Presidente non ha omaggiato il piazzale della stazione dove si ricorda la celebre battaglia partigiana di Gorizia, a pochi passi dal Parco? Gorizia che è città medaglia d'oro anche per il contributo dato per la resistenza? E che dire delle stragi, diverse, nazifasciste compiute al castello? O l'assalto fascista al Trgovski dom, a pochi metri dal Verdi, avvenuto il 4 novembre del 1926?. Ha sicuramente ragione il Presidente quando dice che oggi si vive in un mondo "nel quale la globalizzazione ha reso vicini anche problemi e fenomeni un tempo considerati lontani", ma è la globalizzazione incontrollata che ha partorito diseguaglianze ed ingiustizie sociali e revisionismi storici. E come si può "continuare a lavorare incessantemente, per consolidare i traguardi che abbiamo potuto raggiungere, coltivando la memoria del passato, affinchè anche le nuove generazioni possano rendersi pienamente conto del lungo, e spesso doloroso, cammino che i nostri popoli hanno compiuto per costruire insieme il loro futuro?", quando il revisionismo storico stravolge la realtà fattuale e la verità storica e certe e date realtà fanno propaganda nazionalistica nelle nostre scuole? Così come è innegabile che il muro di Gorizia, seppur materialmente caduto, esiste ancora, nonostante le parole espresse dal Sindaco di Nova Gorica, i ponti metaforici tra i confini sono di sabbia ed instabili perchè la cooperazione transfrontaliera è stata un fallimento reale con una Slovenia che continua a chiudersi con ridicoli muri anti-migranti ed un Paese come l'Italia che non riesce a garantire la giusta e dignitosa accoglienza umanitaria. Vi è da riflettere su quanto accaduto in questo 26 ottobre a Gorizia e soprattutto sul perchè vi sia stata una scarsa partecipazione di cittadini goriziani.

Marco Barone

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